Ci sono avvenimenti musicali
che sono molto attesi dai melomani progressivi, come ad esempio un concerto de
“La maschera di cera “, ensemble che ha caratterizzato il nuovo millennio
progitaliano con opere di grande valore. L’occasione di rivederli all’opera
dopo oltre due lustri di assenza è avvenuta a Genova presso la Claque il 24
marzo 2023, seconda data -prima italiana- di un tour mondiale che sancisce e
celebra i 20 anni più 1 della band con una scaletta antologica che spazia
totalmente tra i sei album in studio.
La formazione prevedeva il
“trio delle meraviglie COZUMA”, i formidabili membri fondatori Alessandro Corvaglia: voce e chitarra
acustica, Fabio Zuffanti: basso e Agostino Macor: tastiere, coadiuvati
dall’inossidabile Martin Grice al flauto e sax che un dolore persistente al
piede non gli ha impedito -more solito- di essere strepitoso e la new entry
Andrea Orlando (La Coscienza di Zeno, Finisterre etc..) alla batteria il cui “drummerismo”
è apparso sempre convincente ed efficace.
Le due ore del concerto sono
state di una intensità vibrante e il pubblico presente, un pò d’âgé invero, ha gradito con applausi
possenti.
Miriade di emozioni positive,
una pletora di sensazioni che ha fatto breccia a livello cognitivo e viscerale,
della serie “ anvedi sta Maschera come ci da!!! “
Già con l’intro registrata de
Il canto dell’inverno da Il grande labirinto del 2003 si entra in climax e con la
comparsa dei componenti della band sul palco si riaprono le porte non del
domani ma del qui e ora, godersi il live è la missione precipua della serata.
La doppietta iniziale da
LuxAde del 2006 con Doppia Immagine e Orpheus lascia prelibatezza nel palato di
chi saliva per questo tipo di sound come il riflesso condizionato dei cani di
Pavlov udendo la campanella.
Segue Fino all’aurora da Petali
di fuoco del 2009, brano che chi scrive ha nel cuore anche perché all’epoca
dell’uscita il figlio di allora 9 anni l’aveva selezionata per la sua playlist
dell’epoca, incredibile dictu!
Nel rock progressivo si sa che
i pezzi devono essere lunghi e se poi sono sui venti minuti di durata meglio
ancora e allora ci pensa La maschera di cera con il brano omonimo tratto dal
disco d’esordio 2002 con i suoi sei movimenti (Il tuo volto, la tua gente, il
tuo rifugio, la tua irrealtà, la tua guida, la mia fine) a saturare la voglia
di full length delle tracce anche in un concerto dal vivo.
E' il tempo de Nuova luce da LuxAde che
fa da preambolo ad uno dei momenti determinanti e più attesi dello spettacolo ossia
la trilogia (La guerra dei 1000 anni, Ritratto di lui e l’enorme abisso) tratta
da “Le porte del domani” disco fondamentale del 2013 che riprende le vicende
dei pianeti Felona e Sorona del mitico album delle Orme di cinquanta anni fa,
terminando la storia con una luce di speranza che crea una fiammella di fiducia
in questi tempi oscuri.
Gli ultimi due brani, Il
cerchio del comando e Vacuo senso, prima dei bis sono estrapolati da S.E.I., il
sesto album della band del 2020 il cui acronimo ha un significato ben preciso: Separazione/Egolatria/Inganno.
Dopo un brevissimo intermezzo
di acclamazione per farli tornare sul palco, il quintetto si ripresenta con la
bonus track dell’album Il Grande labirinto del 2003 ossia La Consunzione, brano
ispirato che lascia spazio ad un finale sublime con l’ intensa ballad de La
notte trasparente tratta da Petali di fuoco, interpretata e non solo cantata
magistralmente da Corvaglia, degna conclusione di un avvenimento davvero
gratificante.
In ascolto il primo movimento "Il tuo volto" de la suite La maschera di cera
Epilogo con una storiella
minima con i titoli dei brani della scaletta del concerto genovese in
maiuscolo.
ORPHEUS, dopo aver intonato IL
CANTO DELL’INVERNO per tutta LA NOTTE TRASPARENTE FINO ALL’AURORA, con la NUOVA
LUCE del giorno scoprì nel RITRATTO DI LUI una DOPPIA IMMAGINE positiva di se
stesso. Una proiezione metafisica ben lontana da quelLA CONSUNZIONE che aveva
creato un VACUO SENSO durante L’ENORME ABISSO della GUERRA DEI 1000 ANNI.
ORPHEUS segnando con vigore IL CERCHIO DEL COMANDO sul suo cammino, indossò LA
MASCHERA DI CERA trovando finalmente l’armonia.
A seguire l'intervista al trio COZUMA prima del live genovese.
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