Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

giovedì 30 dicembre 2021

Top five italiana 2021

Come di consueto, eccovi - in ordine alfabetico- le mia personalissima top five progressiva italiana estratta dai dischi che ho potuto ascoltare in questo 2021 che sta declinando con tutta la sua complessità.

Mobius Strip: Time Lag

Il 12 luglio distribuito dalla Ma.Ra.Cash Records è stato rilasciato "Time lag", naturale evoluzione rispetto all’ omonimo album d’esordio datato 2017 dei Mobius Strip,  ensemble proveniente da Sora (provincia di Frosinone).
Luciano Gap nel suo blog http://aut-frosinone.blogspot.com/2021/10/laffascinante-viaggio-in-time-lag-il.html ha ben sintetizzato l'essenza del nuovo lavoro affermando che si tratta di un disco "aperto, ricco di colori, sfumature timbriche, anche se non viene mai meno la ricercatezza ritmica. Tracce piene di suoni ma, nello stesso tempo, ariose. Ogni brano è una piccola suite dove ogni movimento è prezioso, sorprendente, ma, indubbiamente, inserito perfettamente nell’architettura armonico-ritmica".
Time lag, nei suo 50 minuti di musica per sei tracce prettamente strumentali a parte l'ultimo brano, è eterogeneo e imprevedibile facendoci esplorare territori sonori dal canterburiano colto alla jazz fusion progressiva più suadente.
Come nel precedente cd la copertina, molto articolata, è opera di Francesco Tersigni,  all’interno dell'esaustivo libretto c’è una immagine che è una chiara citazione al capolavoro del cinema muto “Viaggio nella luna” di Georges Mèliés realizzata da Max Marchini, il grafico della Ma.Ra.Cash Records.
Line up:  Lorenzo Cellupica: piano, organo, tastiere, voce. Nico Fabrizi: sax tenore, sax alto, sax soprano, percussioni. Eros Capoccitti: basso elettrico, percussioni. Davide Rufo: batteria, percussioni. Ospiti: Fabio Gelli e Giacomo Serino: tromba. Romeo Venditti: trombone. Simone Marcelli e Massimo Izzizzari: chitarra elettrica. Caterina Sebastiano, Debora Camilli e Andrea Martini: voce.
In ascolto l'intero disco


Noisy Diners: 
The Princess Of The Allen keys (The history of Manto)

Il progetto Noisy Diners ha preso forma grazie a nomi già noti e apprezzati del mondo musicale quali il tastierista Cristiano Roversi (dai Moongarden in avanti, una delle principali icone per noi vecchi melomani progressivi) e il chitarrista Fabrizio Dossena (ottimo interprete di De Andrè). 
Il loro album di debutto "The Princess Of The Allen keys (The history of Manto)" , registrato con l'auxilio di alcuni ospiti tra cui spicca lo svedese, ma statunitense di nascita, Nad Sylvan, l' attuale vocalist di Steve Hackett, è stato rilasciato digitalmente a gennaio e come supporto cd il 21 maggio.
Il disco, dalle tinte rock opera e primo atto di una trilogia, è un concept album che "racconta" la leggenda della maga Manto (per la mitologia greca terza figlia dell'indovino cieco Tiresia di Tebe) e della nascita della città di Mantova (luogo di residenza dal 2012 di Dossena).
Sette tracce per quasi 56 minuti in cui il sound sinfonico di sapore genesisiano si eleva su picchi di godimento fruitivo con sprizzatine jazzy, cambi di tempo e virtuosismi mai fini a se stessi con la notevole vocalità di Donata Luani (Manto) in grande evidenza.   
Da sottolineare infine la splendida copertina ad opera dell'artista argentino Daniel E. Dankh (classe 1959) https://www.facebook.com/daniel.estebedankh.3.
Per chi desidera andare più in profondità su questo lodevole progetto consiglio caldamente la lettura del blog dell'amico e concittadino Athos Enrile ove troverete anche una intervista a Fabrizio Dossena http://athosenrile.blogspot.com/2021/04/noisy-diners-princess-of-allen-keys.html.
Line up: Cristiano Roversi: tastiere, Chapman Stick, orchestrazioni classiche,Davide Jori: chitarre elettriche. chitarre. Fabrizio Dossena: chitarra acustica. Erik Montanari: chitarre elettriche, chitarre acustiche. Ezio Secomandi: batteria. Mirko Tagliasacchi: basso. Antonio De Sarno: narrazione. Donata Luani: voce "Manto". Ospiti alla voce Nad Sylvan "Virgilio", Stefano Boccafoglia "Tiresia". Beatrice Cotifava "La principessa delle chiavi a brugola " Aran Bertetto "Caronte" e Mauro Negri al sassofono.
In ascolto l'intero album

Raven Sad:  
The leaf and the wing

L'ensemble toscano del poliedrico musicista/compositore pratese Samuele Santanna, dopo una gestazione di un paio d'anni, ha rilasciato Il 2 febbraio la quarta fatica discografica  "The leaf and the wing" per Lizard records.
Il disco, otto tracce (tre strumentali) per quasi settanta minuti di musica, riconcilia il melomane progressivo diversamente giovane con lo scenario musicale odierno intriso di rap, trap e auto-tune ma che non entra minimamente nelle proprie corde emotive.
Il disco è un concept esistenzialista che prende forma narrativa il 20 luglio 1969 (giorno dello sbarco sulla luna) allorquando il protagonista Will Weaker -seduto in salotto- è in procinto di sprofondare nel consueto momento di confidenza con le sostanze, cercando di raggiungere l'oblio narcotico sapendo che dopo quella notte l'umanità non sarà più la stessa.
L'album è un gioellino armonico assoluto, sospeso tra le alte sfere della psichedelia progressiva melodica di ottima fattura con il cantato di Gabriele Marconcini   ( Merging Cluster e Biofonia ) che si eleva su vette di godimento affiancato al chitarrismo di Santanna emozionale nel suo incedere sia in assolo , sia in accompagnamento essendo sempre di gran spessore l'affiatamento con il "vecchio" compagno di note musicali il pistoiese Trinci. 
Anche la "nuova" sezione ritmica è in gran spolvero con Geri e Carnesecchi. 
Come è scritto nella back cover del cd: " Mystery creates wonder and wonder is the basis of a man's desire to understand....Il mistero crea meraviglia e la meraviglia è la base del desiderio dell'uomo di capire" ( Neil Armstrong ) e ascoltando il disco più volte ci si meraviglia come esso, tra dolcezza ed energia, cresca di ascolto in ascolto, qualità precipua per i lavori d'alto lignaggio artistico. 
Line up: Samuele Santanna: chitarre. Fabrizio Trinci: tastiere, cori. Marco Geri: basso. Francesco Carnesecchi :batteria e il vocalist Gabriele Marconcini.
In ascolto l'intero album.

Reverie: 
Orpheus

Dopo una lunga pausa discografica di sei anni, a seguire del brillante full lenght del 2015 in dialetto friulano "Gnos furlanis, il Timp dal Sium" che ha ottenuto una nomination nella categoria "Miglior album in dialetto o lingua minoritaria" del prestigioso premio Tenco, i Rêverie, si ripresentano il 15 aprile con 35 minuti di musica di grande spessore tecnico ed emozionale con il cd "Orpheus" (distribuzione BTF https://www.btf.it/orpheus.html ).
Un concept album che si basa liberamente  sui " Sonetti a Orfeo" del drammaturgo/poeta austriaco Rainer Maria Rilke (1875-1926),  su "Alcyone" di Gabriele D'Annunzio (1863-1928) e sulle  "Metamorfosi" di Publio Ovidio Nasone (43 a.c.-18 d.c.).
Il mito greco di Orfeo, il cantore che ammaliava l'uomo e la natura, viene così glorificato in una suite di tredici tracce divise in cinque parti (Un gesto nel silenzio, Anime amanti, Costante metamorfosi, Invisibile poesia, Dalle immensità lontane) più un prologo (Stabat nuda aestas) e un epilogo (...Et spicea serta gerebat).
Protagonisti di questa "meditazione in musica" sono il  polistrumentista milanese Valerio Vado il quale, deus ex machina della composizione musicale e degli arrangiamenti, suona chitarre, bassi, bass pedals, effetti, mellotron, percussioni e la vocalist  Fanny Fortunati la quale attraverso il suo strumento straordinario che è la voce (si occupa anche degli arrangiamenti vocali) offre momenti di rispettoso e intenso lirismo celebrando i versi tradotti in italiano di Rilke e trasportando il fruitore su vette di assoluto godimento cerebrale:"....in questa straripante notte tu sii la magia all'incrocio dei tuoi sensi ....".
L'accompagnamento strumentale di Vado è -more solito- efficace con una trama minimalista elaborata  e mai inopportuna di suoni e una predilezione del sottoscritto per le sue parti chitarristiche.
Da segnalare l'artwork e le arti visive con le composizioni pittoriche originali di Mariangela Zabatino https://www.mariangelazabatino.it


Syndone: Kama Sutra

L'ensemble torinese dei Syndone si ripresenta dopo tre anni da "Mysoginia" con "Kama Sutra", uscito per la Ma.Ra.Cash.Records il 25 agosto.
L'opera, ottavo album in studio, cantato interamente in inglese, nelle sue undici tracce (dodici nella unlimited edition) per tre quarti d'ora di musica, intreccia molteplici stili e influenze:  prog sinfonico, RIO, Canterbury, musica da camera contemporanea, hard rock, opera, jazz, il tutto per un prodotto di alta qualità, intriso di ricercatezza strumentale.
E' un concept album con al centro la parola Kama Sutra ( per approfondimenti rimando a
https://www.treccani.it/enciclopedia/kamasutra/ ) e le sue declinazioni sull'amore, il consumismo, la caduta degli dei, la mercificazione del corpo.
Line up: Nick Comoglio: Hammond, Moog, Juno-DS, Mellotron. Riccardo Ruggeri: voce
Marta Caldara: vibrafono, timpani: Gigi Rivetti: piano, Wurlitzer, Rhodes, Hammond, clavinet
Simone Rubinato: basso, fretless, Taurus bass. Eddy Franco; batteria e percussioni. 
Ospiti: Riccardo Diggiani: sitar. Annie Barbazza: voce. Gianluca Cagnani: organo a canne. David Jackson: sassofono. Vincent Boniface: flauto di cristallo. Claudio Adamo: chitarra elettrica. Andrea Manco: flauto: Luigi Finetto: oboe. Luigi Picatto: clarinetto.
Da rilevare inoltre la straordinaria partecipazione dell' Orchestra Sinfonica di Budapest, diretta da Francesco Zago.
Sito ufficiale: https://www.syndone.it
In ascolto la quarta traccia Into the kama con Annie Barbazza

Desidero, more solito, segnalare un disco non progressive che mi ha particolarmente colpito nell'ascolto, quest'anno mi dirigo in Sardegna, terra di origine di mio nonno paterno nonchè di Jacopo Incani in arte Iosonouncane.
Il poliedrico musicista insulare, attivo discograficamente fin dal 2010, il 14 maggio di quest'anno con il colossale doppio LP Ira ha davvero toccato apici di freschezza e originalità tra testi che mischiano "inglese, arabo, francese, spagnolo, tedesco e italiano, un idioma ipotetico dello sconfinamento, della migrazione, dell’uomo che marcia per terre e nuota per mari alla ricerca di quella liberazione che coincide, per noi che lo seguiamo in quest’ascolto, con la catarsi che ci investe dopo il dramma" (Rolling Stone 5 maggio 2021) e composizioni musicali che mettono insieme elettronica, sound etnico, afflati cosmici, jazz contemporaneo e molto altro, il tutto per un lavoro sopraffino che merita nelle sue quasi due ore di durata una attenzione particolare.
Da rilevare anche la continua differenziazione dei registri vocali dell'artista sardo classe 1983, una delle realtà più fascinose dell'odierno panorama nazionale.
In ascolto Jabal, quarta traccia su diciassette dell'album
a

domenica 26 dicembre 2021

Top five internazionale 2021

Nonostante la situazione complessa per la pandemia, sono state molteplici le uscite discografiche 2021 nella galassia Progressiva o similare. A seguire,  tra gli album che ho potuto ascoltare, i miei preferiti in ordine rigorosamente alfabetico

Amarok: El ojo del mundo
A sei anni di distanza dal precedente album "Hayat yolunda", gli spagnoli Amarok ci deliziano con il nono full lenght in studio  "El ojo del mundo" uscito il 1 giugno per la label messicana Azafran Media. Quest'ultimo lavoro è assolutamente innovativo in quanto, accanto a strumenti del nostro tempo (vedi line up) e al magico Theremin,  vengono suonati strumenti antichi e fascinosi quali la medioevale Ghironda, il kanun turco: una cetra trapezoidale a 78 corde, considerata il pianoforte dell'Oriente e altri strumenti orientali come il santur persiano, il saz e il tar, tutti suonati da Robert Santamaria, il vero deus ex machina del progetto.
Questa seducente combinazione è al servizio di un'idea: l'occhio del mondo ci guarda, ed è terrorizzato da quello che stiamo facendo al pianeta, tutto ciò si realizza con sessanta minuti di musica per otto tracce dove la musica a sfondo etnico si fonde con il progressive per una miscela di grande valore artistico, il tutto impreziosito dalla vocalità di Marta Segura, altro elemento di assoluto gradimento per un ottimo disco.
Line up: Marta Segura: voce. Manel Mayol: flauto traverso, didgeridoo. Pau Zañartu: batteria, hang elettronico. Marc Egea: ghironda. Tarik Smith: tromba. Miguel Arce: basso. Robert Santamaría: kanun, saz, tar, santur, tastiere, chitarra a 12 corde, autoharp, glockenspiel, fisarmonica, percussioni: Ospiti Víctor Estrada: theremin. Coloma Bertran: violino. Núria Martínez: palms.


Caligonaut: Magnified As Giants
Caligonaut è un progetto solista del norvegese Ole Michael Bjørndal, valente musicista, noto per aver suonato con Oak, Airbag, Gentle Knife,Bjørn Riis. 
Il suo album d'esordio "Magnified As Giants" è stato pubblicato il 26 febbraio dalla label Apollon Records https://www.apollonrecords.no.
Quattro tracce per cinquanta minuti di musica portatrice sana di melodie coinvolgenti che lasciano spazio a momenti introspettivi, quasi malinconici, per la delicatezza della proposta con ottimi assoli chitarristici. 
Line up: Ole Michael Bjørndal: chitarre, voce. Kristian Karl Hultgren: basso. Lars Fredrik Frøislie: tastiere, mellotron, sintetizzatori. Andreas W. S. Prestmo: cori. Henrik Fossum e Arild Brøter: batteria. Iver Kleive: organo da chiesa. Åsa Ree: violino, cori. Stephan Hvinden: chitarra ritmica.


Cast: Vigesimus
Vigesimus è il ventesimo album in studio della mitica band messicana dei Cast attiva fin dal 1978. Il full lenght è stato rilasciato dalla label Progressive promotion records 
https://www.facebook.com/pages/category/Public-Relations-Agency/Progressive-Promotion-Records-106620749394991/   per il mercato europeo il 5 marzo e per il resto del mondo il 21 marzo. L'album, dieci tracce per 76 minuti di musica, si caratterizza -more solito- per le tastiere del bandleader Luis Alfonso Vidales in bella evidenza, notevoli gli interventi del violinista Roberto Izzo, il tutto per un tappeto sonoro prog-sinfonico di eccellente caratura con elementi più heavy e jazz rock. 
Line up:  Luis Alfonso Vidales: tastiere. Bobby Vidales e Lupita Acuña: voce. Claudio Cordero: chitarre. Roberto Izzo: violino. Carlos Humarán: basso, cori. Jose Antonio Bringas: batteria, percussioni.



Ciccada: Harvest
Per i greci Ciccada comporre opere di pura bellezza fruitiva è una missione fattibilissima in quanto giunti al terzo album in studio dal titolo evocativo "Harvest" confermano quanto di buono avevano già realizzato nei dischi precedenti. Harvest, rilasciato il 23 aprile per la label londinese Bad Elephant Music https://music.badelephant.co.uk, in sei tracce per oltre tre quarti di musica, ci offre una sessione strumentale sempre delicata con passaggi dolci e piacevoli supportate da una vocalità, sia femminile sia maschile, adattissima al contesto sonoro che eleva il prog folk con sprizzatine jazzy a livelli sublimi. Tutte le canzoni sono state scritte e arrangiate da Yorgos Mouhos e Nicolas Nikolopoulos, mixate da Yiannis Tountas.
Da segnalare la copertina dell'artista argentino Pablo Solari (classe 1953)
Line up: Dimi Spela e Evangelia Kozoni: voce. Aggelos Malisovas: bassi fretted & fretles. 
Yiannis Iliakis: batteria, percussioni, cori. Yorgos Mouhos: chitarre acustiche a 6 e 12 corde, chitarra elettrica, voce. Marietta Tsakmakli: sax soprano, alto e baritono, cori. Nicolas Nikolopoulos: flauto, clarinetto, sassofoni tenore e baritono, flauto dolce, piano, piano elettrico, organo, mellotron, sintetizzatori, clavicembalo, clavinet, glockenspiel, cori



Antony Kalugin: Chameleon Shapeshifter
Anthony Kalugin, nato l' 11 febbraio 1981 a Charkiv, la seconda città ucraina per popolazione quasi 1 milione e mezzo, è un polistrumentista/compositore ben conosciuto nel mondo progressivo del terzo millennio in quanto membro di gruppi quali Karfagen, Sunchild, Hoggwashe. La sua carriera solistica è culminata con la trilogia magica AKP (Anthony Kalugin Projects) iniziata nel 2020 con "Marshmallow Moonduste" e proseguita nel 2021 con l'uscita di ben due album "Stellar gardner" e "Chameleon Shapeshifter", dischi che lo hanno consacrato ulteriormente tra gli artisti più importanti della scena prog sinfonica europea.
Il sesto album da solista Chameleon Shapeshifter, uscito il 24 settembre per Caerllysi Music 
https://www.caerllysimusic.co.uk , sei brani per 46,46 di musica, è un ritratto di puro godimento fruitivo che ci fa fluttuare tra quadri paesagistici sognanti per un prodotto melodico e armonico di qualità.
Line up: Antony Kalugin: tastiere, voce, percussioni, chitarre, arrangiamento, programmazione
Ospiti: Max Velychko: chitarre acustiche ed elettriche. Ivan Goritski: batteria. Oleg Prokhorov: basso. Yan Vedaman: sassofoni tenore e soprano. Elena Kushiy: flauto. Olha Rostovska: voce
Sergii Kovalov: fisarmonica, voce.


Come al solito segnalo anche un disco non progressive il cui ascolto mi ha colpito in questo 2021. La scelta è ricaduta sull'immenso artista australiano Nick Cave (classe 1957) che, in compagnia del suo amico e collaboratore di vecchia data dei Bad Seeds ossia il polistrumentista Warren Ellis, ha pubblicato in digitale il 25 febbraio e grazie a Goliath Records in lp/cd il 18 giugno l'album "Carnage" una chicca emotiva stupefacente che per 40 minuti e 8 brani tiene l'ascoltatore in uno stato attentivo assoluto tra molteplici momenti d'intenso lirismo, album splendido e viscerale. Al Daily Telegraph, il giornalista britannico Neil McCormick ha descritto l'umore dell'album come "infuso di profondo e quasi ineluttabile dolore. Ma mentre questo cantautore particolarmente audace affronta l'isolamento, la solitudine, la perdita e il duro innesto emotivo della resistenza, il tutto sullo sfondo di una minaccia apocalittica, il personale diventa universale". 




mercoledì 22 dicembre 2021

Il testamento degli Arcadi

Il testamento degli Arcadi è un progetto che nasce nel 2019 con l'intento di celebrare, attraverso un album musicale, la prima stagione (di due) della serie fantascientifica Spazio 1999 (per approfondimenti sugli episodi, vedi: http://www.moonbase99.it/Spazio1999/1999-1.htm  ) realizzata tra la fine del 1973 e l'inizio del 1975.
Per chi scrive, essendo nato nel 1961, tale serie tv è un punto imprescindibile della propria adolescenza e quando il deus ex machina della Lizard Records http://www.lizardrecords.it il dinamico Loris Furlan (Gerry Anderson)  da buon producer ha annunciato la nascita del concept elaborato da Pierpaolo Lamanna (Victor Bergman) , ho gioito, pregustandone la fruizione anche perchè ad ogni protagonista del lavoro è stato dato, come moniker di scena, il nome di uno dei personaggi della serie (il nome tra parentesi). 
Il disco, interamente strumentale, è suddiviso in dieci tracce (la versione in vinile ne presenta undici e differente track list) per quasi un ora di musica, ognuna delle quali legata a un episodio specifico della serie  ed è corredato da una parte testuale che, letta interamente, rappresenta un racconto unitario. A livello musicale il full length è eterogeneo, un tappeto sonoro che spazia (verbo appropriato...)  dal  rock al progressive elaborato, dalla psichedelia space al  krautrock, dal dark al noise, il tutto con soluzioni compositive di spessore.
Da segnalare, nel succoso libretto del cd, la parte testuale,  presentazione di ogni singolo brano, che letta senza soluzione di continuità rappresenta un racconto unitario. Un plauso a Laura Gamba (Sandra Benes) per le splendide illustrazioni interne e a Roberto Menegon (Tony Cellini) per l'artwork, la copertina riferita al pianeta Arcadia e al popolo che l'ha abitato.
 Line up: Alessandro Seravalle (John Koenig): chitarre,mellotron, pianoforte, sintetizzatore, elettronica, campionamenti nonchè eclettico compositore principale musicale del progetto. Milo Furlan (Alan Carter) alla batteria e percussioni. Gianluca Tassi (David Kanu) basso, chitarra acustica. Mirko Baruzzo (Paul Morrow) chitarre, basso, flauto bansuri, sitar, violino esraj, sarod, santur, tampura, tablas, sintetizzatori,effetti, voci. Con il quartetto hanno suonato come musicisti ospiti Lorenzo Giovagnoli ( Luke Ferro): tastiere e orchestrazioni. Simone D'Eusanio ( Bob Mathias) violino e Mariano Bulligan (Antonio Zoref) violoncello. 
In ascolto la terza traccia La missione dei dariani



lunedì 6 dicembre 2021

Overworld Dreams

Gli Overworld Dreams proveniente dal New Jersey si sono formati grazie a Ken Walker (tastiere, voci), Chris Parsons (basso), Randy Sandmann (chitarre), Matt Maugeri (chitarre, voci), e Liz Holder (voci, tastiere)
Il loro album di debutto "Voyage" -autoprodotto-  è uscito nel settembre 2018 a seguire nel gennaio 2020 il secondo full lenght di inediti "Gateway" entrambi grazie alla distribuzione CD Baby https://cdbaby.com econ l'artwork di Ed Unitsky, artista visivo e designer, noto per le sue opere di fantasia surrealista e per le innumerevoli copertine nel mondo progressive,
https://www.facebook.com/ed.unitsky.official/. Da segnalare inoltre un interessante album di cover "Under the covers I" rilasciato il 4 agosto 2020 con versioni di brani dei Genesis, Porcupine Tree e Rush tra gli altri. 
Il loro è un neo-prog di buona fattura con un tocco folkeggiante che impreziosisce la produzione con un buon alternarsi di voce maschile e femminile
Line up: Randy Sandmann e Paul Higginbotham: chitarre. Matt Maugeri: voce e chitarre
Ken Walker: tastiere e voce. Elizabeth Holder: voce e tastiere. Chris Parsons: batteria, basso, chitarra, tastiere, voce.
In ascolto il trailer del secondo disco

Album consigliato: Gateway (2020)

venerdì 3 dicembre 2021

Shamblemaths

Shamblemaths è un progetto norvegese del polistrumentista/vocalist Simen Å. Ellngsen e del bassista Eirik M. Husum. Dopo tre demo, l'esordio discografico della coppia è avvenuta con il moniker Fallen fowl e l'E.P. " Do they love you now?" nel 2006. 
Dopo aver mutato il nome in Shamblemaths hanno rilasciato, autoproducendosi, il primo omonimo full length  nella primavera del 2016, album in cui il duo è stato coadiuvato da numerosi ospiti tra cui Eirik Øverland Dischler alle tastiere, Halvor Lund: organo Hammond e Jon Even Schärer alla batteria. Husum ha poi lasciato l'ensemble nel 2018 mentre l'anno seguente si è unito il batterista/Xilofonista Vassbø (Kanaan, Juno, Valerio & his Intentions e Sex Magick Wizards) con il quale l'eclettico leader della band Ellingsen, che ha due dottorati, uno in fisica quantistica, uno in scienze politiche, ha realizzato, per la label Apollon Records 
 ( https://www.apollonrecords.no ),  Shamblemaths 2 il 22 ottobre 2021.
Il loro sound è estremamente etorogeneo, spaziando tra vari generi, dall' avant prog ad afflati jazzistici, dal prog sinfonico a momenti più heavy, il tutto con un risultato più che soddisfacente
Line up dell'ultimo disco: Simen Ellingsen: sassofono soprano, contralto, tenore e baritono, chitarre elettriche e acustiche, flauto dolce soprano, tin whistle, voce, canto, sussurri, campionamenti di sassofono, tastiere occasionali e Ingvald A. Vassb: batteria e xilofono.
Ospiti: Eskild Myrvoll: basso. Paolo "Ske" Botta e Eirik Dischler: tastiere. Marianne Lonstad, Pia M. Samset e Anna Gaustad Nistad: voce. Leon Li: fagotto. Michael Francis Duch e Morten A. Nome: contrabbasso. Eivor Ellingsen ( bimba di 6 anni): voce infantile e il cameo alla chitarra del parigino d'adozione Ask Vatn Strøm.
Sito ufficiale: http://shamblemaths.com
Dal primo disco ascoltiamo la lunga suite iniziale Conglomeration (or The Grand Pathetic Suite)


Album consigliato: Shamblemaths 2 (2021)