Steven Wilson: The Raven That Refused To Sing
(And Other Stories)
L’eclettico genietto britannico, oltre ad una possente serie
di progetti paralleli alla sua band storica Porcupine Tree e a mansioni di
remixaggio di autentici capolavori del passato come ad es. Aqualung dei Jethro
Tull e In the Court of the Crimson King dei King Crimson, ha “percorso” anche
una attivita solistica di rilievo.
Quest’anno ha pubblicato una scintillante gemma del nostro
tempo ossia The Raven That Refused To Sing (And Other Stories), disco
capolavoro in cui racconta le angosce dell'uomo del XXI secolo attraverso sei
storie di fantasmi, ove afflati crimsoniani e floydiani e melodie progressive
memorabili trovano “luogo” di esaltazione emotiva.
Il disco, che consta di 6 tracce per 50 minuti abbondanti di
musica, con una apertura di grande impatto sonoro come Luminol (vedi video), è
tutto di ottimo livello ed è assolutamente consigliato anche per il valore dei
musicisti che accompagnano l’occhialuto britannico, , su tutti il batterista
Marco Minnemann ed il talentuosissimo chitarrista Guthrie Govan. Uno di quei
dischi che quest’anno ho letteralmente consumato e non mi sono ancora stancato
di riascoltare.
Haken: The mountain
Dopo due eccellenti album, alla terza uscita arriva per la
band inglese degli Haken un disco di grande vigore artistico che li proietta
ben al di là dell’etichetta di ensamble prog metal.
The mountain è un lavoro dai suoni cristallini e potenti che
“nutre” più bocche essendo sinuoso nella sua varietà. Nove tracce più due bonus
per quasi settanta minuti di musica in cui con facilità si passa da riff
vigorosi a momenti simil jazzistici, dal prog sinfonico ad intrecci vocali
tipici dei Gentle Giant
Un album delicato e potente allo stesso tempo, semplice e
complesso insieme, per me un capolavoro!
Line up: Ross
Jennings: voce, Charles Griffiths:
chitarre, Raymond Hearne: batteria, Richard Henshall: tastiere e chitarre,
Diego Tejeida: tastiere e Thomas MacLean: basso.
Causa Sui: Euporie
Tide
Il trio strumentale danese Causa Sui con “Euporie tide”, uscito
il 5 agosto per la Label El Paraiso records, raggiunge vertici di affiatamento
e vigore psichedelico progressivo di notevole spessore artistico, mantenendo una
tendenza space rock per tutte le dieci
tracce per oltre un’ora di musica.
Line up: Jonas
Munk: Chitarre ed Eletronica, Jess Kahr: basso, Jakob Skøtt: Percussioni e
batteria.
Raimundo Rodulfo: Open
Mind
La quarta fatica discografica del compositore polistrumentista-cantante
venezuelano Raimundo Rodulfo dal titolo evocativo Open Mind è davvero
fantasioso e ricco di colori emotivi che avvinghiano l’ascoltatore per quasi 80
minuti di musica
La recensione di Jessica Attene su Arlequins fotografa
esattamente la mia impressione: “Musica leggera come un alito di vento ma ricca
di sostanza, che scivola delicata attraverso i padiglioni auricolari ma che
lascia impressioni durature, dolce al punto giusto ma mai stucchevole. E’ così
che vorrei che fosse certo prog sinfonico che ormai fin troppo spesso finisce
col perdersi nell’autoreferenzialità, nell’imitazione dei modelli illustri, in
una pomposità che stanca e che ha ben poco di spontaneo.”
Comedy of Errors: Fanfare
& fantasy
Ebbene si! La palma di miglior disco di prog romantico di
quest’anno lo assegno all’ensamble scozzese Comedy of Errors già attivo negli
ottanta con un mini LP, ma che solamente nel 2011 era riuscito a realizzare un
disco intero.
La loro seconda uscita Fanfare & fantasy è un lavoro
molto ben curato e di gusto superiore sul piano melodico. Nove tracce per quasi
settanta minuti di musica che seppur non siano originalissime danno una
sensazione di piacere soprattutto nel
fluire sinfonico delle composizioni.
Line up: Joe
Cairney (voce), Jim Johnston (tastiere), Mark Spalding (chitarre) e Bruce
Levick (batteria)
Il mio disco straniero non progressive dell’anno è di un
gruppo praticamente sconosciuto….ossia i Black Sabbath di un tal Ozzy Osbourne
che dicano sbrani i pipistrelli in scena…
A parte gli scherzi, “13”
il nuovo album dei Black Sabbath a mio
avviso è davvero formidabile. Una prova di grande spessore che ci mostra in
ottima forma, nonostante le apparenze fisiche non proprio ideali, al canto il
buon Ozzy coadiuvato alla chitarra dal sempre verde Tony Iommi. Il duo affiancato
dall’altro membro storico Geezer Butler al basso e dal batterista Brad Wilk dei
Rage Against the Machine , ci dimostra con questa opera rock che la classe non
si affievolisce anzi…. Un disco che ci
riporta indietro nel tempo, direttamente agli anni d’oro del gruppo. Lo stile
immediatamente riconoscibile del gruppo, stilisticamente caratterizzato da ‘proto-heavy/doom’
esoterico.
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