La Lizard
Records di Loris Furlan http://www.lizardrecords.it è tra le etichette nostrane che portano avanti progetti
di qualità che vanno al di là del bieco discorso riguardante il mercato delle
vendite e delle etichettature di genere.
Dei Monjoie (pronuncia Monjwà
, ispirato a un grido di battaglia dei cavalieri franchi) già parlammo nel 2012
all’uscita del terzo disco “Affetto e attrazione”, vedi: http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2012/06/monjoie.html
Il loro quarto disco dal
titolo “And in thy heart inurn me”
uscito nell'Estate di quest’anno è uno degli esempi più fulgidi di come si possa
essere profondi e ammalianti nelle proposte sonore. Il titolo, la cui
traduzione declama “e nel tuo cuore custodisci le mie ceneri” (sesta traccia
dell’album), è il verso finale della poesia “You say you love “ di John Keats
(1795-1821) uno dei più significativi letterati del Romanticismo.
Ed è proprio la
poesia inglese di fine 700-metà 800 a strutturare verbalmente l’album che di
fatto diviene una sorta di concept in quanto vengono proposte quindici composizioni di poeti
quali William Blake (1757-1827), William Wordsworth (1770-1850) oltre al già
citato Keats. Tutto avviene con assoluto rispetto, con le liriche che vengono declamate in forma canzone mantenendo la possanza artistica dei
versi originali.
Fascinoso nel suo fluire per
quasi un ora di musica, il quarto full length dell’ensemble ligure, costituitosi
nel 1999, è suonato in maniera impeccabile e cantato in modo sopraffino da
Alessandro Brocchi che ricorda - per larghi tratti- Brendan Perry dei Dead Can
Dance.
Afflati jazzistici che si intersecano al folk della terra d’Albione con
reminiscenze progressive “di classe” per
una produzione di qualità eccelsa in ogni step compositivo ed esecutivo.
Da sottolineare la splendida copertina melanconica-decadente a cura del fotografo di Wuppertal (Germania) Normann Thielen http://dark-romance-photographie-und-poesie.de .
Decorazioni interne di William Morris e progetto grafico di Giovanni Occhipinti.
Decorazioni interne di William Morris e progetto grafico di Giovanni Occhipinti.
Assolutamente consigliato!!
Hanno suonato nel disco: Daniele Marini:
tastiere. Alessandro Brocchi: voce, chitarre. Valter Rosa: chitarre e bouzuki.
Davide Baglietto: flauti,ocarine, musette del Berry, tastiere. Alessandro
Mazzitelli: tastiere, sintetizzatori analogici, percussioni, basso e produzione.Fabio Biale: violino. Giampiero Lo Bello: filicorno e tromba. Edmondo Romano: clarinetto basso. Lorenzo Baglietto: sax contralto. Federico Fugassa: contrabbasso. Roberto Rosa e Ivan Ghizzoni: basso. Leonardo Saracino, Davide Bonfante e Nicola Immordino: batteria.
Link utile: https://www.facebook.com/monjoieband/ info:monjoie.band@gmail.com
In ascolto la settima traccia del disco "The sick rose", poesia di William Blake e contenuta nella raccolta Songs of Experience (1794), due quartine che ruotano attorno alla suggestiva diade amore-morte.
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Se me lo dicevano prima.. Bravi, comunque, sempre adorato il Romanticismo inglese. Suggestions e profonditâ, forse il loro migliore
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