Come di
consueto, eccovi le mia personalissima top five progressiva italiana estratta
dai dischi che ho potuto ascoltare in questo 2016 che sta declinando.
Eveline’s dust: The painkeeper
La gioventù
proghettara riesce a sfornare album di notevole livello, uno degli esempi più
eclatanti è il secondo disco dei pisani Eveline’s Dust (ED), vincitore del
prestigioso premio per la migliore band emergente al Fim Rock Contest 2016.
Il titolo del
lavoro è “The Painkeeper” (Lizard Records), un concept album di 44 minuti
diviso in 9 tracce, ispirato al componimento poetico “ Il custode di dolori”
dell’intellettuale pisano Federico Vittori.
Il disco, che
narra la perenne lotta contro un oscuro personaggio che ha l’obiettivo di
sottrarre le aspirazioni agli uomini , è particolarmente suggestivo, con la calda voce di Pedreschi a impreziosire
la trama narrativa tra svariate sfacettature progressive con richiami vintage e
virtuosismi mai fini a se stessi.
La Line up
ufficiale dell’ensamble toscano:Nicola
Pedreschi (tastiere e voce), Lorenzo Gherarducci (chitarre), Marco Carloni
(basso) e Angelo Carmignani (batteria) è stato coadiuvato dalla voce femminile
di Carolina Paolicchi e dal virtuoso saxofonista Federico Avella.
Da notare il
particolare artwork del fumettista Francesco Guarnaccia e il mastering
dell'album ad opera dell’empolese Andrea “Pelle” Pellegrini, tecnico del suono/fonico
, tra gli altri, di Crimson Project, Adrian Belew, Gavin Harrison, Nek, Elio e le
storie tese.
Paradiso degli Orchi: Il corponauta
Il Corponauta
(AMS Records) è il secondo full lenght dei bresciani Paradiso degli Orchi (nome
tratto dal primo romanzo di Daniel Pennac del ciclo di Malaussène), undici
tracce per quasi ottanta musica di grande portata progressiva.
Il lavoro è
ispirato all’omonimo romanzo di Flavio Emer, scomparso nell’Agosto 2015 a 46
anni, un autore affetto da distrofia muscolare congenita ma capace, attraverso
un computer, di poter esternare i propri pensieri.
Il disco,
dalla genesi prolungata con la supervisione/produzione dal deus ex machina del
prog nostrano il genovese Fabio Zuffanti, tocca vertici assoluti nella
ricchezza degli arrangiamenti estremamente raffinati in ogni brano del disco.
Momenti
vigorosi di mero rock-progressive intercalati da aspetti psichedelici con
toccate etniche, atmosfere cantautorali e un sublime flauto che si erge a
suscitare meraviglia.
Un corponauta
nell’iperspazio delle sensazioni artistiche gradevoli.
Line Up:
Michele Sambrici: chitarre e synth. Marco Degiacomi: batteria e voce. Andrea
Corti: basso. Stefano Corti: percussioni. Sven Jorgensen: voce e Andrea Calzoni
al flauto.
Hostsonaten:“Symphony n.1 : Cupid & Psyche”
Symphony n.1 : Cupid & Psyche” (AMS Records) degli
Hostsonaten è una creatura sinfonica partorita dalla mente dei “geni” liguri il
musicista/compositore Fabio Zuffanti e Luca Scherani, autore degli
arrangiamenti e delle orchestrazioni.
Il duo, coadiuvato da una schiera di ottimi musicisti, si cimenta
in una ricca suite per gruppo e orchestra, un concept album-totalmente
strumentale- che si ispira alla storia di Amore-Cupido e Psiche di Apuleio,
scrittore della Numidia del secondo secolo dopo Cristo.
Dieci tracce -senza pause- per tre quarti d’ora di vibrante godimento
e rilassamento psicofisico.
Le vicende della storia, che si possono trovare all’interno della
confezione (cd o lp), sono vergate dal filosofo/scrittore/sceneggiatore
alessandrino Pee Gee Daniel che si basa sulla narrazione di Apuleio, la
traduzione in inglese è della flautista Joanne Roan.
La genesi musicale del magnifico disco è sintetizzabile in una
intesa perfetta tra band “tradizionale” ed orchestrali, con spunti melodici
d’intensa seduzione, per un lavoro che non presenta momenti di flessione.
Line up: Fabio Zuffanti e Daniele Sollo (Basso), Luca Scherani
(tastiere), Laura Marsano (chitarre). Paolo “Paolo” Tixi alla
batteria/percussioni.
Ospti orchestrali: Sylvia Trabucco (primo violino), Alessandra
Dalla Barba (secondo violino),Ilaria Bruzzone (viola). Chiara Alberti
(violoncello), Marco Callegari (tromba), Alberto Repetto (corno),Federico
Curotto (trombone), Maurizio Zofrea (sax tenore),Sofia Bartolini (fagotto),
Luca Tarantino (oboe) e Joanne Roan (flauto).
Ingranaggi
della Valle: Warm Spaced Blue
I giovani romani Ingranaggi della Valle allargando la line up a
sette musicisti hanno ulteriormente migliorato la qualità della loro già
considerevole produzione discografica.
Il loro secondo disco Warm
Spaced Blue uscito il 28 settembre per la Black Widow Records di Genova è di
notevole spessore strumentale con la voce della new entry Davide Savarese ben
amalgamata alla struttura sonora del gruppo, sempre orientata su suoni “tenebrosi”
rock-progressivi dalla tastiera poderosa (mellotron in primis) con inclinazioni
jazz canterburiane.
Sei tracce per tre quarti d’ora abbondanti di sopraffina musica con
due strumentali e una suite di tre canzoni dedicate ai miti di Cthulhu dello
scrittore statunitense orrorifico-fantasy H.P.Lovercraft.
Da sottolineare che, nella traccia iniziale “Call for Cthulhu: Orizon”
,al basso troviamo il mitico Fabio Pignatelli dei Goblin a creare atmosfere
cupe e suggestive.
Line up: Davide Savarese (voce). Mattia Liberati (tastiere) Flavio
Gonnellini (chitarre). Alessandro Di Sciullo (chitarre e tastiere) Marco
Gennarini (violino). Antonio Coronato (basso) e Shanti Colucci (batteria e
percussioni).
Winstons: The Winstons
Il trio
lombardo degli Winstons, un super gruppo
composto da polistrumentisti di comprovata esperienza e talento - qua
chiamati Linnon, Rob e Enro Winston-, hanno già lasciato un segno importante
con il loro omonimo disco d’esordio per AMS Records.
Nelle dieci
tracce dell’album per quasi 50 minuti di musica, eclettismo sonoro,
raffinatezze strumentali ed eccellenti impasti vocali si intrecciano in
incursioni su vari mondi: dalla Psichedelia Floydiana al Prog/Jazz, dallo Space
Rock al Canterbury Sound con suadenti riferimenti al Brit/Pop fine anni sessanta.
Una miriade
di benefiche sensazioni intercorrono tra musicisti e chi fruisce di questa
prelibatezza discografica.
Interessante
la copertina surreale dell'artista giapponese Gun Kawamura (cantante e
chitarrista del gruppo glam-rock dei Blind Birds) che ha anche scritto due
testi per un album che meriterebbe di avere risonanza internazionale, data la
sua particolare architettura dell’arte dei suoni.
Line up:
Roberto Dell’Era (Afterhours): basso, chitarra e voce. Enrico Gabrielli (ex
Afterhours ora Calibro 35 e Mariposa): tasiere, sax, flauto e voce. Lino Gitto
(Ufo): batteria, tastiere, voce.
Una nota di
merito a ”Nebulosa” disco d’esordio di una band di grande valore-
diversamente giovane- quella dei savonesi Nathan
che hanno sfiorato la top five ma hanno un posto particolare nel cuore del
vostro blogger.
Per quanto
riguarda il mio disco dell’anno non Prog (seppur vi siano reminiscenze e
rimandi), la mia scelta è caduta su un concept album quasi interamente
strumentale uscito a Novembre, si tratta di Drama (INRI/Tannen Records) il secondo full lenghts degli Ornaments
che prende spunto da "Prometeo Incatenato",una delle tragedie attribuite ad
Eschilo. In otto tracce, tra rock metal/psichedelico e afflati dark più
fruibili l’ensamble lombardo/emiliano realizza un piccolo gioellino, tutto da
apprezzare.
Line Up: Riccardo
Bringhenti: batteria. Enrico Baraldi: basso. Alessandro Zanotti e Davide
Gherardi alle chitarre e Ospiti: Lili Refrain
all’occasionale voce esoterica e Daniele Rossi al violoncello.
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