Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

domenica 27 dicembre 2015

Top Five Italiana 2015

Il Progressive Italiano vive, ormai da qualche tempo,una stagione ricchissima di uscite discografiche di valore. E' sempre più difficile fare scelte tra tanta qualità, ecco la mia top five nazionale tra i dischi che ho ascoltato quest'anno. 

Unreal City: Il paese del tramonto
Il secondo disco della band del giovane psiconauta progressivo Tarasconi  non solo conferma la favorevole impressione del primo disco di due anni fa ma va al di là, attraverso tessiture sonore di seta pregiata con 70 minuti di energico sound progressivo (testi ed interludi strumentali di gran classe)  con pezzi lunghi mediamente otto/nove minuti eccetto l’ouverture strumentale iniziale di cinque minuti e la suite finale Ex tenabrae lux di poco più di venti minuti divisa in quattro movimenti.
Un disco magnifico che evoca un viaggio metafisico tra la morte e la vita, il buio e la luce, la carnalità e l’onirico. Tutto da gustare.

La Coscienza di Zeno: La notte anche di giorno
Lavoro ardito per il gruppo genovese giunto al terzo album, quello della piena maturità.
Il disco è composto da due lunghe suite, di sei e quattro movimenti ciascuna, per quasi tre quarti d’ora di prelibatezza sonora e semantica, da assimilarsi attraverso ripetuti ascolti anche per la ricchezza della proposta sinfonica progressiva.
Due figure femminili sono le protagoniste del disco, di fatto un concept album e un intenso omaggio a queste anime che hanno “abbandonato lo stato del pieno per approdare a quello del vuoto”. La suite “Giovane Figlia” è liberamente ispirata alla figura della "sfortunata" Serena Zaiacometti, mentre “Madre Antica”  è dedicata alla scultrice partigiana Bianca Orsi.
Come ben afferma il valente bassista Gabriele Guidi Colombi: “ per La Coscienza di Zeno raccontare un sentimento, una sensazione o un disagio è fondamentale quanto descrivere le stesse tramite la musica”.Lavoro discografico dal  perfetto connubio tra la penna originale di Stefano “Sinfield” Agnini, la vocalità di Calandriello e gli strumentisti della band.


Barock Project: Skyline
Un disco, il quarto dei Barock Project, che migliora ascolto dopo ascolto, inequivocabile segno di eccelsa portata artistica.
Un autentico capolavoro neo progressive sinfonico con sfumature jazzy che diverrà pietra miliare di questo scorcio di’inizio millennio.
Dieci tracce per 70 minuti di godimento musicale con il quartetto in grande spolvero, lavoro discografico impreziosito dalla virtuosa presenza in un brano di Vittorio De Scalzi, mito vivente del nostro genere preferito: Prog On!!  

Not a Good Sign: From a distance
Secondo disco per questo super ensamble  capace nuovamente di stupire nel proporre un lavoro con canzoni più brevi e fruibili rispetto al precedente disco ma sempre molto interessanti per quanto riguarda gli aspetti compositivi.
Dieci brani per oltre 50 minuti di musica dove la tecnica strumentale è abbinata alla capacità vocale di Alessio Calandriello (de la Coscienza di Zeno) , cantante di grande spessore emotivo, affiancato dal compositore/tastierista  Paolo “Ske” Botta, dal chitarrista Francesco Zago (l’autore di tutti testi eccetto un brano che,  dopo la registrazione dell’album, ha lasciato la band , sostituito da Gian Marco Trevisan), dal batterista  Martino Malacrida e dal nuovo bassista Alessandro Cassani.

Ubi Maior: Incanti bio meccanici
Quattro tracce per oltre un’ora di sano prog sinfonico per gli Ubi Maior che , dopo cinque anni di silenzio , fanno uscire questo terzo lavoro con una confezione digipack molto curata.
Il disco è moderno nel suo tappeto sonoro, sospeso tra dolcezza e durezza (mai eccessiva comunque) ed è caratterizzato da intriganti ed orecchiabili melodie vocali del cantante/violinista  Mario Moi, dalle poliedriche tastiere del compositore Gabriele Manzini (Hammond, Mellotron, Moog) dalla chitarra genesisiana della new entry Marcella Arganese e dalla solida sezione ritmica di Walter Gualtiero Gorreri (basso) ed Alessandro Di Caprio (batteria).

Segnalo, per un soffio fuori dalla top five, il bel disco de La Curva di Lesmo vedi http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.it/2015/11/la-curva-di-lesmo.html

Come al solito consiglio un disco non prog che mi ha colpito favorevolmente, quest'anno andiamo in Sardegna con questo talento poco noto al grande pubblico.

Iosonouncane:Die
Ci sono dischi che ascolti in religioso silenzio, nella liturgia metafisica dell’ammirazione, ci sono dischi che ti divertono e che ascolti con disinvoltura nelle più disparate situazioni quotidiane. Ecco l’album Die rientra in questa seconda categoria.

Jacopo Incani (sardo, classe 1983),  tastierista, multistrumentista e cantante, conosciuto artisticamente con il nickname Iosonouncane ha costruito un album ( il suo secondo) fresco e intriso di funamboleschi riferimenti a svariati generi musicali con testi surreali e capaci di attirare l’attenzione anche a progman come il sottoscritto.

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