Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

mercoledì 30 dicembre 2020

Top Five Italiana 2020

In Italia il rock progressivo ha spesso trovato dimora creativa, tra le eccellenti uscite che ho potuto ascoltare in quest'anno pandemico ne segnalo cinque in rigoroso ordine alfabetico.

LogoS: Sadako e le mille gru di carta

Ottima quarta prova per i veronesi LogoS che il 1 Luglio hanno rilasciato per la label  concittadina Andromeda Relix "Sadako e le mille gru di carta". Sei tracce per un ora abbondante di musica in cui il combo veneto si esprime al massimo livello con un concept album sul tema della guerra e del continuo potenziamento bellico. Il disco è dedicato alla memoria di Sadako Sasaki, una bambina sopravvissuta all'atomica di Hiroshima e ammalatasi di leucemia 9 anni dopo a causa delle radiazioni e morta dopo aver realizzato in ospedale 644 gru di carta con degli origami con l'obiettivo di arrivare a 1000 e vedere il proprio desiderio più grande esaudito come recita una antica leggenda giapponese. A livello sonoro le partiture si orientano verso il prog sinfonico con uso massiccio- ma mai invadente- delle tastiere con Zerman e Antolini che si integrano benissimo, struggenti le parti melodiche e un plauso alla genovese Montaldo (affermata tastierista de Il tempio delle clessidre) per la sua performance vocale nella quarta traccia "Il sarto".  Molto ricco anche l'artwork con, tra l'altro, le immagini delle opere di Marica Fasoli, artista di Bussolengo.
Line up: Luca Zerman: voce, hammond, synth. Fabio Gaspari: voce, basso, chitarra, mandolino. Claudio Antolini: pianoforte, synth. Alessandro Perbellini: batteria. Musicisti ospiti: Elisa Montaldo: voce. Massimo Maoli: chitarra. Simone Chiampan: batteria. Federico Zoccatelli: sassofono.
In ascolto la suite conclusiva "Sadako e le mille gru di carta" il cui testo recita: " Sadako che guarda volando leggera appesa alle mille gru di carta, storie di guerra natura nefasta migliaia di anni da prima di Sparta...."



Monjoie: Love sells poor bliss for proud despair

I liguri Monjoie (pronuncia Monjwà , grido di battaglia dei cavalieri franchi) anche nel 2020 continuano a percorrere le strade degli illustri lirici del romanticismo inglese e così dopo due anni dall'ottimo " And in thy heart inurn me" il 30 Giugno, sempre per la dinamica label trevigiana Lizard Records di Loris Furlan, hanno dato alle stampe "Love sells poor bliss for proud despair” il cui titolo in italiano è: "L’amore vende misero piacere per orgogliosa disperazione", un verso estratto dal componimento “The flower that smiles to-day” (Il fiore che sorride oggi) di ShelleyIl combo ponentino ispirato dalla poetica - dandone lustro- di John Keats, Percy Bysshe Shelley e George Gordon Noel Byron nei cinquantacinque minuti del disco ci guida in undici capitoli di folgorante bellezza, sia testuale, sia interpretativa (Alessandro Brocchi-il Brendan Perry italiano- è uno dei miei vocalist preferiti di questa porzione di vita), sia strumentale che si sviluppa su tappeto sonoro eterogeneo tra folk, musica etnica, sprizzatine jazzy, espansioni progressive e tocchi wave darkeggianti. 
Line up: Alessandro Brocchi: voce, chitarra classica ed elettrica, tastiere, tampura. Valter Rosa: chitarre acustiche ed elettriche, bouzuki. Davide Baglietto: flauti, tastiere, musette del Berry. Alessandro Mazzitelli: basso, tastiere,programmazione, percussioni. Leonardo saracino: batteria e percussioni.Edmondo Romano: sassofoni e clarinetti.Fabio Biale: violino.Matteo Dorigo: ghironda. Alessandro Luci: basso fretless. Lorenzo Baglietto: musette del Berry. Simona Fasano: voce recitante.
In ascolto e visione la settima traccia To Night dal componimento "Alla notte" di Shelley:"....la morte verrà quando sarai morta presto, troppo presto. Il sonno verrà quando sarai fuggita. A nessuno dei due chiederei la grazia. A te la chiedo , o notte adorata, veloce sia il tuo volo verso di me, vieni presto".



Quel che disse il tuono: Il velo dei riflessi
Quel che disse il tuono è un progetto che prende forma nel Gennaio 2019 grazie alla chitarrista e cofondatrice degli Unreal City, la talentuosa/fascinosa Francesca Zanetta con l'intento, assieme agli altri amici musicisti (vedi line up), di lasciare nuove e significative impronte sonore nel mondo progressivo del terzo millennio. Il disco d'esordio "Il velo dei riflessi", rilasciato il 20 Marzo 2020 per AMS Records, sei tracce per quasi cinquanta minuti di musica che inizia e termina con l'evocativo rumore del tuono, è un concept album  in cui Hammond, Mellotron e gli altri strumenti ci guidano in un viaggio profondo alla ricerca di noi stessi. 
Solennità compositiva/esecutiva e reminiscenze seventies, il tutto riportato in chiave moderna e freschissima per un prodotto significativo tra vellutate hard progressive e parti sinfoniche preponderanti. Il nome della band e Il full lenght sono un omaggio all'opera del 1922 " The Waste Land (La terra desolata) " del drammaturgo/poeta statunitense ma naturalizzato inglese T.S. (Thomas Stearns) Eliot (1888-1965), premio Nobel per la letteratura nel 1948. 
Line up: Francesca Zanetta: chitarre, tastiere addizionali. Niccolò Gallani (Cellar Noise): tastiere , flauto , voce. Roberto “Berna” Bernasconi: voce, basso. Alessio Del Ben: batteria, tastiere addizionali, voce. Ospiti: Claudio Falcone: voce. Claudia Mangano: cori. Giulia Zanardo: flauto.
In ascolto la quarta traccia "Il bastone e il serpente (quarto specchio) "


Sintonia Distorta: A piedi nudi sull’arcobaleno

Il 29 Febbraio la band lodigiana dei Sintonia Distorta, a distanza di cinque anni dall'album d'esordio, ha rilasciato - con la direzione artistica del poliedrico Fabio Zuffanti - "A piedi nudi sull’arcobaleno” per la Lizard Records-Locanda del vento. L'albumsei tracce per oltre tre quarti d’ora di musica, è’ un disco intriso di temi nostalgici ma vigoroso nel suo incedere, con la magnifica vocalità dalle tinte espressive variegate - di Simone Pesatori, autore della maggior parte dei testi. Momenti di melodia impreziositi dai fiati della new entry Miceli e contenuti verbali sempre molto pregnanti di esterocezione (parola che non avevo mai sentito in un brano musicale!) del messaggio auditivo per un full lenght che vede la partecipazione come ospiti, in un brano ciascuno, del vocalist genovese Roberto Tiranti, dei chitarristi Luca Colombo e Paolo Viani e dei Musici cantori di Milano condotti dal Maestro Mauro Pennaca. Un disco sulle assenze fisiche: vedi " Madre Luna"Sulle scomparse premature: vedi "Sabri".  Sullo sconfiggere i propri demoni: vedi "La rivincita di Orfeo", testi molto intensi accompagnati da un sound che spazia dall'hard rock progressivo a suadenti melodie per ballads di sicuro impatto emotivo. 
Line up: Simone Pesatori: voce, Giampiero Manenti: tastiere, seconde voci e cori e Fabio Tavazzi: basso e cori. Claudio Marchiori: chitarra ritmica, solista,acustica.  Marco Miceli: flauto e sax. Giovanni Zeffiro: batteria, seconde voci e cori.
In ascolto la prima traccia "Solo un sogno...(dimmi che ti basta) " 



Witchwood: Before the winter

La band di Faenza pubblica il terzo album a quattro anni di distanza dal precedente e colpisce totalmente nel segno con una combinazione sonora intrisa di heavy rock progressivo d'eccelsa qualità. L'album " Before the winter" rilasciato il 20 novembre in cd e doppio vinile per la Jolly Roger Records di Antonio Keller consta di nove tracce per il cd e dieci per il vinile che ha come chicca finale -bonus track-la cover Child Star dei T.Rex. La vigoria strumentale e interpretativa sono marchi di fabbrica per il combo romagnolo che ci fa immergere in un album denso di suggestioni seventies con quell'hard rock venato di prog con sprizzatine folkeggianti, splendide le incursioni flautistiche.
Line up: Riccardo "Ricky" Dal Pane: voce, chitarra, mandolino, percussioni. Andrea "Andy" Palli: batteria, percussioni. Stefano "Steve" Olivi: Hammond, piano, synth, Mellotron, Fender Rhodes. Luca Celotti: basso. Samuele "Sam" Tesori: flauto, armonica. Antonio "Woody" Stella: chitarre e cori. Ospiti: Diego Banchero: basso fretless. Natascia Placci: soprano. Jennifer Vargas: voce soul e cori.  
In ascolto e in visione la seconda traccia "A taste of winter"    
                                                   

 La mia proposta "non propriamente progressiva" italiana di quest'anno si indirizza verso una artista milanese di grande talento, ossia Annie Barbazza e il suo raffinatissimo primo album solista dal titolo evocativo "Vive" rilasciato il 29 febbraio dalla label Dark Companion.
Il disco della polistrumentista/cantante/compositrice lombarda nelle sue tredici tracce è una sublime ode alla bellezza , un lavoro intimista, essenziale, ardito, innovativo ove Annie (classe 1993) con la sua magnifica vocalità ci eleva psiche e cuore su vette di godimento fruitivo. 
In ascolto la decima traccia" Les ruines du sommeil"
      

                                                                                                                                          

martedì 29 dicembre 2020

Top Five Internazionale 2020

Eccoci come ad ogni fine anno a tirare le somme. Il 2020 rimarrà nella storia per altri ben più gravi motivi ma anche quest'anno abbiamo potuto ascoltare ottima musica progressiva. Tra tutto quello che ho potuto fruire posto, in ordine alfabetico,  la mia top five internazionale (classifica limitata e opinabilissima). 

Fren: Where do you want ghosts to reside
Esordio al fulmicotone per i Fren, banda polacca di Cracovia fondata nel 2017 e giunta quest'anno il 6 marzo alla pubblicazione del loro primo full lenght autoprodotto dal titolo "Where do you want ghosts to reside". Sei tracce per tre quarti d'ora di tappeto sonoro poliedrico e suadente, meramente strumentale, che ci porta su lidi sinfonici con aperture space, sensazioni canterburiane e possenti afflati jazzistici con la capacità tecnica degli strumentisti sempre in significativa evidenza.
Line up: Oskar Cenkier: piano, organo, Mellotron, sintetizzatore. Oleksii Fedoriv: batteria. Andrew Shamanov: basso, sintetizzatore. Michal Chalota. chitarra.
In ascolto la seconda traccia "Surge"


Fruteria Toni:  El porvenir està en las huevas
Giunti al terzo disco i Fruteria Toni, formatisi nella città portuale di Malaga nel 2007, proseguono  con la realizzazione di chicche sonore di ottimo livello.
La band andalusa ha rilasciato il 10 febbraio (su Bandcamp il 25 marzo) " El porvenir està en las huevas" ( in italiano il futuro è nelle uova) un lavoro autoprodotto di sei tracce per una quarantina di minuti di godimento sonoro che spazia brillantemente tra progressive sinfonico, 
jazz/fusion, blues, funk e sprizzate di musica classica.
Line up: Salva Marina (tastiere, piano, voce e cori). Curro García (basso e cori)
Jesús Sánchez (clarinetto e sax). Víctor Rodríguez (violino) e Adrián Jiménez (batteria)
Hanno collaborato: Lorena Alcaraz (flauto traverso), Eva Montiel (voce lirica e "grande urlo"), Camillo Botta (clarinetto basso)
In ascolto la prima traccia dell'album  dal titolo " Agonia and koyukuk" che narra le grottesche avventure e le peripezie di un salmone selvaggio del Pacifico dal colore argentato.



King Gizzard & The Lizard Wizard: KG

Gli eclettici King Gizzard & The Lizard Wizard si sono formati nel 2010 a Melbourne grazie a sette ragazzi, ambiziosi e formidabili polistrumentisti. Il combo, uno dei più prolifici- al mondo- del decennio, nel 2020 oltre a tre live in digitale (i cui proventi sono stati donati totalmente per i soccorsi ai devastanti incendi australiani ) hanno pubblicato il doppio vinile dal vivo Chunky Shrapnel uscito il 24 aprile e il sedicesimo album in studio "KG" - sottotitolato Explorations into microtonal tuning volume 2- rilasciato il 20 novembre per l'etichetta australiana Flightless Records. Il disco che è poi il sequel sonoro dell'album Flying microtonal banana del 2017, consta di dieci tracce per 41,52 di musica ed è caratterizzato dalla consueta eterogeneità di generi dal garage psichedelico all’acid rock, dal progressive alla surf music, passando per ballads melodiche simil folk.
Line up: Stu Mackenzie: voce, chitarra, basso,percussioni, tastiere, flauto, sintetizzatore,sitar, clavinet, xilofono,violino,vibrafono,fiati., Mellotron, clarinetto, organo . Ambrose Kenny-Smith: voce, armonica, tastiere, sintetizzatore, percussioni Joey Walker: chitarra, basso, voce, juno, baglama, percussioni sintetizzatore, elektron digitakt . Cook Craig: chitarra, basso, pianoforte, sitar, percussioni, clarinetto, flauto, sintetizzatore, tastiere. Lucas Harwood: basso,percussioni. Michael Cavanagh: batteria, percussioni.
In ascolto la seconda traccia "Automation" cantata e composta da Stu Mackenzie-che è anche il produttore del lavoro- il cui testo tratta del complicato rapporto tra esseri umani e intelligenza artificiale. 


Ring Van Mobius: The 3rd majesty
Ring Van Mobius, trio dell'isola di Karmoy all'estremità occidentale della Norvegia, è giunto al secondo disco il 30 ottobre con "The 3rd majesty". Il nuovo lavoro, quattro tracce per oltre 47 minuti di musica, riecheggia chiaramente sonorità vintage dei seventies, in particolare le tastiere di Thor Erik Helgesen fanno rimembrare il compianto di Keith Emerson, ma il valore della proposta, - seppur nostalgica - che ci trasporta su griglie conoscitive e consolidate, merita attenzione non solo da parte dei vecchi melomani progressivi come il sottoscritto.
Line up: Thor Erik Helgesen: Hammond L100, Fender Rhodes, Clavinet D6,Moog, campane tubolari, theremin, voce. Havard Rasmussen: basso. Dag Olav Husas: batteria, timpani, percussioni. 
In ascolto l'intero album


Zopp: Zopp

Gli Zopp, progetto del pluripremiato compositore per film e documentari nonchè ottimo polistrumentista Ryan Stevenson,  hanno rilasciato l'omonimo disco d'esordio il 10 aprile di quest'anno per l'etichetta indipendente inglese Bad Elephant Music e in download digitale.
L'album, nove brani per tre quarti d'ora di musica, è altamente influenzato da sonorità canterburiane, un genere che 
il musicista di Nottingham fin da ragazzino  ha imparato ad apprezzare grazie ai gusti paterni e all'incontro con dischi fondamentali quali quelli degli Hatfield and the North e degli Egg. Il tappeto sonoro orientato verso apprezzabili sfumature jazzy con aspetti melodici sopraffini rendono questo lavoro - godibile fin dal primo ascolto-  molto ben suonato e prodotto.
Stevenson nel disco si è cimentato con tastiere, Mellotron M4000D, organo Hammond, sintetizzatore analogico Arturia, organo Korg CX-3, pianoforte, Hohner Pianet T, basso, chitarre elettriche, synth Nord Electro, voce, sound design, rumori, registrazioni sul campo, percussioni. Con lui hanno collaborato Andrea Moneta (Leviathan): batteria, percussioni. Andy Tillison (The Tangent): tastiere e coproduzione.coproduzione. Caroline Joy Clarke: voce.  Theo Travis : flauto. Mike Benson: sassofono tenore.
In ascolto "V", la sesta traccia del disco.

Anche nel 2020 desidero segnalare un disco non progressivo che mi ha colpito positivamente nell'ascolto. La scelta è caduta su "Not our first goat goat rodeo" di Yo-Yo Ma, Stuart Duncan, Edgar Meyer & Chris Thile. L'album uscito il 19 Giugno per la Sony Masterworks segue dopo 9 anni il primo capitolo di un  "goat rodeo" il cui termine si riferisce a un evento caotico in cui molte cose devono andare per il verso giusto affinchè la situazione funzioni. Questo disco fila perfettamente con la magica alchimia sonora tra folk, country e jazz divisa in dieci tracce in cui i quattro musicisti: il francese di nascita, di genitori cinesi ma Newyorchese a tutti gli effetti Yo-Yo Ma (classe 1955 al violoncello), Stuart Duncan (classe 1964 al violino, banjo e voce), Edgar Meyer (classe 1960 basso e pianoforte) e Chris Thile (violino, mandolino, chitarra e voce) s'elevano magistralmente su tappeti sonori suadenti seppur non sempre di semplice fruibilità.
In ascolto e in visione la terza traccia "The trappings" ove il quartetto si fa accompagnare al canto da Aoife O'Donovan




venerdì 25 dicembre 2020

Ozone Park

Dell'ensemble sardo Ozone Park già parlammo del loro primo disco, vedi:
L'8 ottobre di quest'anno,  la formazione, ridotta a tre elementi: Giuseppe Chironi: voce, pianoforte, tastiere, elettronica. GianLuca Cossu: percussioni, tastiera Korg M1, basso elettrico. Alessandro Masala: batteria, ha dato alle stampe il secondo full length dal titolo "Planetarium. Il lavoro si articola in otto tracce per 50 minuti di musica che si differenzia dal disco d'esordio per una proposta meno fusion jazzistica ma più eterogenea spaziando su vari generi anche vicini alla scuola canterburiana dei seventies. Novità assoluta la presenza nel disco della voce- seppur filtrata -  in due brani: nella quarta traccia "Bingo Vegas" con una grottesca tombola spaziale in cui vengono declamati i numeri usciti  : " 52 son l'asinello con il bue....esce il 90 di paura c'è n'è tanta...", nell'ottava e conclusiva traccia "Bonus track"  con un particolare viaggio stellare  "ma come guidi la nostra navetta, sbandi a sinistra perchè questa fretta..." .
In ascolto la terza traccia dell'album: Kosmos


martedì 22 dicembre 2020

Zaal

A dieci anni di distanza http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=zaal, il progetto Zaal, nato nel 2002 dall'arte di Agostino Macor, si ripresenta con il terzo album in studio. Il dinamico tastierista genovese, musicista conosciuto per le sue innumerevoli presenze in line up di prestigiosi ensemble - all'interno della sfera Zuffantesca- quali  Hostsonaten, La Maschera di cera, Finisterre, L'ombra della sera etc... , il 9 ottobre di quest'anno ha rilasciato "Homo habilis" per la label Lizard records.
L'album , nove tracce - di cui una ghost- per quasi 50 minuti di musica, è meramente strumentale e Macor si fa aiutare come già nei precedenti dischi da numerosi e ottimi colleghi per un prodotto di grande spessore tecnico. Assieme ad Agostino Macor: pianoforte, sintetizzatori, organo, tastiere nel disco hanno suonato: Emanuele Ysmail Miletti: sitar. Sergio Caputo: violino. Paolo Furio Marasso: basso, contrabbasso. Francesco Mascardi: sax. Melissa del Lucchese: violoncello. Roberto Nappi Calcagno: tromba. Andrea Monetti: flauto. Alessandro Quattrino: percussioni. Federico Branca e Maurizio di Tollo: batteria. Edmondo Romano: fiati e legni.
Il tappeto sonoro "colto" è pervaso da "chiccherie" tra musica da camera, world music, afflati progressivi con poderose incursioni nell'universo jazzistico. Un prodotto di qualità registrato in presa diretta durante lunghe jam session collettive. L'artwork è stato realizzato Alexandru Nicolae Teodorescu https://www.behance.net/Alexandru_Teodorescu
In ascolto la prima traccia "Meccanica naturale"

lunedì 21 dicembre 2020

I Salici

I Salici, creatura progressiva friulana esistente dal 2009 , prendono il nome da una specie di piante del genere Salix della famiglia salicacee molto diffuse e presenti soprattutto in ambienti umidi come lungo i corsi d'acqua.
L'ensemble di Udine dalle sonorità prog folk psichedeliche ha finora rilasciato tre dischi:  il 21 Marzo 2012 " Nowhere better than this place, somewhere better than this place" , il 1 Luglio 2015 "Sowing light" e il 4 Aprile 2020 "The eyes of the unconscious riot" da loro descritto come un viaggio catartico da un inverno oscuro a una estate solare, risvegliando la nostra auto rivoluzione. In pratica un percorso interiore di crescita verso l'acquisizione della propria consapevolezza e autoefficacia, tutto questo attraverso nove tracce per 40 minuti di estensione sonora.  
Da rilevare che il combo friulano è dal 2008 l'organizzatore dell'esclusivo festival di Land Art Aeson, per approfondimenti https://www.aeson.it/la-storia/
Line up: Marco Stafuzza: viella medievale, mandola.Simone Paulin: tromba, corno, djembe. Stefano Razza: batteria e percussioni.. Stefano Rusin: basso, percussioni. Marco Fumis: chitarra elettrica, percussioni e l'autore dei testi -nonchè curatore del design e delle foto- Devid Strussiat: voce, chitarre acustiche e slide, e-bow, sax, flauti, effetti sonori 
In ascolto e in visione la quarta traccia dell'ultimo album " Awakened needs"

Album consigliato: The eyes of the unconscious riot (2020)



sabato 19 dicembre 2020

Mesmering

Alle spalle del progetto "ipnotizzante" Mesmerising vi è il musicista/compositore Davide Moscato classe 1977. La discografia prevede l'esordio nel 2012 con l'auto prodotto " The golden dawn of the tramp" pubblicato dalla Seahorse recordings con dieci brani  registrati al Rinosky studios di Rino Marchese a Trapani, con la produzione artistica di Paolo Messere. Nel 2016 sempre con la medesima label esce il ben più maturo "Mental maze", album di nove tracce che ottiene con il suo raffinato pop progressivo cantautorale due Akademia Music Awards in Florida per i due singoli "Crossing the infinity" e " From the ashes" e svariati passaggi radiofonici in tutto il mondo. Nel 2018 Moscato decide di affidarsi a  livello artistico al guru del progressive italiano ( e non solo) il poliedrico Fabio Zuffanti per registrare un nuovo disco al Zerodieci studio di Genova. Le registrazioni terminano nel novembre 2019  e il disco dal titolo "The clutters storyteller" vede la luce il 6 Giugno 2020 per Lizard Records. Quest'ultimo lavoro, dieci tracce per tre quarti d'ora di sound vede il buon Moscato, che ha firmato tutti i brani come autore di testi e musica, al canto e occasionalmente al piano e al synth. Accanto a lui danno un apporto fondamentale quattro/quinti della Z Band ossia Fabio Zuffanti al basso, Paolo"Paolo" Tixi alla batteria, Martin Grice al sax e flauto. Giovanni Pastorino alle tastiere, piano, mellotron, moog, hammond. Completa la line up  Simone "Simonetto" Amodeo, chitarrista del New York Ska Jazz Ensemble.
Toccante la dedica dell'album rivolta a tutte le vittime della strada in particolar modo alla mamma scomparsa tragicamente.
In ascolto l'intero album


Mesmerico

Mesmerico è un aggettivo che si riferisce al mesmerismo, la terapia di malattie o disfunzioni basata sull'applicazione delle teorie del  medico tedesco del 700 Franz Anton Mesmer https://www.treccani.it/enciclopedia/franz-anton-mesmer/, precursore dell'ipnosi. 
A livello musicale i Mesmerico  sono un progetto napoletano formatosi nel 2001 inizialmente come trio per poi trasformarsi in duo con Fabrizio Piccolo (chitarra) e Luca Bottigliero (batteria). Nel febbraio del 2009 la coppia partenopea, coadiuvata in un brano dal bassista Massimo Pupillo, ha dato alle stampe il loro unico album "Magnete" (Octopus Records http://www.octopusrecords.it) per poi sciogliersi nello stesso anno.
Il loro tappeto sonoro è un heavy/hardcore-rock progressivo di buon livello con pregevoli riff chitarristici. 
In ascolto la sesta traccia dell'album "Dentro il Vesuvio"




venerdì 18 dicembre 2020

Scherzoo

Gli Scherzoo sono una band che è stata fondata a Lione nel 2005 dal poliedrico compositore/polistrumentista Francois Thollot. 
Dopo vari cambi di line up e tre dischi registrati tra il 2011 e il 2015, nel 2017 - eliminando chitarra e sax ma introducendo un doppio tastierista- la formazione si stabilizza con Francois Thollot: basso, Clement Curaudeau: batteria. Gregoire Plancher: piano elettrico, mellotron. Anthony Pontet: piano elettrico, organo, synths e con questo quartetto sforna " 04" per la label Soleil Zeuhl  http://www.soleilzeuhl.com come i precedenti e  il 10 ottobre 2020 "05" per l'etichetta trevigiana Lizard Records http://www.lizardrecords.it di Loris Furlan. 
La loro proposta musicale, totalmente strumentale, è orientata verso vari generi progressivi quali zehul, canterbury, sinfonico con refoli fusion jazzistici.
In ascolto la sesta traccia dell'ultimo disco " Bacchanales Bucoliques"

Album consigliato: 05 (2020)


giovedì 17 dicembre 2020

Indra Art Project

Indra, nella religione induista, è una divinità guerriera che detiene il potere temporale essendo il signore della folgore, Dio del temporale, delle piogge, della magia. Nell'ambito artistico è un progetto (Indra Art Project)  che racchiude non solo musica ma anche danza e teatro. 
Per la parte più prettamente discografica l'ensemble molisano ha rilasciato due dischi: 
" Fossili"  nel 2017 e " Ceneri-Requiem per il sogno americano" nel settembre 2020.
Quest'ultimo full lenght, dieci tracce per oltre 40 minuti, è un concept album che racconta, con una voce narrante in ogni brano, i sogni di un ragazzo, appassionato di automobiline e motori,  che desidera una vita migliore lontano dal suo paese, è una dura storia di immigrazione, di sogni infranti, di lavori nei campi del Salento, di emarginazione  e di morte: " Vi regalo le mie vecchie scarpe affinchè possiate camminare tra sentieri verdi. Vi lascio un valigia da riempire di ricordi e di sogni che vi portino verso mete lontane. Vi regalo un libro da colorare con tutti i colori della vostra anima. Vi lascio le parole che non vi ho mai detto affinchè le impariate mentre mi alzo in volo per vedere dove siete..." ( da Manifesto, ultima traccia del disco). 
A livello musicale esuliamo dal progressive canonico ma la bellezza e l'eterogeneità della proposta sonora con possenti afflati folk affini alla world music e corpose incursioni jazzistiche di spessore mi hanno portato alla decisione di inserire- con gran piacere fruitorio- il tutto sul blog. 
Estremamente interessante anche il package del cd con un doppio adesivo che raffigura il nome della band in dotazione  l'artwork curato da Gabriele Tullo e mentre la parte grafica è stata curata da Antonio Armanetti.
Da questo lavoro è stato tratto uno spettacolo teatrale che di fatto racconta la vera storia del lavoratore immigrato Ion Cazacu, già denunciata da Dario Fo nel 2004 attraverso il libro "Un uomo bruciato"  scritto a quattro mani con la figlia dell'operaio ucciso selvaggiamente dalla furia cieca del proprio datore di lavoro. 
Line up: Mattia Strazzullo: piano, tastiere,synth/basso. GianLuca Vergalito: chitarre, sitar, basso. Antonio Armanetti: batteria, percussioni. Hanno collaborato: Jesus Blanco III : testi, voce recitante. Antonello Iannotta: tamburello.Alberto Romano: batteria swing. Antonio Scioli: zampogne,ciaramella e la Bakurosh Balkan Orchestra, vedi:  https://it-it.facebook.com/bukuroshbalkanorkestra/ 
In visione e in ascolto "Taranta Stomp", quarto brano dell'ultimo disco " Finite le scuole, tra stenti e cadute rovinose, mi alzai in volo per uscire dal nido materno. La mediana del salento era un muro che mi divideva dal mio prossimo futuro..." 



martedì 15 dicembre 2020

Ancient Veil

A distanza di oltre tre anni http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=ancient+veil riparliamo su questo blog di un lavoro degli Ancient Veil.
Il combo genovese ha infatti rilasciato l'8 Ottobre scorso un disco dal vivo "Unplugged live" (Open Mind-Lizard) registrato in 2 location sempre molto sensibili ad ospitare eventi di gran spessore musicale, ovvero  "La Claque " di Genova (12 maggio 2017 e 11 Novembre 2017) e "La casa di Alex" a Milano (19 Gennaio 2019). 
L'album consta di undici tracce per oltre 40 minuti di magico sound in cui alle sette tracce suonate in versione trio (fratelli Serri e Romano) si contrappongono quattro brani con la band al completo. Tre sono gli inediti: la strumentale A clouded mind, Return to the past e la traccia finale You'll become rain part two di cui è possibile apprezzare nel video  a conclusione di questo post. Ascoltare gli Ancient Veil è sempre una esperienza arricchente in quanto la linee melodiche sopraffine impreziosiscono la proposta folk progressiva e il piacere della fruizione si erge supremo! 
Sempre particolare la copertina e l'artwork del disco con la talentuosa pittrice Francesca Ghizzardi a donare la sua arte come già per i lavori precedenti del velo antico.
Line up: Alessandro Serri: voce, chitarre. Fabio Serri: voce, piano e tastiere. Edmondo Romano: sax soprano, clarinetto, flauti, low whistle. Massimo Palermo: basso. Marco Fuliano: batteria. Ospite speciale Marco Gnecco all'oboe.
Sito ufficiale: http://www.ancientveil.it

                  

venerdì 11 dicembre 2020

Corpo

Dopo quattro anni dalla diffusione pubblica delle registrazioni datate 1979, vedi: 
 http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=corpo i  Corpo, originari di Montesardo, frazione del comune di Alessano a circa 60 km da Lecce, rilasciano, sempre per la Lizard records, il loro terzo atto.
Il nuovo disco dei fratelli Francesco e Biagio Calignano consta di otto tracce per 33 minuti e 51 secondi, con la predisposizione di avere titoli estremamente lunghi alla maniera di Lina Wertmuller . I salentini  ci fanno immergere - con un tessuto elettronico di base- in universi sonori eterogenei tra effusioni jazzistiche, afflati psichedelici, struggenti rimandi canterburiani e  intuizioni free form alla maniera zappiana. Album non semplice ma ricco di fascinazioni per chi ama prodotti ben lontani da ottiche melodiche tout court. come ben sintetizza Andrea Pintelli in Mat 2020 dello scorso ottobre " I Corpo sono un gruppo unico, non raro, nessuno è come loro" http://www.mat2020.com/ultimo-numero.html . Da notare che i dipinti in copertina, nel libretto e sul retro sono di Francesco Calignano e che la prima traccia "Rue bourbon a New Orleans è dedicata al colto giornalista musicale Enrico Ramunni, già collaboratore storico della rivista Rockerilla.
Line up: Biagio Calignano: piano acustico e digitale, tastiere e sintetizzatori, basso synth, batteria. Francesco Calignano: chitarra, effetti, liriche. Musicisti ospiti: Ivana Cammarota: voce. Andrea De Jaco: basso. Giuseppe Amoroso: trombone, basso tuba. Fabio Cicerello: sassofono tenore, soprano. Antonio Grassi: tromba. Da sottolineare anche il cameo del "terzo fratello"  Mario Calignano che suona il basso nel sesto brano del disco "Francesco Calignano suona per Girolamo Melcarne", composizione dedicata al compositore e cantante del 1600, per approfondimenti sull'artista:   https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-melcarne_%28Dizionario-Biografico%29/.
In ascolto la seconda e più lunga traccia dell'album  (oltre sette minuti) "Musiche per la sepoltura di Gigia fedelissima cagnolina spartana".

venerdì 4 dicembre 2020

Nodo Gordiano

Dei Nodo Gordiano già parlammo in occasione dell'uscita del loro disco precedente nel 2014 http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=nodo+gordiano
Con una line up completamente rinnovata, il solo compositore De Luca è figura costante dal 1999, il 30 novembre 2020 è stato rilasciato il loro quinto disco "Sonnar" (Lizard Records).
L'ensemble sperimentale romano offre sempre, nelle sei tracce del lavoro per 54 minuti di musica, materiale non di facile fruibilità con una suite torrenziale di oltre 20 minuti, la quarta traccia " After dusk" in bella evidenza:  " ...life is hard and brings so much distress for sure..."
Ascoltare i Nodo è sempre un' esperienza estremamente stimolante per la eterogeneità delle proposte sonore essendo una band  difficile da catalogare in unico genere giacchè riescono a condurre il fruitore su vari terreni come ad esempio hard jazz rock e psyco prog (ma non solo), il tutto con grande coerenza compositiva.
Line up: Filippo Brilli: sax. Andrea De Luca: basso, chitarra, tastiere.Davide Guidoni: tastiere, percussioni, batteria. Natalia Suvorina: voci.
In ascolto la seconda traccia "Limbic rendez vous".


giovedì 3 dicembre 2020

Anandammide

Anandammide, il cui nome significa beatitudine in sanscrito - scrivibile anche con una sola M-, è un endocannabinoide che fa parte di una nuova classe di mediatori lipidici  ed è stato scoperto in laboratorio dal gruppo di ricerca del biologo/chimico israeliano Raphael Mechoulam (1930) dell'Università di Gerusalemme nel 1992, 
A livello musicale gli Anandammide sono un ensemble nato da un idea primigenia del 2007 del cantante/polistrumentista Michele Moschini (gia  voce e flauto dei pugliesi Floating State http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=Floating+State ) e concretizzatasi nel dicembre del 2017 allorquando il bassista inglese Owan Thomas ha iniziato a collaborare con lui. Negli anni successivi la line up, con sede centrale Parigi, si è allargata e modificata con l'abbandono di Thomas per il nuovo bassista Vernin e nel 2020 ha registrato all' Orange House di Montmartre - finalmente- il primo disco "Earthly People" rilasciato Il 23 novembre  per la Lizard Records.
Undici tracce complessive tra deliziosa melodia  e profonda spiritualità, con una intro dal titolo "Singer of an empty day" che prevede la lettura da parte di Stella Ramsden di un breve estratto del poema epico della metà 800 "The earthly paradise" (il Paradiso terrestre) del poeta e romanziere britannico William Morris (1834-1896) lettura accompagnata da tin whistle e chitarre suadenti, a seguire dieci brani, per quasi tre quarti d'ora di sognante magnificenza psyco-folk e progressive canterburiano. La vocalità di Moschini, sempre di grande fascino interpretativo e che non è " Not the poor singer of an empty day...il povero cantante di una giornata vuota...", ci conduce attraverso testi che parlano d'amore, ateismo, solitudine, utopia, anarchia e svariate tragedie umane.
Line up: Adrien Legendre.violoncello. Audrey Moreau: flauto. Michele Moschini: voce, chitarra,sintetizzatore, organo, flauto dolce,thin whistle, batteria e percussioni. Stella Ramsden: violino e voce. Pascal Vernin: basso
In ascolto e in visione la terza traccia dell'album : Lady of the canyon: " Flow through my mind in a colored Stream/Never ending source of life/Sculpting memories of what has been and that’s never gonna die....".

mercoledì 2 dicembre 2020

Fiaba

Dopo una attesa di ben otto anni i Fiaba, di cui già parlammo su questo blog:
http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2013/02/fiaba.html , si ripresentano a livello discografico con il nuovo album in studio "Di gatti di rane di folletti e di altre storie" rilasciato lo scorso 26 Ottobre e prodotto da Loris "Lizard Records" Furlan. 
Ascoltare la band siracusana è sempre un'esperienza godibile che ci proietta vigorosamente tra intrecci prog metal e folk con il giullare cantore dalla tonalità tenorile Giuseppe Brancato in grande spolvero. Undici tracce per oltre 50 minuti di puro sound Fiaba con i consueti testi immaginifici del compositore-musicista Bruno Rubino che ci fa vivere esperienze favolistiche attraverso re, principesse,dame dell'acqua,bivacchi di uomini, fate,folletti,rane, scorpioni, gatti con stivali o senza e la filastrocca di autore anonimo Ambarabàcciccìcoccò.
Line up: Giuseppe Brancato: voce. Massimo Catena e Graziano Manuele: chitarra elettrica. Davide Santo: basso. Bruno Rubino, autore di musica e testi, alla batteria, chitarra acustica e cori.
In visione e in ascolto la decima e penultima traccia del disco: Dentro il cerchio delle fate: "...Forse voi non mi credete se vi dico che i folletti, di cui non ricordo nulla,da bambino ,col mal tempo, si mettevano a sedere sopra il bordo della culla...."



lunedì 30 novembre 2020

Qirsh

I savonesi Qirsh, di cui avevamo già parlato nell'occasione del precedente disco http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2014/10/qirsh.html , hanno rilasciato nell'ottobre 2020 per la Lizard Records "Aspera Tempora parte 1" il loro terzo lavoro, sicuramente il migliore http://www.lizardrecords.it/qirsh-aspera-tempora-parte-1/ .
Il titolo, che in latino significa tempi duri/ situazioni difficili, riconduce la mente al periodo complicato che stiamo vivendo, ma come ben evidenziato nell' elegante digipack: "Fear is the darkroom where negatives develop. Fear generates our hardest moments, and the hardest moments generate fear. Don't fear hard times, the best times comes from here....la paura è la camera oscura in cui si sviluppano i pensieri negativi. La paura genera i nostri momenti più difficili e i momenti più difficili generano paura. Non temere i momenti difficili, da loro scaturisce il meglio".Di questi tempi, la cosa migliore per il melomane progressivo è dunque quello di ascoltare un disco come Aspera Tempora parte 1  in cui, senza astruse composizioni tecnocratiche magari fini a se stesse, si evidenziano griglie conoscitive, intrecci vocali e  melodie che immediatamente fanno breccia nel fruitore lasciando un buon gusto e un desiderio immediato di fare il bis , lasciando il cd nel lettore e premendo nuovamente play. 
Il concept album dell'ensemble ligure si dipana per sei tracce per quasi un ora di musica in cui il tema centrale sono le paure dell'uomo da quella adolescenziali a quelle divine passando tra i sentimenti più intimi di rabbia,solitudine e dolore.
Essendo un capitolo primo la speranza è che Aricò and co. non ci facciano aspettare molto tempo per rilasciare la seconda parte condendola ancora di quegli aromi progressivi di cui con l'incedere dell'età abbiamo sempre più bisogno e non è solo per motivi nostalgici. 
Line up: Andrea Torello: basso. Daniele Olia: chitarre, tastiere, voce. Leonardo Digilio: tastiere. Marco Fazio: batteria. Michele Torello: chitarre. Pasquale Aricò: voce, tastiere e Giulio Mondo: batteria.
In ascolto la prima traccia dell'album, la suite Rumors: "Ancora si andava a scuola, ricordo che io già temevo le voci......".

mercoledì 25 novembre 2020

La Maschera di Cera

La Maschera di Cera, mitico ensemble genovese della scena progressiva del nuovo millennio, finalmente a sette anni di distanza dall'ultimo lavoro in studio " Le porte del domani" https://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2013/04/la-maschera-di-cera.html , si ripropone con un magnifico disco dal titolo "S.E.I." (acronimo di Separazione, Egolatria, Inganno) rilasciato il 18 Settembre per AMS Records https://ams-music.it/wp/  in formato vinile, cd e digitale: https://lamascheradicera.bandcamp.com/album/s-e-i .
L'album di sole tre tracce per quarantacinque minuti di musica è permeato di grandi emozioni derivate sia dalla perizia compositiva ed espressiva degli strumentisti, sia dalla grande duttilità vocale di Alessandro Corvaglia che si conferma come uno dei singer più importanti del nostro tempo, interpretando con intensità testi assolutamente incisivi
Il tappeto sonoro prevalentemente sinfonico s'eleva verso lande folkeggianti, canterburiane e financo simil jazzistiche per un lavoro vario stilisticamente e di grande qualità in cui Zuffanti and co. hanno davvero messo cuore e psiche oltre la siepe delle sensazioni gradevoli, vero diletto per i melomani progressivi.
L'artwork davvero di grande impatto emozionale e grafico è stato realizzato dall'artista Eric Adrian Lee di Portland in Oregon https://www.instagram.com/ericadrianleedesign/?hl=it .
Per un approfondimento dell'opera rimando all'articolo dell'amico e collega di redazione del magazine Mat 2020 http://www.mat2020.com  Riccardo "scrittore (non solo) progressivo" Storti https://scrittoreprogressivo.wordpress.com/2020/10/11/la-maschera-di-cera-s-e-i-ams-btf-2020/ .
Line up: Alessandro Corvaglia: voce e chitarra acustica. Fabio Zuffanti: basso. Agostino Macor: tastiere. Martin Grice: flauto e sax. Paolo "Paolo" Tixi: batteria.
In ascolto Il tempo millenario, la suite d'apertura di oltre 21 minuti:  "Strade ormai  deserte, buia e fredda la città.Il suono dei miei passi il solo segno di vita. Torno dopo secoli è strano questo cielo, non riconosco niente, non mi oriento più..."
 


lunedì 23 novembre 2020

Salvatore

I Salvatore, ensemble norvegese attivo discograficamente dal 2000 al 2007, si sono formati nel 1998 ad Oslo grazie al polistrumentista John Birger Wormdahl coadiuvato da Ola Fløttum, Bjarne Larsen e Kjell-Olav Jørgensen. La storia racconta che i giovani nordici siano stati stimolati a formare una band dopo una sessione di ascolto del mitico gruppo kraut-rock tedesco Neu! di Michael Rother e Klaus Dinger.
Dopo aver rilasciato due dischi nel 2000, nel terzo millennio il combo per la Racing Junior Label ( http://www.racingjunior.com/rccatalogue.htm ) ha pubblicato quattro album: "Fresh" nel 2001, "Tempo" nel 2002, "Luxus"nel 2004 e "Days of rage" nel 2007 per poi sciogliersi nel giugno del 2008 per carenza di idee innovative.
Il tappeto sonoro è una elegante cavalcata elettro progressiva prettamente strumentale.
Tre dei quattro membri originali: Wormdahl, Larsen e Jørgensen, nel 2009 hanno formato la band indie rock dei Masselys.
Ultima line up: Bjarne Larsen: chitarra, basso, voce. John Birger Wormdahl: tastiere, chitarra, campionamento. Kjell-Olav Jørgensen: batteria Karim Sayed: batteria, percussioni. Jørgen Skjulstad alias  DJ Sissyfus: svariati strumenti. Anthony Barratt: chitarra. Leon Muraglia:elettronica

Album consigliato: Luxus (2004)

domenica 22 novembre 2020

United Progressive Fraternity

Gli United Progressive Fraternity (UPF) si sono formati il 31 marzo 2014 dalle ceneri degli Unitopia http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2019/12/unitopia.html grazie al talentuoso cantante Mark Trueack, al chitarrista Matt Williams, al batterista Dave Hopgood e al percussionista Tim Irrgang coadiuvati da altri valenti musicisti su cui tra tutti spicca il nome del mitico polistrumentista Guy Manning (Manning, The Tangent, Po90).
Il primo disco di questo nuovo ensemble australiano “Falling in Love with the World" uscito nel 2014 vede la presenza di numerosi strumentisti tra cui gli illustrissimi ospiti Jon Anderson al canto e Steve Hackett alla chitarra. Anche il secondo e per ora ultimo lavoro “Planetery Overload part 1, Loss” rilasciato nel 2019 si contraddistingue per la presenza di molteplici ospiti oltre a Steve Hackett, vi partecipano i cantanti Jon Davison e Lisa Wetton e il chitarrista milanese Ettore Salati.
A livello sonoro l’impronta degli Unitopia è stata mantenuta musicalmente, con una combinazione di qualità sinfoniche progressive con melodie più semplici seppur con tinteggiature più hard.
Da sottolineare che, come per gli Unitopia, gli splendidi artwork degli album sono ad appannaggio dell’artista  Ed Unitsky (Flower Kings, Moongarden, Tangent, Starcastle e altri…) http://unitedprogressivefraternity.com/site/artwork_ed_unitsky/.
Line up del secondo disco: Mark Trueack: voce. Steve Unruh / violino, chitarre (elettriche, acustiche a 12 corde, slide), sitar, mandolino, flauto, tastiere, congas, kalimba, tabla, percussioni. Christophe Lebled: tastiere, pianoforte, sintetizzatori,Matthew Atherton: synth, voce. Marek Arnold: sax. Daniel Mash e Mark Franco: basso. Joe Toscano: batteria, voce.

Album consigliato: Planetery Overload part 1, Loss (2019)

martedì 17 novembre 2020

This Is Your Captain Speaking

I This Is Your Captain Speaking (frase tipica dei voli di linea: “questo è il vostro capitano che vi parla”) è un progetto di un trio di Melbourne composto da Nick Lane (chitarra, mandolino), Steve Ward (chitarra) e David Evans (batteria).
La band australiana, dopo un omonimo E.P. autoprodotto in CDr nel 2003, ha ottenuto gratificazioni dalla critica internazionale per l'uscita del loro album di debutto, l’autoprodotto "Storyboard" nel maggio 2005. Il disco, registrato nella biblioteca di una scuola elementare, sette tracce per 66 minuti di musica è stato poi ristampato l’anno successivo dall'ormai defunta etichetta britannica Resonant Records  (https://www.facebook.com/Resonantrecordlabel ) per il mercato europeo.
Nel novembre 2008, sempre per la label britannica e sempre in trio ma con Set Rees al posto di Ward, hanno pubblicato "Eternal Return".
L’ultima fatica discografica, per ora, risale al 1° gennaio 2013 con “Arc” con il ritorno di Steve Ward al posto di Rees. Da notare che nel 2006 è uscito un CDr con cinque tracce live e un demo dal titolo “European Tour EP”.
La proposta della band è un coinvolgente, energico e suadente post rock meramente strumentale.

Album consigliato: Eternal return (2008)

lunedì 16 novembre 2020

Ochre

Gli Ochre sono una band australiana che si è formata nel 1996 grazie a Kim Benzie (chitarra) e il suo amico Aaron (voce). Nel 1997 Andy Dauth (batteria) si è unito al duo e nel 1999 Stewart Hill (basso) è entrato a far parte del gruppo. Si sono trasferiti a Brisbane all'inizio del 2000. Quando Aaron ha lasciato l’ensemble per unirsi a una setta religiosa, i tre musicisti rimasti hanno proseguito, registrando la prima prova discografica all’inizio del 2001: un E.P. di mezz’ora dal titolo “Awakenings” con il chitarrista Benzie alla voce. Poco dopo si sono uniti alla band Anna Walkenhorst (tastiere) e Tony McCall alla batteria in sostituzione di Dauth. Con questa formazione a quattro hanno rilasciato il secondo E.P. “Horizon” nell’agosto 2002. 
Dal 2003 della band non si seppe più nulla e nel 2006 fu annunciato l’ufficiale scioglimento. Kim Benzie e Hill sono poi divenuti componenti dei Dead Letter Circus (vedi:

Album consigliato: Horizon (2002)

venerdì 6 novembre 2020

Voyager

I Voyager sono una band progressive metal di Perth, nell'Australia occidentale.
L’ensemble, fondato nel 1999 da tre studenti universitari: il cantante Danny Estrin, il tastierista Mark Baker e il batterista Adam Lovkis, è attivo discograficamente 2003.
In questo lasso di tempo ha pubblicato sette album, cinque singoli e quattordici videoclip ufficiali, se non ci fosse stato l’emergenza Covid in tutto il mondo avrebbe dovuto rappresentare l’Australia all’Eurovision Song Contest 2020.
Da notare che della formazione originaria il solo Daniel Estrin (voce, tastiere) è intervenuto in tutte le produzioni discografiche.
La proposta musicale vibrante ed energica, soprattutto nei live act, è descritta dalla band come "epico electro progressive power pop metal" il tutto condito da melodia accattivante e solidi interventi vocali.
Line up: Simone Dow: chitarre. Alex Canion: basso e cori. Scott Kay: chitarre. Ashley Doodkorte: batteria e l’unico membro fondatore ancora presente Danny Estrin: voce e tastiere.

Album consigliato: I am the revolution (2009)

giovedì 5 novembre 2020

Arnioe

L'australiano Arnioe, noto anche come Arn.Ioe e Arn10e, è il moniker creativo utilizzato dal poliedrico compositore, polistrumentista e cantante Aron Scharfegger, 
(vedi: https://www.facebook.com/ascharfegger ) originario di Nowra, una cittadina di quasi 40000 abitanti della regione del Nuovo Galles del sud a 160 km da Sydney.
Il prolifico musicista ha prodotto finora l’ E.P. To be or not ( febbraio 2013) e ben dieci album:  Forever free (dicembre 2007), For I've been there (maggio 2008), Sick son (febbraio 2009), il doppio So heaven is gone (gennaio 2010), Ate my words (gennaio 2011), One before X (marzo 2012), Tension and release (giugno 2013), The levenworth files (aprile 2014), Doesn’t it end here (maggio 2015) e The ten years (18 marzo 2016). Quest’ultimo è un interessante album di cover di oltre cinquanta minuti ove Scharfegger rilegge con il proprio gusto personale -omaggio riverente ai suoni e alle atmosfere- sette brani storici che sono stati il suo imprinting per divenire musicista ( Look at Yourself degli Uriah Heep, Who's Next degli Who, Paranoid dei Black Sabbath, Meddle dei Pink Floyd, Made in Japan dei Deep Purple, Aqualung degli Jethro Tull e Close to the Edge degli Yes).
In quasi tutti i dischi il versatile artista è stato coadiuvato da altri musicisti per un prodotto di buona fattura incline allo space rock melodico con spunti psichedelici.
Sitoufficiale:http://www.arnioe.com/?fbclid=IwAR1diTWK-LlvBRcG8sxb2Wch1jDkYakLmarzoQzEHiy58xhJwFFPTHY3kwo

Album consigliato: So heaven is gone (2010)

mercoledì 4 novembre 2020

Superdensecrushloadfactor

Il progetto Superdensecrushloadfactor (tutto rigorosamente attaccato) è stato creato a Melbourne nel 2011 dal polistrumentista Gabe Buller. 
Il musicista australiano ha iniziato a suonare la batteria dall’età di sei anni per poi passare alla chitarra a 13 e via via ad altri strumenti (tastiere, basso, percussioni, mandolino, tromba, cetra etc…) iniziando anche a comporre brani in un self made man attraverso strutture digitali. 
Dal 2011 al 2018 ha rilasciato solo a livello digitale ben nove full lenght e due E.P. 
La sua proposta sonora prevalentemente strumentale spazia dal dark avant-metal al rock lo fi con sfumature prog, ambient e fusion.
Link utile: https://superdensecrushloadfactor.bandcamp.com/music

Album consigliato: Words can’t say (2015)

domenica 25 ottobre 2020

The Zygoma Disposal

The Zygoma Disposal è una band belga attiva dal 2008 al 2018. In questo periodo hanno rilasciato due album "The forgotten" nel gennaio 2013 per la piccola etichetta The Front Agency, l'autoprodotto"The highest court" nel maggio 2016 e il demo E.P. "Flesh.Maid.Void" nell'ottobre 2010.
La proposta musicale dell'ensemble è orientato verso sonorità metal progressive con death, jazz e djent che si intersecano in maniera sufficientemente innovativa. Uno degli elementi più catatteristici è l'eccellente diversità dei riff di chitarra eseguiti da Kenzo.
Ultim line up: Eben V.: voce. Kenzo G.: chitarre. Jonas V.B.: basso. Gert S.:batteria.
In ascolto Like diamonds, l'ottava e penultima traccia del loro primo disco

Album consigliato: The forgotten (2013)