Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

sabato 30 ottobre 2021

Valeria Gallardo Trio

Il gruppo cileno dei Valeria Gallardo Trio è nato nel 2005 con l'album "Polimorfia", un lavoro hard rock. Successivamente dopo un lungo silenzio e trasformatosi in quartetto (vedi line up) dopo innumerevoli live in molti festival in tutto il mondo nell'aprile 2013 è stato pubblicato "Caída Libre" e  il 10 settembre 2017 è stato rilasciato- sempre in autoproduzione- il full length "Proximo Paso", cinque tracce per poco più di mezzora di puro sound metal progressivo con sprizzate melodiche e una bella voce femminile.
Line up: Valeria Gallardo: chitarra, voce. Noel Lillo: basso. Víctor Huenufil: chitarra synth. Pablo Trangol: batteria.
In ascolto la terza traccia "Another obsession"

Album consigliato: Proximo Paso (2017)

venerdì 29 ottobre 2021

Pale Mannequin

Pale Mannequin è nato nel 2016 a Varsavia come progetto solista del chitarrista e cantante Tomasz Izdebski che, successivamente, ha invitato Dariusz Goc (basso), Jakub Łukowski (batteria) e Grzegorz Mazur (chitarra, voci) allo scopo di creare materiale per l'album di debutto pubblicato con il titolo "Patterns In Parallel" il 29 marzo 2019. 
Il quartetto polacco ha poi bissato il 21 maggio 2021, sempre autoproducendosi, con " Colours of continuity", otto tracce per 50,33 di musica.
Il loro tappeto sonoro sorvola una interessante landa heavy prog melodica con elementi di post-rock e art-rock e un buon uso delle armonie vocali. 
Sito ufficiale: https://palemannequin.com
In ascolto/visione la quarta traccia "Most favorite trap" dell'ultimo disco

Album consigliato: Colours of continuity (2021)

P.A.W.N.

I P.A.W.N. si sono costituiti come quintetto ad Amburgo nel 2002 dalle ceneri della band dei  Querimonia, autori di un album ''Void of Malice'' nel 1998  con l'etichetta Source of Deluge. Dopo molti live e alcune variazioni di line up, il combo tedesco, ridotto a trio, ha iniziato a registrare nel 2010 il materiale per il loro esordio discografico, purtroppo poco dopo il chitarrista Daniel Mullen-Ramien si è ammalato gravemente di tumore, è deceduto poi nel gennaio 2014. 
Il 12 settembre 2014 il duo rimasto, coadiuvato da musicisti ospiti (vedi line up) è riuscito a pubblicare il loro unico full lenght "The gift of awareness" in cui Mullen-Ramien compare nella canzone ''Vessels'', quarto brano del disco, con un cameo di voce e chitarra.
Il cd, con l'artwork di Lisa-Marie Rothe e una affascinante foto di copertina di un bosco autunnale, opera di Robin Halioua https://www.flickr.com/photos/robinhali/, si compone di sei tracce per quasi 80 minuti di "massiccio" sound  in equilibrio tra heavy prog e prog-metal.
Line up : Sebastian Rudolph: tastiere, chitarra, basso, voce, iPad. Dennis Matzat: batteria, percussioni. Ospiti: Lisa-Marie Rothe: voce. Michael Klein (già membro a pieno titolo dei P.A.W.N): voce e autore dei testi. Sven Rhenius e Gottfried Rudolph: chitarra acustica.
Da rammentare che il duo Matzat/Rudolph non solo ha composto e registrato le canzoni, ma ha anche prodotto l'album, esplorando così i confini dell'home recording.
In ascolto la seconda traccia "The princess is out tonight"


martedì 26 ottobre 2021

Minerva/Eat Ghosts

I Minerva, i quali- ovviamente- hanno preso spunto per il nome dall'antica dea romana, si sono formati  nel 2008 a Potsdam città di 180000 abitanti a 30 km sud ovest di Berlino, considerata la "Versailles" tedesca per i suoi innumerevoli palazzi d'epoca.
La prima line up prevedeva Enrico Semler (voce), Jan Waterstradt (chitarra), Ron Hermann (basso) e Martin Mann (batteria). Il quartetto, dopo un tour, ha pubblicato un E.P.  ''Stories of A Journeyman'' nel 2011. Il bassista Hermann lascia poi l'ensemble e il vocalist Semler lo sostituisce al basso.
Nel 2012  con l'aiuto del flautista/sassofonista Benjamin Inhow rilasciano a livello digitale un live "Mespotine Session #1". I quattro sono poi entrati in sala d'incisione e nel 2013 è uscito -autoprodotto- il loro unico full length dal titolo ''Germinal'' il 25 ottobre 2013, un concept album sulla rivoluzione industriale con sei tracce per tre quarti d'ora di musica.
Il loro sound s'indirizza verso l' hard rock progressivo con elementi psichedelici e sfumature jazzy.
Il quartetto poi, cambiando nome in Eat Ghosts, ha inciso "An ti e go" il 22 settembre 2017.
In ascolto la prima traccia "A child was born in spring"

Album consigliato: Germinal (2013)

mercoledì 20 ottobre 2021

Mobius Strip: Time Lag

Dell'ensemble di Sora dei Mobius Strip già parlammo in occasione dell'esordio discografico, vedi http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=mobius+strip
Il 12 luglio 2021 distribuito dalla Ma.Ra.Cash Records è stato rilasciato "Time lag" 
Luciano Gap nel suo blog http://aut-frosinone.blogspot.com/2021/10/laffascinante-viaggio-in-time-lag-il.html ha ben sintetizzato l'essenza del nuovo lavoro affermando che si tratta di un disco "aperto, ricco di colori, sfumature timbriche, anche se non viene mai meno la ricercatezza ritmica. Tracce piene di suoni ma, nello stesso tempo, ariose. Ogni brano è una piccola suite dove ogni movimento è prezioso, sorprendente, ma, indubbiamente, inserito perfettamente nell’architettura armonico-ritmica".
Prendendo spunto dall'uscita del secondo full length del combo laziale, abbiamo chiesto a  Lorenzo Cellupica, compositore e tastierista, di rispondere ad alcune nostre domande per esplorare più da vicino il fascinoso pianeta dei Mobius Strip, a seguire ciò che ci ha verbalizzato.

-Album d’esordio omonimo nel 2017, “Time Lag” nel 2021, ci racconti sinteticamente la genesi che vi ha portato a questo secondo lavoro?

In questo lasso di tempo abbiamo provato ad espandere i confini della nostra musica e a sperimentare nuove soluzioni, sia in termini compositivi che esecutivi. Credo che alcune caratteristiche del nostro stile siano rimaste invariate, ma per molti altri aspetti riteniamo che Time Lag possa considerarsi quasi una naturale evoluzione rispetto all’album d’esordio, probabilmente dovuta ad una maggiore intesa di gruppo che abbiamo maturato nel corso di questi quattro anni.

-Sei tracce per quasi cinquanta minuti di musica di sound gradevolissimo che confermano, anzi secondo me migliorano, quanto di buono si era potuto assaporare quattro anni fa, quali sono le differenze sostanziali tra i due dischi?

Penso che Time Lag, pur mantenendo una certa unità stilistica, sia un disco più eterogeneo e di conseguenza più imprevedibile ed interessante rispetto a Möbius Strip. Anche se non è un vero concept album, l’idea alla base è stata quella di concepire il lavoro come un viaggio per l’ascoltatore, attraverso delle composizioni che potessero essere ricche di sezioni e di sonorità. Per mettere ancora più in risalto questo aspetto, per la prima volta abbiamo anche arrangiato i brani per altri strumenti oltre a tastiere, sax, basso e batteria (ci sono anche tromba, trombone, chitarra elettrica e voci), in modo da arricchire e variare ulteriormente il sound.

-Anche in questo lavoro, dedicato al tempo, si avverte una possente coesione tra voi quattro strumentisti, un clima di passione e voglia di suonare assieme (vedi anche foto del libretto del cd), mi puoi confermare questa impressione e cosa avviene durante le vostre sessioni di prove e nei concerti?

Ci siamo sempre divertiti e stimolati molto nel suonare e nello scrivere musica per il gruppo, è da circa dieci anni che abbiamo avuto modo di conoscerci musicalmente, oltre che a livello personale ovviamente. Abbiamo interessi e gusti musicali comuni, il che ci permette quindi di stare su una stessa lunghezza d’onda, ma allo stesso tempo riusciamo anche ad amalgamare le nostre inevitabili divergenze, che alla fine incanaliamo in un progetto comune.



-A livello compositivo tu Lorenzo sei sempre il “predominante”, come avviene il portare agli altri il materiale creato?

I nostri brani sono sempre frutto dell’interplay e della capacità di ognuno di inserirsi al meglio nel tessuto sonoro. Generalmente sottoponiamo agli altri le composizioni, che vengono rielaborate con il contributo di tutti.

-Com’è stato condividere le vostre idee con i vari ospiti del disco?

È stata un’esperienza molto intensa, conoscevamo molto bene i musicisti che abbiamo invitato, alcuni sono anche dei nostri amici (una delle cantanti è anche la mia ragazza) e avevano tutti ascoltato il nostro primo album. Si sono mostrati molto attenti e ricettivi alle nostre necessità e hanno capito perfettamente cosa fare. Il loro contributo è stato fondamentale.

-L’ultimo brano A theme for the end è cantato, è una eccezione che vi siete dati o anche in futuro vedremo la voce tra i vostri consueti strumenti?

Pensavamo che un brano cantato avrebbe sorpreso l’ascoltatore, soprattutto per via della natura del brano e dell’arrangiamento che prevede una formazione estesa (coro a quattro voci, tromba, sax tenore, chitarra elettrica, piano, tastiere, basso, batteria). Per il finale dell’album volevamo infatti registrare un brano che fosse particolare senza però risultare un pezzo a sé. Cerchiamo sempre di andare avanti e di provare cose nuove, in base a questo valuteremo se inserire o meno delle voci anche per il prossimo album.

-Sempre riferendomi a A theme for the end mi spieghi meglio la frase iniziale “My smile is my energy and memory , my tears my story…..il mio sorriso è la mia energia e la mia memoria, le mie lacrime la mia storia”

Preferirei non spiegare il testo e lasciarlo libero ad interpretazioni. L’ho scritto avendo in mente delle precise sensazioni, ma mi piace l’idea che l’ascoltatore possa liberamente combinare la suggestione delle parole con quelle della musica.

-Come nel precedente album la copertina, molto articolata, è opera di Francesco Tersigni ce la puoi spiegare e come mai all’interno c’è una immagine che è una chiara citazione al capolavoro del cinema muto “Viaggio nella luna” di Georges Mèliés?

Abbiamo chiesto a Francesco di replicare lo stile fumettistico che aveva già utilizzato anche per il primo disco, poiché abbiamo ritenuto che le sue idee si potessero adattare molto bene allo spirito delle nostre composizioni. In un certo senso, i dettagli da lui disegnati possono ricordare le varie sezioni dei brani. Invece, il retro di copertina e il resto della grafica (inclusa la citazione di “Viaggio nella luna”) sono stati realizzati da Max Marchini, che è il grafico della Ma.Ra.Cash Records.

-Siete stati accostati al movimento canterburiano o a gruppi di jazz fusion statunitensi quali i mitici Yellowjackets o Steps ahead, cosa ti fanno pensare queste griglie di paragone?

Tali accostamenti ci fanno ovviamente molto piacere, per noi questi gruppi hanno significato tanto dal punto di vista della formazione musicale, sia individuale che di gruppo. Abbiamo cercato di unire elementi significativi, elaborandoli secondo le nostre sensibilità. Il jazz è stato sicuramente il genere che ci ha maggiormente uniti. Gruppi come quelli già citati (tra quelli del jazz-rock inglese in particolare Soft Machine e Hatfield and the North), Weather Report, Perigeo, Snarky Puppy, etc. dimostrano che anche quando si suona una musica complessa, resta fondamentale creare dei brani fruibili e piacevoli all’ascolto.

-Il futuro artistico cosa vi riserva?

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, non è certamente facile proporre certa musica, specialmente in Italia che è un paese molto conservatore. Tuttavia, siamo fiduciosi nel nostro progetto e nelle sue potenzialità, abbiamo già raggiunto dei traguardi molto significativi che ci hanno dato la forza e lo stimolo per andare avanti.



Line up del disco:  Lorenzo Cellupica: piano, organo, tastiere, voce. Nico Fabrizi: sax tenore, sax alto, sax soprano, percussioni. Eros Capoccitti: basso elettrico, percussioni. Davide Rufo: batteria, percussioni.

Ospiti speciali: 
Fabio Gelli e Giacomo Serino: tromba. Romeo Venditti: trombone. Simone Marcelli e Massimo Izzizzari: chitarra elettrica. Caterina Sebastiano, Debora Camilli e Andrea Martini: voce.

In ascolto l'intero album 

 


lunedì 18 ottobre 2021

MediaBanda

MediaBanda è un gruppo che si è costituito nei primi anni di questo millennio a Santiago del Cile grazie al sassofonista e compositore Cristián Crisosto in onore dell'amico tastierista Jaime Vivanco (1960-2003). Tutto questo in quanto una prima band chiamata proprio MediaBanda e formata da Pato Zúñiga, Cristián Crisosto, Jaime Vivanco, Willy Valenzuela, Raúl González, Sergio Pinto e Miguel Schain, iniziò ad operare all'inizio degli anni '80 come combo che esplorava la fusione di rock, funk, jazz e libera improvvisazione, ispirato anche al movimento Rock in Opposition (RIO). Da questa formazione uscì solo un demo inedito. Crisosto, Vivanco e il batterista Valenzuela nel 1984, insieme ad Arlette Jequier (voce), Jorge Campos (basso) e Jaime Vasquez (fiati), formarono successivamente Fulano, un gruppo rock-jazz, fusion, avant-garde/rio. 
I MediaBanda del 2000 sono un combo che ha variato nel tempo line up mantenendo però una sezione fiati di notevole spessore oltre a una raffinata sezione ritmica. Dall'esordio del giugno 2004 "Entre la inseguridad y el ego (Tra l'insicurezza e l'ego)" al 2021 con l'album "Maquinarias", sono stati rilasciati cinque full lenght.
Il suono si caratterizza per una proposta eclettica ed energica, nutrita da diversi stili come il rock, il jazz, il funk, il pop, la fusion latinoamericana con afflati progressivi di ottima fattura.
il loro stile  è stata definito dal noto musicologo cileno ma romano di nascita Juan Pablo González (1956) come "eclettismo anti-egemonico" poiché si notano molte influenze ma nessuna di esse predomina sulle altre. 
Line up 2021:  Florencia Novoa: voce. Cristián Crisoto: sassofono alto, sassofono soprano, clarinetto basso, flauto alto, voce. Aurelio Silva: chitarra elettrica. Christian Hirth: batteria e percussioni, elettronica. Rodrigo Aguirre: sassofono tenore, flauto traverso. Tomás Ravassa: piano, tastiere, sintetizzatore. Rafael Chaparro: sassofono tenore, sassofono baritono, coro. Felipe Martinez: basso elettrico
In ascolto l'intero terzo album "Siendo Perro"


Album consigliato: Siendo Perro (2010)

lunedì 11 ottobre 2021

Les Lekin

I Les Lekin sono un trio di Salisburgo, composto da Peter Gallbauer alla chitarra, Stefan  Willmann al basso e Kerstin Wolf alla batteria.  Il combo austriaco ha pubblicato sull'etichetta tedesca Tonzonen Records  ( https://www.tonzonen.de ) due album strumentali:  "All Black Rainbow Moon" il 16 ottobre 2014 e "Died with fear" il 20 novembre 2017.
 A livello digitale è stato rilasciato il 16 luglio 2021 un lungo brano di oltre sette minuti dal titolo "Sleep through this storm" con la partecipazione attiva (voce e liriche) di Jay "Seagrave" Trainwreck (già vocalist dei Harakiri for the sky).
Il loro stile è orientato verso un energico rock progressivo con afflati psichedelici, simile per certi riff al doom metal.
In ascolto l'intero secondo album


Album consigliato: Died with fear (2017)

venerdì 1 ottobre 2021

Dara

I Dara sono un progetto fondato nel 2013 a Timisoara, città rumena di oltre trecentomila abitanti. Così la band spiega a livello spirituale il nome del gruppo: " il significato di Dara per noi è una chiamata, una montagna unica sotto la quale si trovano le radici di una vecchia quercia i cui rami hanno scolpito nel tempo i misteriosi sentieri dove siamo attesi a scoprire le vie della conoscenza, della saggezza e del compimento dello spirito" .
Il loro unico album "Dreptarul Viselor", in italiano collezione di sogni, sette tracce per quaranta minuti abbondanti di musica (cantato in rumeno) si dipana tra math rock e momenti di prog metal di buona fattura seppur non spicchi di originalità.
Il full length è stato pubblicato il 30 settembre 2015 da un'etichetta discografica indipendente cinese di Nanchang (città di 5 milioni di abitanti, capitale del Jiangxi, provincia meridionale) ossia la Pest Productions  https://pestproductions.bandcamp.com,  fondata nel 2006 da Wu Deng Zhang. A livello digitale il quintetto ha all'attivo anche un E.P. dal titolo "Amargul Senelor" rilasciato il 21 dicembre 2018.
Line up: Valentin Vizuroiu: voce. Fulmineos: chitarre. Inia Dinia: tastiere. Sergiu Catana: batteria, percussioni. Peter Hunos-Puskai: basso.
In ascolto la quinta traccia "Trei Peceti"