Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

giovedì 28 febbraio 2019

Xenograft

Gli Xenograft sono un gruppo di valenti musicisti di Melbourne che, seppur non abbiano finora pubblicato un full lenght- solo due e.p.- sono da nominare per la qualità del loro sound post progressivo (così si autodefiniscono sulla pagina facebook) con afflati math-rock e spruzzate funkeggianti.
Line up: Jarrad Will: basso. James Carman: batteria. Carey: chitarra. Nick Coulter: sax. Tom Martin: tastiere e Clayton Smith: chitarra.
Link utile:
Qua in versione live nel 2010

Album consigliato: Exit ( E.P. 2011)


Ahkmed

Il trio degli Ahkmed nasce a Melbourne nel 1998 grazie a John-Paul “Popey” Caligiuri (batteria, voce), Carlo Iacovino (chitarra) e Dan McNamara (basso).
Attivi discograficamente dal 2002, dopo tre E.P. e una compilation del 2007, rilasciano l’album di debutto “Distance” nel 2009 e successivamente-dopo aver sostituito il bassista con Finn Rockwel- nel 2015 “The inland sea”, entrambi per l’etichetta tedesca Elektrohasch (vedi: https://www.elektrohasch.de/startsite ).
La loro proposta sonora si orienta verso lo space rock progressivo con inclinazioni heavy-psichedeliche.

Album consigliato: Distance (2009)

Hemina

Gli Hemina, sono un gruppo fondato a Sydney nel 2008 dal polistrumentista/cantante Douglas Skene. Questa band di progressive metal è depositaria di sonorità potenti, ma anche di uno spiccato senso epico della melodia, il tutto condito da virtuosismi strumentali. La loro proposta sonora si è esplicata attraverso quattro E.P. e tre full lenght ( Synthetic nel 2012, Nebulae nel 2014 e Venus nel 2016).
Ultima line up: Douglas Skene: voce, chitarre, tastiere. Mitch Coull: chitarre, voce.
Jessica Martin: bass, voce. Nathan McMahon: batteria, voce.

Album consigliato: Venus (2016)


mercoledì 27 febbraio 2019

Eyes of etherea


Gli Eyes of etherea sono una band, totalmente strumentale, di Melbourne che ha all’attivo tre dischi: Files from the chronographic institute nel 2008, Retropod nel 2011 e Mood adjuster nel 2015, full lenght impreziosito dalla presenza, in due delle sette tracce di Colin Bass, l’illustre bassista dei Camel.
Il loro tappeto sonoro è contraddistinto da un vigoroso space rock progressivo con influenze jazz e fusion.
Ultima Line up: Andrew Briggs: chitarre. Dan Briggs: tastiere & synths, basso e
Nicholas Earlis: batteria.
Sito ufficiale: https://eyesofetherea.com
Da Retropod in ascolto la decima traccia.

Album consigliato: Mood adjuster (2015)


Anubis

Gli Anubis, il cui nome prende spunto dal Dio egiziano - con la testa di cane- protettore del mondo dei morti e delle necropoli, si sono formati a Sydney nel marzo 2004 grazie al cantante / bassista  Robert James Moulding e al tastierista / chitarrista David Eaton. La coppia ha poi integrato la line up con il virtuoso chitarrista della prog metal band Hemina (vedi scheda), ossia Douglas Skene  e con Dean Bennison (chitarre), Steven Eaton (batteria) e Nick Antoinette (basso). Questa formazione ha pubblicato gli album “230503” (2009) e “ A Tower of Silence” (2011) grazie all'etichetta australiana Bird's Robeband. Successivamente, con l’abbandono del bassista Antoinette sostituito da Anthony Stewart, la band ha rilasciato altri tre album in studio: “Hitchhiking to Byzantium” nel 2014, “The second hand” nel 2017, “Different stories” nel 2018, disco questo caratterizzato da rielaborazioni acustiche di materiale dei primi quattro album più una traccia inedita del 2009. Da segnalare la presenza in discografia di due lavori dal vivo nel 2015 “Behind Our Eyes (Live, 2014)” e il 1 Febbraio 2019 “Lights of change (Live in Europe 2018).
Il loro sound deve molto al neoprogressive europeo anni novanta rielaborandolo sapientemente con afflati heavy prog di buona fattura.
Sito ufficiale : http://www.anubismusic.com/


Album consigliato: Hitchhiking to Byzantium (2014)

The Grand Silent System


I The Grand Silent System sono un ensemble australiano fondato nel 1999 nella zona di Latrobe Valley, una regione dello stato di Victoria. La band, dopo essersi trasferita a Melbourne e un E.P. di debutto "They Who Built nel 2001, ha rilasciato due album:“ Gift or a Weapon” nel 2003 e l’anno successivo “ Everyone Lies Alone”.
La loro proposta sonora è una miscellanea ben assortita di rock progressive, jazz e world music.
Line up: Sean Albers: voce, percussioni. Daniel Calabro: chitarra. Ben Rejmer; tastiere. Karen Heath: clarinetto, sassofono, flauto. Ben Hellmig: batteria e
Craig Moran al basso

Album consigliato: Gift or a Weapon (2003)

lunedì 25 febbraio 2019

Celeste

In quest’epoca di mordi e fuggi “(T)Rappiano” - di cui non metto in dubbio la dignità d’esistenza-  noi melomani progressivi diversamente giovani abbiamo però un assoluto bisogno di rassicurazioni armoniche. E’ in questo scenario che l’accoglienza di un disco come “Il Risveglio del Principe” dei Celeste  si evolve verso un alto rispetto per una proposta musicale che accompagna -con smisurata dolcezza- le emozioni verso  un’ opera intrisa di significativa poesia, sublime nel suo incedere, ricca di eufonia.
L’ensemble sanremese negli anni settanta ci aveva deliziato con “Principe di un giorno”,  in questo millennio il multiforme Ciro Perrino, unico rimasto della formazione storica, dismesse le  vesti di pianista minimalista di virtuose opere quali ad esempio “ Piccole ali nel vento o Back Home” ( vedi https://ciroperrino.bandcamp.com/album/piccole-ali-nel-vento
https://ciroperrino.bandcamp.com/album/back-home ) ha ridato forma e sostanza  al progetto Celeste (di nome e di fatto, alla faccia di reunion posticcie…), chiamando accanto a sé talentuosi musicisti (vedi line up) per 50 minuti di un full lenght diviso in otto tracce (sette per l’edizione in vinile). Un lavoro pervaso da un gran senso della melodia e dal magico suono del Mellotron, compagno fedele di delizie folk jazz progressive, in cui si erge una semantica raffinata. Girovogando tra i testi: “…Sereno e altero prosegui intento nella tua sacralità…. empi l’orizzonte……. Rimparando gli antichi Peana, magicando e il corpo s’illuminerà….non voltarti per non vederti….non specchiarti per non saperti…non parlarti per non sentirti….bianca vestale, antiche essenze….La tua veglia infinita porterà verità….”.
La verità è che il buon Perrino, compositore sopraffino, ha fatto centro con “Il Risveglio del Principe” giacchè-appena terminato- si ha voglia di riascoltare il disco che cresce di fruizione in fruizione. Da evidenziare che, ulteriore complemento di qualità, l’opera esce per la Mellow Records del vate progressivo Mauro “Faraone” Moroni, autentico punto di riferimento per ogni rispettabile progsters. Da sottolineare gli incantevoli disegni di copertina di Laura Germonio e la parte grafica a cura di Claudio Feltrini.
Line up: Ciro Perrino: voce solista, coro,  mellotron, mini moog, tastiere, pianoforte, percussioni sciamaniche, glockenspiel. Enzo Cioffi: batteria. Francesco Bertone: basso. Mauro Vero: chitarre e coro. Sergio Caputo: violino. Mariano Dapor: violonello e coro. Marzio Marossa: percussioni e coro. Marco Moro: flauti e sax tenore. Andrea De Martini: sax contralto e tenore. Massimo Dal Prà: pianoforte, tastiera, clavicembalo. Gli ospiti: Ciro Perrino Junior: voce recitante e gong. Alfio Costa: organo hammond. Elisa Montaldo: voce e Claudia Enrico: bastone della pioggia (rainstick).
In ascolto la seconda traccia: Bianca Vestale