Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

giovedì 1 gennaio 2015

Unreal City

Il debutto di due anni fa del giovanissimo ensamble di Parma degli Unreal City con “La crudeltà di Aprile”   fu folgorante in tutti i sensi: 
Anche in questa occasione ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare in anteprima Il loro nuovo disco in uscita per AMS Records il 15 Gennaio dal titolo “Il paese del tramonto”.
Il lavoro non solo conferma l’impressione favorevole della seta pregiata che offre la band ma appare più maturo, vario ed affascinante nelle tessiture sonore.
Sette brani per settanta minuti di energico sound progressivo con pezzi lunghi mediamente otto/nove minuti eccetto l’ouverture strumentale iniziale di cinque minuti e la suite finale  Ex tenabrae lux di poco più di venti minuti divisa in quattro movimenti
Il giovane psiconauta Tarasconi (tastierista e compositore sia della musica, sia dei testi) si eleva a sommo sacerdote di cerimonia per un viaggio psyco-onirico darkeggiante-gotico dove, parafrasando un loro verso del disco, il percetto rinvigorisce là dove i sensi si permeano di emozioni.
Sono molteplici i corposi interludi strumentali ove le tastiere di Tarasconi si proiettano nel firmamento sinfonico, ben coadiuvate dal chitarrismo essenziale di Francesca Zanetta che, con i suoi "assoli", non è ombra del virtuosistico compagno Emanuele ma entità musicale i cui raggi di luce brillano anche di calor-color proprio. Anche la sezione ritmica di Federico Bedostri (batteria) e Dario Pessina (basso) offre un contributo importante per la riuscita dell’album. Guest star del lavoro sono l’ingegnere del suono Rossano Rox Villa al trombone/fisarmonica e il violinista Fabio Biale.
L’artwork dell’album, ad opera del grafico Eugenio Crippa, rappresenta Ishtar, figura controversa e doppia che, come un Giano bifronte, simboleggia - nel contempo- la vita e la guerra, la fertilità e la carestia, l’amore e la morte.
“Come Sisifo con la sua pietra/sconta la condanna con la sua empietà/restò di me solo il guscio vuoto di una larva/senza più un’umanità” così ne Lo schermo di pietra il cui video potete gustare nella sua interezza. 
   

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