Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

sabato 31 gennaio 2015

Delay Lama

I Delay Lama sono un progetto pisano  portatore del motto “Peace and Prog” che è poi il titolo del loro e.p. del 2010, uscita discografica replicata nel 2013 con il primo full lenght Hablacablah per Technicolor Dischi.
Il trio toscano formato dal tastierista/cantante Antonio Dell’Aquila, dal bassista Marko Mikulicic e il polistrumentista /batterista/cantante  Luciano Turella, ha una naturale verve creativa che esprime soprattutto nei live act con una potenza sonora ragguardevole e assai varia, questo nonostante sia divenuto un power duo per la partenza del bassista.
Sono interessanti anche alcuni titoli dei loro lavori tipo “Muore la moglie e lui per il dolore la segue dopo poche ore” (vedi video sotto).

Album consigliato: Hablacablah (2013)


Falena

Il cammino dei Falena, non l’insetto ma la prog band di Rocca di Papa (zona collinare nelle vicinanze di Roma) ha inizio nel 2003 allorquando il vocalist-autore Emiliano Sellati coadiuvato dal bassista Andrea Trinca e dal  chitarrista Alessandro Fusacchia uniscono le proprie passioni musicale per dare vita ad un progetto che, nel tempo, ha sfornato due album totalmente auto prodotti, “Impressioni” nel 2007 e “L’idiota” nel 2013.
Il loro sound è un corposo rock-prog con linee melodiche raffinate e un cantato in italiano con testi ben costruiti.
La  line up attuale oltre ai tre “padri” fondatori prevede Marco Peschi al flauto e alla batteria Rossano “Cico” Acciari.



Album consigliato: L’idiota (2013)

venerdì 30 gennaio 2015

Anabasi Road

Gli Anabasi Road sono un ensamble di Reggio Emilia creato nel 2009.
Il termine Anabasi è ripreso dal greco antico e il suo più ampio significato  è quello di andare verso l’interno di un territorio.
Il viaggio discografico della band ha inizio nel Giugno 2014 con l’omonimo disco ricco di suoni hard rock vintage con afflati blues-progressive sparsi nelle dieci tracce dell’opera.
Line up: Andrea Giberti : voce, armonica,tastiere. Massimiliano Braglia: chitarra e batteria. Alessio Gambarelli: chitarra. Luca Orlandini :Tastiere. Nicholas Corradini  Batteria e chitarra e Riccardo Vecchi al basso


Album consigliato: Anabasi Road (2014)


domenica 11 gennaio 2015

Astralia

Dopo un album  d'esordio " Connected " nel declinare del millennio scorso, la band padovana degli Astralia nel 2011 fanno uscire, per Ma. Ra. Cash Records https://it.wikipedia.org/wiki/Ma.Ra.Cash_Records, un eccellente disco "Osmosis" dove coniugano prog sinfonico e poderose sprizzate psichedeliche per un prodotto vintage -cantato in inglese- ma realizzato con buon gusto.
La line up del disco prevedeva oltre al fondatore/compositore/bassista Riccardo Loriggiola, il fratello Massimo alla batteria/percussioni, Giovanni Binato alle chitarre e bouzouki, Dario Andrella alle tastiere e il vocalist Massimiliano Biolo.
Link utile: http://store.maracash.com/product_info.php?cPath=33_22&products_id=224&language=it


Album consigliato: Osmosis (2011)

sabato 10 gennaio 2015

Chaos

Definire l’ensamble trevigiano dei Chaos solamente progressive risulta davvero limitativo in quanto i loro viaggi sono una mistura variegata di psych-jazz-ethno-ambient.
Ecco la ricca formazione del loro ultimo lavoro -il quarto- dal titolo “Tecnica Mista” uscito nel 2013 per la Lizard Records nel 2013 : Andrea Battaglion: chitarra elettrica, e-bow, effetti; Gabriele Bruzzolo; percussioni acustiche e campionate, giradischi, laptop, elettronica, loops, fisarmonica giocattolo, oggetti, effetti; Paolo Lazazzara: percussioni, duduk, duduk basso, flauto navajo, selije flute, whistles, hulu-si, voce; Andrea Oddone Martin: sax soprano, EWI; Michele Palmieri: chitarra elettrica, basso elettrico a 5 corde; Joachim Thomas: tastiere, i-Phone, laptop, effetti; Stefano Bruzzolo: live mixing, effetti.

Qui in versione live 2014:

Album consigliato: Tecnica mista (2013)

giovedì 1 gennaio 2015

Unreal City

Il debutto di due anni fa del giovanissimo ensamble di Parma degli Unreal City con “La crudeltà di Aprile”   fu folgorante in tutti i sensi: 
Anche in questa occasione ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare in anteprima Il loro nuovo disco in uscita per AMS Records il 15 Gennaio dal titolo “Il paese del tramonto”.
Il lavoro non solo conferma l’impressione favorevole della seta pregiata che offre la band ma appare più maturo, vario ed affascinante nelle tessiture sonore.
Sette brani per settanta minuti di energico sound progressivo con pezzi lunghi mediamente otto/nove minuti eccetto l’ouverture strumentale iniziale di cinque minuti e la suite finale  Ex tenabrae lux di poco più di venti minuti divisa in quattro movimenti
Il giovane psiconauta Tarasconi (tastierista e compositore sia della musica, sia dei testi) si eleva a sommo sacerdote di cerimonia per un viaggio psyco-onirico darkeggiante-gotico dove, parafrasando un loro verso del disco, il percetto rinvigorisce là dove i sensi si permeano di emozioni.
Sono molteplici i corposi interludi strumentali ove le tastiere di Tarasconi si proiettano nel firmamento sinfonico, ben coadiuvate dal chitarrismo essenziale di Francesca Zanetta che, con i suoi "assoli", non è ombra del virtuosistico compagno Emanuele ma entità musicale i cui raggi di luce brillano anche di calor-color proprio. Anche la sezione ritmica di Federico Bedostri (batteria) e Dario Pessina (basso) offre un contributo importante per la riuscita dell’album. Guest star del lavoro sono l’ingegnere del suono Rossano Rox Villa al trombone/fisarmonica e il violinista Fabio Biale.
L’artwork dell’album, ad opera del grafico Eugenio Crippa, rappresenta Ishtar, figura controversa e doppia che, come un Giano bifronte, simboleggia - nel contempo- la vita e la guerra, la fertilità e la carestia, l’amore e la morte.
“Come Sisifo con la sua pietra/sconta la condanna con la sua empietà/restò di me solo il guscio vuoto di una larva/senza più un’umanità” così ne Lo schermo di pietra il cui video potete gustare nella sua interezza.