Il Progressive Italiano vive, ormai da qualche tempo,una stagione ricchissima di uscite discografiche di valore. E' sempre più difficile fare scelte tra tanta qualità, ecco la mia top five nazionale tra i dischi che ho ascoltato quest'anno.
Unreal City: Il paese del
tramonto
Il secondo disco della band
del giovane psiconauta progressivo Tarasconi
non solo conferma la favorevole impressione del primo disco di due anni
fa ma va al di là, attraverso tessiture sonore di seta pregiata con 70 minuti di
energico sound progressivo (testi ed interludi strumentali di gran classe) con pezzi lunghi mediamente otto/nove minuti
eccetto l’ouverture strumentale iniziale di cinque minuti e la suite finale Ex
tenabrae lux di poco più di venti minuti divisa in quattro movimenti.
Un disco magnifico che evoca
un viaggio metafisico tra la morte e la vita, il buio e la luce, la carnalità e
l’onirico. Tutto da gustare.
La Coscienza di Zeno: La
notte anche di giorno
Lavoro ardito per il gruppo genovese giunto al terzo album, quello della piena maturità.
Lavoro ardito per il gruppo genovese giunto al terzo album, quello della piena maturità.
Il disco è composto da due
lunghe suite, di sei e quattro movimenti ciascuna, per quasi tre quarti d’ora
di prelibatezza sonora e semantica, da assimilarsi attraverso ripetuti ascolti
anche per la ricchezza della proposta sinfonica progressiva.
Due figure femminili sono le
protagoniste del disco, di fatto un concept album e un intenso omaggio a queste
anime che hanno “abbandonato lo stato del pieno per approdare a quello del
vuoto”. La suite “Giovane Figlia” è liberamente ispirata alla figura della
"sfortunata" Serena Zaiacometti, mentre “Madre Antica” è dedicata alla scultrice partigiana Bianca
Orsi.
Come ben afferma il valente
bassista Gabriele Guidi Colombi: “ per La Coscienza di Zeno raccontare un
sentimento, una sensazione o un disagio è fondamentale quanto descrivere le
stesse tramite la musica”.Lavoro discografico dal perfetto connubio tra la penna originale di
Stefano “Sinfield” Agnini, la vocalità di Calandriello e gli strumentisti della
band.
Barock Project: Skyline
Un disco, il quarto dei
Barock Project, che migliora ascolto dopo ascolto, inequivocabile segno di
eccelsa portata artistica.
Un autentico capolavoro neo
progressive sinfonico con sfumature jazzy che diverrà pietra miliare di questo
scorcio di’inizio millennio.
Dieci tracce per 70 minuti di
godimento musicale con il quartetto in grande spolvero, lavoro discografico
impreziosito dalla virtuosa presenza in un brano di Vittorio De Scalzi, mito
vivente del nostro genere preferito: Prog On!!
Not a Good Sign: From a
distance
Secondo disco per questo super
ensamble capace nuovamente di stupire
nel proporre un lavoro con canzoni più brevi e fruibili rispetto al precedente disco
ma sempre molto interessanti per quanto riguarda gli aspetti compositivi.
Dieci brani per oltre 50
minuti di musica dove la tecnica strumentale è abbinata alla capacità vocale di
Alessio Calandriello (de la Coscienza di Zeno) , cantante di grande spessore
emotivo, affiancato dal compositore/tastierista
Paolo “Ske” Botta, dal chitarrista Francesco Zago (l’autore di tutti
testi eccetto un brano che, dopo la
registrazione dell’album, ha lasciato la band , sostituito da Gian Marco
Trevisan), dal batterista Martino
Malacrida e dal nuovo bassista Alessandro Cassani.
Ubi Maior: Incanti bio
meccanici
Quattro tracce per oltre
un’ora di sano prog sinfonico per gli Ubi Maior che , dopo cinque anni di
silenzio , fanno uscire questo terzo lavoro con una confezione digipack molto
curata.
Il disco è moderno nel suo
tappeto sonoro, sospeso tra dolcezza e durezza (mai eccessiva comunque) ed è caratterizzato
da intriganti ed orecchiabili melodie vocali del cantante/violinista Mario Moi, dalle poliedriche tastiere del
compositore Gabriele Manzini (Hammond, Mellotron, Moog) dalla chitarra genesisiana
della new entry Marcella Arganese e dalla solida sezione ritmica di Walter
Gualtiero Gorreri (basso) ed Alessandro Di Caprio (batteria).
Segnalo, per un soffio fuori dalla top five, il bel disco de La Curva di Lesmo vedi http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.it/2015/11/la-curva-di-lesmo.html
Come al solito consiglio un disco non prog che mi ha colpito favorevolmente, quest'anno andiamo in Sardegna con questo talento poco noto al grande pubblico.
Iosonouncane:Die
Ci sono dischi che ascolti in
religioso silenzio, nella liturgia metafisica dell’ammirazione, ci sono dischi
che ti divertono e che ascolti con disinvoltura nelle più disparate situazioni
quotidiane. Ecco l’album Die rientra in questa seconda categoria.
Jacopo Incani (sardo, classe
1983), tastierista, multistrumentista e
cantante, conosciuto artisticamente con il nickname Iosonouncane ha costruito
un album ( il suo secondo) fresco e intriso di funamboleschi riferimenti a
svariati generi musicali con testi surreali e capaci di attirare l’attenzione
anche a progman come il sottoscritto.
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