I cubani
Anima Mundi, si sono formati nella Primavera del 1996 grazie all’unione di
cinque studenti dell’Istituto universitario pedagogico dell'Avana (corso di
laurea in educazione musicale). La prima line up prevedeva: Roberto Díaz:
chitarre e voce, Virginia Peraz: tastiere, Ariel Valdés: batteria e
percussioni, Gustavo Comptis: basso e voce e Abel González: chitarre, tastiere
e voce. Con questa formazione hanno registrato tre demo nello scorso millennio.
Discograficamente, sono attivi dal luglio
2002 allorquando la Mellow Records del vate Mauro “Faraone” Moroni ha
pubblicato il primo album Septentrión. Successivamente, nonostante
innumerevoli cambi di line up, della formazione originaria sono rimasti solo
Diaz e Peraza, hanno rilasciato altri cinque album in studio: Jagannath
Orbit (2008), The way (2010), The Lamplighter (2013), I Me Myself
(2016) e Insomnia (2018). Grazie
a numerosi tour mondialihanno pubblicato anche due dischi dal vivo: Live in Europe (2012) e Once
upon a live (2018). Anima Mundi è un combo assai interessante che, su
base sinfonica, introduce sonorità celtiche, new age ed elementi folklorici, il
tutto con grande gusto musicale.
Line up dell’ultimo disco: Aivis Prieto: voce solista. Roberto Díaz:
chitarre elettriche e acustiche, basso, percussioni, voce. Virginia Peraza:
synth, Rhodes, Wurlitzer, Mellotron, Hammond, tastiere, percussioni, voce.
Yaroski Corredera: basso. Marco Alonso: batteria, percussioni, sassofono. Guest
star: Julio Padrón alla tromba.
Tra le realtà più sorprendenti del nuovo secolo inseriamo di
diritto gli Oaksenham, formatisi a Yerevan, la capitale dell’Armenia, nel 2001.
Una instrumental band che unisce tradizione folk, prog sinfonico, rock da
camera e un tocco jazzistico, il tutto con un connubio notevole. Dopo un live
nel 2002 auto prodotto dal titolo Woden’s Eve live, l’ensemble armeno ha
pubblicato due splendidi full lenght: Conquest of the pacific,registrato nel 2006 e
pubblicato ufficialmente dall'etichetta Musea nel 2007e il 20 Agosto 2018
solo digitalmente Upon all the living and the dead. In realtà quest’ultima
opera doveva vedere già la luce nel 2013 essendo stato registrato e mixato
nello studio "S'Harmony" di Yerevan tra il febbraio e l'agosto
2012, ma per una serie di misteriose circostanze si è fatto attendere per
un lustro. Il titolo Upon all the living and the dead (Su tutti i viventi
e i morti) riprende una frase del celebre novella del 1914 "The Dead"
(I Morti) di Jame Joyce: " His soul swooned slowly as he heard the
snow falling faintly through the universe and faintly falling, like the descent
of their last end, upon all the living and the dead " ( E lenta la sua
anima si abbandonò mentre percepiva la neve cadere debolmente su tutto
l'universo e cadere debolmente, lieve come la loro definitiva discesa, su tutti
i vivi e i morti).
Line up dell’ultimo disco: Vahagn Papayan: basso. Vardan
Harutyunyan: tastiere. Ashot Korganyan: batteria. Vardan Gasparyan:
Chitarre. Aram Asatryan: violino.
Ospiti speciali: Shushan Petrosyan voce, Valery Tolstov
flauto e Andranik Kochar: fagotto. Anahit Papayan, Sona Varpetyan,
Luisa Avagyan: soprano.
I Korekyojinn, nome che significa in giapponese “Questo Gigante”, si sono
formati nel 1998. L’ensemble, in realtà un trio, è un progetto di membri di
diverse band della scena rock progressiva / zeuhl giapponese e ha pubblicato dischi
su due etichette statunitensi: Tzadik Records e Skin Graft Records di John Zorn,
nonché sull'etichetta giapponese Magaibutsu il cui proprietario è il batterista
Tatsuya.
Il supergruppo giapponese ha pubblicato due live: Isotope (2005), Swan
Dive (2009) e sette album in studio di cui sei nel nuovo millennio: Arabesque
(2004), Jackson (2006), Tundra (2011), Korekyojinn & Akihisa Tsuboy:
Doldrums (2011), Fall Line (2015) e Kaleidoscope (2017). Il loro corposo sound totalmente
strumentale ha influenze jazz-rock e hard rock per scenari sonori estremamente
energici.
Line up: Yoshida Tatsuya (Ruins, Daimonji,Kōenjihyakkei): batteria. Nasuno Mitsuru (Ground Zero, Altered
States, Daimonji): basso, Kido Natsuki (Bondage Fruit): chitarra. Link utile: https://korekyojinn.bandcamp.com
Di Dewa Gede Budjana,nato il 30 agosto 1963 in Indonesia a Waikabubak, la seconda città più grande dell'isola di Sumba dopo Waingapu, già avevamo parlato:
L'artista indonesiano è un chitarrista/compositore,
già cofondatore negli anni 90 di una pop-rock band dal nome Gigi con cui dal
1994 al 2015 ha rilasciato ben ventidue
album. Musicista dal grande talento spazia con innegabile perizia dal jazz al
rock, dalla fusion a partiture tendenti al progressive.
Dal 1997 ha intrapreso anche una carriera solistica che l'ha portato ad
incidere dieci dischi di cui otto nel terzo millennio tra cui spicca il doppio
album, triplo se parliamo di vinile Zentuary del 2016. In questa uscita
discografica con marcate influenze etniche, il musicista balinese viene
affiancato da un cast stellare: Tony Levin al basso, i magnifici
batteristi/pianisti Gary Husband e Jack DeJohnette, i sassofonisti Danny
Markovich e Tim Garland, Guthrie Govan alla chitarra e la straordinaria
flautista indonesiana Saat Syah. Dodici tracce per oltre 100 minuti di
magistrale musica quasi tutta strumentale, con due brani cantati dalle vocalist
Ubiet e Risa Saraswati e un cameo dell’Orchestra Sinfonica della Repubblica
Ceca diretta da Michaela Růžičková. Un lavoro suntuoso, molto ambizioso, da
possedere assolutamente in discografia come il recente Mahandini (2019), lavoro
in cui ha collaborato con i chitarristi Jack Frusciante (Red Hot Chili Peppers)
Mike Stern (Miles Davis), con la deliziosa (in ogni senso) bassista indiana
Mohini Dey (classe 1996), il batterista tedesco Marco Minnemann (Steven Wilson)
e il tastierista Jordan Rudess (Dream Theater)
Raimundo Rodulfo è un chitarrista/polistrumentista e compositore
venezuelano nato a Maracay il 25 Novembre 1970, attualmente residente nel sud
della Florida.
L’ imprinting musicale avviene all’età di sette anni allorquando
si è unito alla Children Symphonic Orchestra come violinista, all'età di dodici
anni ha iniziato a studiare da autodidatta la chitarra classica per passare a
quattordici alla chitarra elettrica.Dal 1986 al 1992 si unisce a diverse band dove inizia a
fondere elementi classici con la musica rock permeata da suoni etnici del suo
paese, nel 1992 decide di intraprendere la carriera di solista. La discografia
si concretizza attraverso due album dal vivo e tre album in studio: Suenos/Dreams
(2000), Mare et Terra (2009) e Open Mind (2013). Tutte le
produzioni sono state eseguite con la collaborazione di un ampio e nutrito
gruppo di talentuosi e rinomati musicisti provenienti da diversi paesi. La proposta
sonora di Rodulfo, come ben chiarito da lui, non segue alcun tipo di genere o
stile: “Creo solo il tipo di musica che mi piacerebbe ascoltare, ed è
semplicemente tutta la buona musica”. Nello specifico ha sempre coniugato con
grande sensibilità folk-prog e symphonic-prog con sfumature jazzy, per proposte
fantasiose e ricche di colori emotivi che avvinghiano l’ascoltatore, cullato
tra intrecci elettrici e acustici di grande spessore artistico.
Sotto l'etichetta Phideaux si materializza un ottimo polistrumentista:
Xavier Phideaux nato il 14/01/1963 a Hastings-on-Hudson, un sobborgo di New
York City situato nella parte sud-ovest della città di Greenburgh, ma da anni
residente a Los Angeles autore di nove album: Fiendship (2003), Ghost
story (2004), Chupacabras (2005), 313 (2006),The great
leap (2006) Doomsday Afternoon (2007), Number seven (2009), Snowtorch
(2011) e Infernal (2018). Songwriting fresco e poco scontato fanno di
questo artista un genio assoluto del nuovo millennio dell'area melodica
progressiva, nelle sue lunghe suite sa attirare gli ascoltatori con tappeti
sonori suadenti che ti rimangono in testa fin dai primi ascolti.
Line up: Xavier Phideaux: voce, pianoforte, chitarra. Molly
Ruttan, Linda Ruttan-Moldawsky e Valerie Gracious: voce. Gabriel Moffat:
chitarra elettrica, dobro, produttore. Johnny Unicorn: tastiere, sax, voce.
Mark Sherkus: tastiere. Ariel Farber: violino, voce. Matthew Kennedy: basso
elettrico. Rich Hutchins: batteria.