Rikard Sjoblom (Beardfish)

Rikard Sjoblom (Beardfish)
“La luce sul Prog non si è mai spenta, è stata solo offuscata in attesa di nuova energia dal risveglio delle coscienze....”. (Mauro Pini)

giovedì 30 dicembre 2021

Top five italiana 2021

Come di consueto, eccovi - in ordine alfabetico- le mia personalissima top five progressiva italiana estratta dai dischi che ho potuto ascoltare in questo 2021 che sta declinando con tutta la sua complessità.

Mobius Strip: Time Lag

Il 12 luglio distribuito dalla Ma.Ra.Cash Records è stato rilasciato "Time lag", naturale evoluzione rispetto all’ omonimo album d’esordio datato 2017 dei Mobius Strip,  ensemble proveniente da Sora (provincia di Frosinone).
Luciano Gap nel suo blog http://aut-frosinone.blogspot.com/2021/10/laffascinante-viaggio-in-time-lag-il.html ha ben sintetizzato l'essenza del nuovo lavoro affermando che si tratta di un disco "aperto, ricco di colori, sfumature timbriche, anche se non viene mai meno la ricercatezza ritmica. Tracce piene di suoni ma, nello stesso tempo, ariose. Ogni brano è una piccola suite dove ogni movimento è prezioso, sorprendente, ma, indubbiamente, inserito perfettamente nell’architettura armonico-ritmica".
Time lag, nei suo 50 minuti di musica per sei tracce prettamente strumentali a parte l'ultimo brano, è eterogeneo e imprevedibile facendoci esplorare territori sonori dal canterburiano colto alla jazz fusion progressiva più suadente.
Come nel precedente cd la copertina, molto articolata, è opera di Francesco Tersigni,  all’interno dell'esaustivo libretto c’è una immagine che è una chiara citazione al capolavoro del cinema muto “Viaggio nella luna” di Georges Mèliés realizzata da Max Marchini, il grafico della Ma.Ra.Cash Records.
Line up:  Lorenzo Cellupica: piano, organo, tastiere, voce. Nico Fabrizi: sax tenore, sax alto, sax soprano, percussioni. Eros Capoccitti: basso elettrico, percussioni. Davide Rufo: batteria, percussioni. Ospiti: Fabio Gelli e Giacomo Serino: tromba. Romeo Venditti: trombone. Simone Marcelli e Massimo Izzizzari: chitarra elettrica. Caterina Sebastiano, Debora Camilli e Andrea Martini: voce.
In ascolto l'intero disco


Noisy Diners: 
The Princess Of The Allen keys (The history of Manto)

Il progetto Noisy Diners ha preso forma grazie a nomi già noti e apprezzati del mondo musicale quali il tastierista Cristiano Roversi (dai Moongarden in avanti, una delle principali icone per noi vecchi melomani progressivi) e il chitarrista Fabrizio Dossena (ottimo interprete di De Andrè). 
Il loro album di debutto "The Princess Of The Allen keys (The history of Manto)" , registrato con l'auxilio di alcuni ospiti tra cui spicca lo svedese, ma statunitense di nascita, Nad Sylvan, l' attuale vocalist di Steve Hackett, è stato rilasciato digitalmente a gennaio e come supporto cd il 21 maggio.
Il disco, dalle tinte rock opera e primo atto di una trilogia, è un concept album che "racconta" la leggenda della maga Manto (per la mitologia greca terza figlia dell'indovino cieco Tiresia di Tebe) e della nascita della città di Mantova (luogo di residenza dal 2012 di Dossena).
Sette tracce per quasi 56 minuti in cui il sound sinfonico di sapore genesisiano si eleva su picchi di godimento fruitivo con sprizzatine jazzy, cambi di tempo e virtuosismi mai fini a se stessi con la notevole vocalità di Donata Luani (Manto) in grande evidenza.   
Da sottolineare infine la splendida copertina ad opera dell'artista argentino Daniel E. Dankh (classe 1959) https://www.facebook.com/daniel.estebedankh.3.
Per chi desidera andare più in profondità su questo lodevole progetto consiglio caldamente la lettura del blog dell'amico e concittadino Athos Enrile ove troverete anche una intervista a Fabrizio Dossena http://athosenrile.blogspot.com/2021/04/noisy-diners-princess-of-allen-keys.html.
Line up: Cristiano Roversi: tastiere, Chapman Stick, orchestrazioni classiche,Davide Jori: chitarre elettriche. chitarre. Fabrizio Dossena: chitarra acustica. Erik Montanari: chitarre elettriche, chitarre acustiche. Ezio Secomandi: batteria. Mirko Tagliasacchi: basso. Antonio De Sarno: narrazione. Donata Luani: voce "Manto". Ospiti alla voce Nad Sylvan "Virgilio", Stefano Boccafoglia "Tiresia". Beatrice Cotifava "La principessa delle chiavi a brugola " Aran Bertetto "Caronte" e Mauro Negri al sassofono.
In ascolto l'intero album

Raven Sad:  
The leaf and the wing

L'ensemble toscano del poliedrico musicista/compositore pratese Samuele Santanna, dopo una gestazione di un paio d'anni, ha rilasciato Il 2 febbraio la quarta fatica discografica  "The leaf and the wing" per Lizard records.
Il disco, otto tracce (tre strumentali) per quasi settanta minuti di musica, riconcilia il melomane progressivo diversamente giovane con lo scenario musicale odierno intriso di rap, trap e auto-tune ma che non entra minimamente nelle proprie corde emotive.
Il disco è un concept esistenzialista che prende forma narrativa il 20 luglio 1969 (giorno dello sbarco sulla luna) allorquando il protagonista Will Weaker -seduto in salotto- è in procinto di sprofondare nel consueto momento di confidenza con le sostanze, cercando di raggiungere l'oblio narcotico sapendo che dopo quella notte l'umanità non sarà più la stessa.
L'album è un gioellino armonico assoluto, sospeso tra le alte sfere della psichedelia progressiva melodica di ottima fattura con il cantato di Gabriele Marconcini   ( Merging Cluster e Biofonia ) che si eleva su vette di godimento affiancato al chitarrismo di Santanna emozionale nel suo incedere sia in assolo , sia in accompagnamento essendo sempre di gran spessore l'affiatamento con il "vecchio" compagno di note musicali il pistoiese Trinci. 
Anche la "nuova" sezione ritmica è in gran spolvero con Geri e Carnesecchi. 
Come è scritto nella back cover del cd: " Mystery creates wonder and wonder is the basis of a man's desire to understand....Il mistero crea meraviglia e la meraviglia è la base del desiderio dell'uomo di capire" ( Neil Armstrong ) e ascoltando il disco più volte ci si meraviglia come esso, tra dolcezza ed energia, cresca di ascolto in ascolto, qualità precipua per i lavori d'alto lignaggio artistico. 
Line up: Samuele Santanna: chitarre. Fabrizio Trinci: tastiere, cori. Marco Geri: basso. Francesco Carnesecchi :batteria e il vocalist Gabriele Marconcini.
In ascolto l'intero album.

Reverie: 
Orpheus

Dopo una lunga pausa discografica di sei anni, a seguire del brillante full lenght del 2015 in dialetto friulano "Gnos furlanis, il Timp dal Sium" che ha ottenuto una nomination nella categoria "Miglior album in dialetto o lingua minoritaria" del prestigioso premio Tenco, i Rêverie, si ripresentano il 15 aprile con 35 minuti di musica di grande spessore tecnico ed emozionale con il cd "Orpheus" (distribuzione BTF https://www.btf.it/orpheus.html ).
Un concept album che si basa liberamente  sui " Sonetti a Orfeo" del drammaturgo/poeta austriaco Rainer Maria Rilke (1875-1926),  su "Alcyone" di Gabriele D'Annunzio (1863-1928) e sulle  "Metamorfosi" di Publio Ovidio Nasone (43 a.c.-18 d.c.).
Il mito greco di Orfeo, il cantore che ammaliava l'uomo e la natura, viene così glorificato in una suite di tredici tracce divise in cinque parti (Un gesto nel silenzio, Anime amanti, Costante metamorfosi, Invisibile poesia, Dalle immensità lontane) più un prologo (Stabat nuda aestas) e un epilogo (...Et spicea serta gerebat).
Protagonisti di questa "meditazione in musica" sono il  polistrumentista milanese Valerio Vado il quale, deus ex machina della composizione musicale e degli arrangiamenti, suona chitarre, bassi, bass pedals, effetti, mellotron, percussioni e la vocalist  Fanny Fortunati la quale attraverso il suo strumento straordinario che è la voce (si occupa anche degli arrangiamenti vocali) offre momenti di rispettoso e intenso lirismo celebrando i versi tradotti in italiano di Rilke e trasportando il fruitore su vette di assoluto godimento cerebrale:"....in questa straripante notte tu sii la magia all'incrocio dei tuoi sensi ....".
L'accompagnamento strumentale di Vado è -more solito- efficace con una trama minimalista elaborata  e mai inopportuna di suoni e una predilezione del sottoscritto per le sue parti chitarristiche.
Da segnalare l'artwork e le arti visive con le composizioni pittoriche originali di Mariangela Zabatino https://www.mariangelazabatino.it


Syndone: Kama Sutra

L'ensemble torinese dei Syndone si ripresenta dopo tre anni da "Mysoginia" con "Kama Sutra", uscito per la Ma.Ra.Cash.Records il 25 agosto.
L'opera, ottavo album in studio, cantato interamente in inglese, nelle sue undici tracce (dodici nella unlimited edition) per tre quarti d'ora di musica, intreccia molteplici stili e influenze:  prog sinfonico, RIO, Canterbury, musica da camera contemporanea, hard rock, opera, jazz, il tutto per un prodotto di alta qualità, intriso di ricercatezza strumentale.
E' un concept album con al centro la parola Kama Sutra ( per approfondimenti rimando a
https://www.treccani.it/enciclopedia/kamasutra/ ) e le sue declinazioni sull'amore, il consumismo, la caduta degli dei, la mercificazione del corpo.
Line up: Nick Comoglio: Hammond, Moog, Juno-DS, Mellotron. Riccardo Ruggeri: voce
Marta Caldara: vibrafono, timpani: Gigi Rivetti: piano, Wurlitzer, Rhodes, Hammond, clavinet
Simone Rubinato: basso, fretless, Taurus bass. Eddy Franco; batteria e percussioni. 
Ospiti: Riccardo Diggiani: sitar. Annie Barbazza: voce. Gianluca Cagnani: organo a canne. David Jackson: sassofono. Vincent Boniface: flauto di cristallo. Claudio Adamo: chitarra elettrica. Andrea Manco: flauto: Luigi Finetto: oboe. Luigi Picatto: clarinetto.
Da rilevare inoltre la straordinaria partecipazione dell' Orchestra Sinfonica di Budapest, diretta da Francesco Zago.
Sito ufficiale: https://www.syndone.it
In ascolto la quarta traccia Into the kama con Annie Barbazza

Desidero, more solito, segnalare un disco non progressive che mi ha particolarmente colpito nell'ascolto, quest'anno mi dirigo in Sardegna, terra di origine di mio nonno paterno nonchè di Jacopo Incani in arte Iosonouncane.
Il poliedrico musicista insulare, attivo discograficamente fin dal 2010, il 14 maggio di quest'anno con il colossale doppio LP Ira ha davvero toccato apici di freschezza e originalità tra testi che mischiano "inglese, arabo, francese, spagnolo, tedesco e italiano, un idioma ipotetico dello sconfinamento, della migrazione, dell’uomo che marcia per terre e nuota per mari alla ricerca di quella liberazione che coincide, per noi che lo seguiamo in quest’ascolto, con la catarsi che ci investe dopo il dramma" (Rolling Stone 5 maggio 2021) e composizioni musicali che mettono insieme elettronica, sound etnico, afflati cosmici, jazz contemporaneo e molto altro, il tutto per un lavoro sopraffino che merita nelle sue quasi due ore di durata una attenzione particolare.
Da rilevare anche la continua differenziazione dei registri vocali dell'artista sardo classe 1983, una delle realtà più fascinose dell'odierno panorama nazionale.
In ascolto Jabal, quarta traccia su diciassette dell'album
a

domenica 26 dicembre 2021

Top five internazionale 2021

Nonostante la situazione complessa per la pandemia, sono state molteplici le uscite discografiche 2021 nella galassia Progressiva o similare. A seguire,  tra gli album che ho potuto ascoltare, i miei preferiti in ordine rigorosamente alfabetico

Amarok: El ojo del mundo
A sei anni di distanza dal precedente album "Hayat yolunda", gli spagnoli Amarok ci deliziano con il nono full lenght in studio  "El ojo del mundo" uscito il 1 giugno per la label messicana Azafran Media. Quest'ultimo lavoro è assolutamente innovativo in quanto, accanto a strumenti del nostro tempo (vedi line up) e al magico Theremin,  vengono suonati strumenti antichi e fascinosi quali la medioevale Ghironda, il kanun turco: una cetra trapezoidale a 78 corde, considerata il pianoforte dell'Oriente e altri strumenti orientali come il santur persiano, il saz e il tar, tutti suonati da Robert Santamaria, il vero deus ex machina del progetto.
Questa seducente combinazione è al servizio di un'idea: l'occhio del mondo ci guarda, ed è terrorizzato da quello che stiamo facendo al pianeta, tutto ciò si realizza con sessanta minuti di musica per otto tracce dove la musica a sfondo etnico si fonde con il progressive per una miscela di grande valore artistico, il tutto impreziosito dalla vocalità di Marta Segura, altro elemento di assoluto gradimento per un ottimo disco.
Line up: Marta Segura: voce. Manel Mayol: flauto traverso, didgeridoo. Pau Zañartu: batteria, hang elettronico. Marc Egea: ghironda. Tarik Smith: tromba. Miguel Arce: basso. Robert Santamaría: kanun, saz, tar, santur, tastiere, chitarra a 12 corde, autoharp, glockenspiel, fisarmonica, percussioni: Ospiti Víctor Estrada: theremin. Coloma Bertran: violino. Núria Martínez: palms.


Caligonaut: Magnified As Giants
Caligonaut è un progetto solista del norvegese Ole Michael Bjørndal, valente musicista, noto per aver suonato con Oak, Airbag, Gentle Knife,Bjørn Riis. 
Il suo album d'esordio "Magnified As Giants" è stato pubblicato il 26 febbraio dalla label Apollon Records https://www.apollonrecords.no.
Quattro tracce per cinquanta minuti di musica portatrice sana di melodie coinvolgenti che lasciano spazio a momenti introspettivi, quasi malinconici, per la delicatezza della proposta con ottimi assoli chitarristici. 
Line up: Ole Michael Bjørndal: chitarre, voce. Kristian Karl Hultgren: basso. Lars Fredrik Frøislie: tastiere, mellotron, sintetizzatori. Andreas W. S. Prestmo: cori. Henrik Fossum e Arild Brøter: batteria. Iver Kleive: organo da chiesa. Åsa Ree: violino, cori. Stephan Hvinden: chitarra ritmica.


Cast: Vigesimus
Vigesimus è il ventesimo album in studio della mitica band messicana dei Cast attiva fin dal 1978. Il full lenght è stato rilasciato dalla label Progressive promotion records 
https://www.facebook.com/pages/category/Public-Relations-Agency/Progressive-Promotion-Records-106620749394991/   per il mercato europeo il 5 marzo e per il resto del mondo il 21 marzo. L'album, dieci tracce per 76 minuti di musica, si caratterizza -more solito- per le tastiere del bandleader Luis Alfonso Vidales in bella evidenza, notevoli gli interventi del violinista Roberto Izzo, il tutto per un tappeto sonoro prog-sinfonico di eccellente caratura con elementi più heavy e jazz rock. 
Line up:  Luis Alfonso Vidales: tastiere. Bobby Vidales e Lupita Acuña: voce. Claudio Cordero: chitarre. Roberto Izzo: violino. Carlos Humarán: basso, cori. Jose Antonio Bringas: batteria, percussioni.



Ciccada: Harvest
Per i greci Ciccada comporre opere di pura bellezza fruitiva è una missione fattibilissima in quanto giunti al terzo album in studio dal titolo evocativo "Harvest" confermano quanto di buono avevano già realizzato nei dischi precedenti. Harvest, rilasciato il 23 aprile per la label londinese Bad Elephant Music https://music.badelephant.co.uk, in sei tracce per oltre tre quarti di musica, ci offre una sessione strumentale sempre delicata con passaggi dolci e piacevoli supportate da una vocalità, sia femminile sia maschile, adattissima al contesto sonoro che eleva il prog folk con sprizzatine jazzy a livelli sublimi. Tutte le canzoni sono state scritte e arrangiate da Yorgos Mouhos e Nicolas Nikolopoulos, mixate da Yiannis Tountas.
Da segnalare la copertina dell'artista argentino Pablo Solari (classe 1953)
Line up: Dimi Spela e Evangelia Kozoni: voce. Aggelos Malisovas: bassi fretted & fretles. 
Yiannis Iliakis: batteria, percussioni, cori. Yorgos Mouhos: chitarre acustiche a 6 e 12 corde, chitarra elettrica, voce. Marietta Tsakmakli: sax soprano, alto e baritono, cori. Nicolas Nikolopoulos: flauto, clarinetto, sassofoni tenore e baritono, flauto dolce, piano, piano elettrico, organo, mellotron, sintetizzatori, clavicembalo, clavinet, glockenspiel, cori



Antony Kalugin: Chameleon Shapeshifter
Anthony Kalugin, nato l' 11 febbraio 1981 a Charkiv, la seconda città ucraina per popolazione quasi 1 milione e mezzo, è un polistrumentista/compositore ben conosciuto nel mondo progressivo del terzo millennio in quanto membro di gruppi quali Karfagen, Sunchild, Hoggwashe. La sua carriera solistica è culminata con la trilogia magica AKP (Anthony Kalugin Projects) iniziata nel 2020 con "Marshmallow Moonduste" e proseguita nel 2021 con l'uscita di ben due album "Stellar gardner" e "Chameleon Shapeshifter", dischi che lo hanno consacrato ulteriormente tra gli artisti più importanti della scena prog sinfonica europea.
Il sesto album da solista Chameleon Shapeshifter, uscito il 24 settembre per Caerllysi Music 
https://www.caerllysimusic.co.uk , sei brani per 46,46 di musica, è un ritratto di puro godimento fruitivo che ci fa fluttuare tra quadri paesagistici sognanti per un prodotto melodico e armonico di qualità.
Line up: Antony Kalugin: tastiere, voce, percussioni, chitarre, arrangiamento, programmazione
Ospiti: Max Velychko: chitarre acustiche ed elettriche. Ivan Goritski: batteria. Oleg Prokhorov: basso. Yan Vedaman: sassofoni tenore e soprano. Elena Kushiy: flauto. Olha Rostovska: voce
Sergii Kovalov: fisarmonica, voce.


Come al solito segnalo anche un disco non progressive il cui ascolto mi ha colpito in questo 2021. La scelta è ricaduta sull'immenso artista australiano Nick Cave (classe 1957) che, in compagnia del suo amico e collaboratore di vecchia data dei Bad Seeds ossia il polistrumentista Warren Ellis, ha pubblicato in digitale il 25 febbraio e grazie a Goliath Records in lp/cd il 18 giugno l'album "Carnage" una chicca emotiva stupefacente che per 40 minuti e 8 brani tiene l'ascoltatore in uno stato attentivo assoluto tra molteplici momenti d'intenso lirismo, album splendido e viscerale. Al Daily Telegraph, il giornalista britannico Neil McCormick ha descritto l'umore dell'album come "infuso di profondo e quasi ineluttabile dolore. Ma mentre questo cantautore particolarmente audace affronta l'isolamento, la solitudine, la perdita e il duro innesto emotivo della resistenza, il tutto sullo sfondo di una minaccia apocalittica, il personale diventa universale". 




mercoledì 22 dicembre 2021

Il testamento degli Arcadi

Il testamento degli Arcadi è un progetto che nasce nel 2019 con l'intento di celebrare, attraverso un album musicale, la prima stagione (di due) della serie fantascientifica Spazio 1999 (per approfondimenti sugli episodi, vedi: http://www.moonbase99.it/Spazio1999/1999-1.htm  ) realizzata tra la fine del 1973 e l'inizio del 1975.
Per chi scrive, essendo nato nel 1961, tale serie tv è un punto imprescindibile della propria adolescenza e quando il deus ex machina della Lizard Records http://www.lizardrecords.it il dinamico Loris Furlan (Gerry Anderson)  da buon producer ha annunciato la nascita del concept elaborato da Pierpaolo Lamanna (Victor Bergman) , ho gioito, pregustandone la fruizione anche perchè ad ogni protagonista del lavoro è stato dato, come moniker di scena, il nome di uno dei personaggi della serie (il nome tra parentesi). 
Il disco, interamente strumentale, è suddiviso in dieci tracce (la versione in vinile ne presenta undici e differente track list) per quasi un ora di musica, ognuna delle quali legata a un episodio specifico della serie  ed è corredato da una parte testuale che, letta interamente, rappresenta un racconto unitario. A livello musicale il full length è eterogeneo, un tappeto sonoro che spazia (verbo appropriato...)  dal  rock al progressive elaborato, dalla psichedelia space al  krautrock, dal dark al noise, il tutto con soluzioni compositive di spessore.
Da segnalare, nel succoso libretto del cd, la parte testuale,  presentazione di ogni singolo brano, che letta senza soluzione di continuità rappresenta un racconto unitario. Un plauso a Laura Gamba (Sandra Benes) per le splendide illustrazioni interne e a Roberto Menegon (Tony Cellini) per l'artwork, la copertina riferita al pianeta Arcadia e al popolo che l'ha abitato.
 Line up: Alessandro Seravalle (John Koenig): chitarre,mellotron, pianoforte, sintetizzatore, elettronica, campionamenti nonchè eclettico compositore principale musicale del progetto. Milo Furlan (Alan Carter) alla batteria e percussioni. Gianluca Tassi (David Kanu) basso, chitarra acustica. Mirko Baruzzo (Paul Morrow) chitarre, basso, flauto bansuri, sitar, violino esraj, sarod, santur, tampura, tablas, sintetizzatori,effetti, voci. Con il quartetto hanno suonato come musicisti ospiti Lorenzo Giovagnoli ( Luke Ferro): tastiere e orchestrazioni. Simone D'Eusanio ( Bob Mathias) violino e Mariano Bulligan (Antonio Zoref) violoncello. 
In ascolto la terza traccia La missione dei dariani



lunedì 6 dicembre 2021

Overworld Dreams

Gli Overworld Dreams proveniente dal New Jersey si sono formati grazie a Ken Walker (tastiere, voci), Chris Parsons (basso), Randy Sandmann (chitarre), Matt Maugeri (chitarre, voci), e Liz Holder (voci, tastiere)
Il loro album di debutto "Voyage" -autoprodotto-  è uscito nel settembre 2018 a seguire nel gennaio 2020 il secondo full lenght di inediti "Gateway" entrambi grazie alla distribuzione CD Baby https://cdbaby.com econ l'artwork di Ed Unitsky, artista visivo e designer, noto per le sue opere di fantasia surrealista e per le innumerevoli copertine nel mondo progressive,
https://www.facebook.com/ed.unitsky.official/. Da segnalare inoltre un interessante album di cover "Under the covers I" rilasciato il 4 agosto 2020 con versioni di brani dei Genesis, Porcupine Tree e Rush tra gli altri. 
Il loro è un neo-prog di buona fattura con un tocco folkeggiante che impreziosisce la produzione con un buon alternarsi di voce maschile e femminile
Line up: Randy Sandmann e Paul Higginbotham: chitarre. Matt Maugeri: voce e chitarre
Ken Walker: tastiere e voce. Elizabeth Holder: voce e tastiere. Chris Parsons: batteria, basso, chitarra, tastiere, voce.
In ascolto il trailer del secondo disco

Album consigliato: Gateway (2020)

venerdì 3 dicembre 2021

Shamblemaths

Shamblemaths è un progetto norvegese del polistrumentista/vocalist Simen Å. Ellngsen e del bassista Eirik M. Husum. Dopo tre demo, l'esordio discografico della coppia è avvenuta con il moniker Fallen fowl e l'E.P. " Do they love you now?" nel 2006. 
Dopo aver mutato il nome in Shamblemaths hanno rilasciato, autoproducendosi, il primo omonimo full length  nella primavera del 2016, album in cui il duo è stato coadiuvato da numerosi ospiti tra cui Eirik Øverland Dischler alle tastiere, Halvor Lund: organo Hammond e Jon Even Schärer alla batteria. Husum ha poi lasciato l'ensemble nel 2018 mentre l'anno seguente si è unito il batterista/Xilofonista Vassbø (Kanaan, Juno, Valerio & his Intentions e Sex Magick Wizards) con il quale l'eclettico leader della band Ellingsen, che ha due dottorati, uno in fisica quantistica, uno in scienze politiche, ha realizzato, per la label Apollon Records 
 ( https://www.apollonrecords.no ),  Shamblemaths 2 il 22 ottobre 2021.
Il loro sound è estremamente etorogeneo, spaziando tra vari generi, dall' avant prog ad afflati jazzistici, dal prog sinfonico a momenti più heavy, il tutto con un risultato più che soddisfacente
Line up dell'ultimo disco: Simen Ellingsen: sassofono soprano, contralto, tenore e baritono, chitarre elettriche e acustiche, flauto dolce soprano, tin whistle, voce, canto, sussurri, campionamenti di sassofono, tastiere occasionali e Ingvald A. Vassb: batteria e xilofono.
Ospiti: Eskild Myrvoll: basso. Paolo "Ske" Botta e Eirik Dischler: tastiere. Marianne Lonstad, Pia M. Samset e Anna Gaustad Nistad: voce. Leon Li: fagotto. Michael Francis Duch e Morten A. Nome: contrabbasso. Eivor Ellingsen ( bimba di 6 anni): voce infantile e il cameo alla chitarra del parigino d'adozione Ask Vatn Strøm.
Sito ufficiale: http://shamblemaths.com
Dal primo disco ascoltiamo la lunga suite iniziale Conglomeration (or The Grand Pathetic Suite)


Album consigliato: Shamblemaths 2 (2021)

martedì 30 novembre 2021

Our man in the bronze age

L'ensemble degli Our man in the bronze age si è formato nel 2007 a Milton Keynes una città di oltre duecentomila abitanti nel sud est dell'Inghilterra. Nel giugno 2012 esordio discografico con "The gallows tree" un full length autoprodotto di sette tracce per 33 minuti di durata. Nel maggio 2015 sempre autoprodotto è uscito "Habanero" un e.p. di 17 minuti e quattro tracce. Il loro ultimo album "Hexed Endeavours" è stato rilasciato l'8 ottobre 2021 tredici tracce per 70 minuti, la versione in doppio vinile color oro è prevista per gennaio 2022.
Il loro sound è uno stoner progressivo con momenti più melodici per una godibile fruizione.
Line up:  Tom Platt: batteria, voce. Jonathan Muston:batteria, tastiere, voce. Graham Hulbert: chitarre, voce. Andi Jackson: basso, voce. Justin Hodges: chitarre.

In ascolto la settima traccia Brutus dell'ultimo disco.

Album consigliato: Hexed Endeavours (2021)

lunedì 15 novembre 2021

Adventure

Gli Adventure nascono a Trondheim in Norvegia dall'idea del polistrumentista Odd Roae Bakken il quale, dopo anni di esperienza in gruppi rock suonando chitarra, mandolino e voce in band come Tammatoys e Nordagust, nella prima metà dei novanta  incontra Nils Larsen (basso) e Torkel Aune (batteria) e poco dopo il talentuoso chitarrista Terje Flessen. I quattro completano l'ensemble nel 1995 con il vocalist Verbjorn Moen e bisogna attendere il 2000 per vedere la loro prima uscita discografica con il full lenght omonimo autoprodotto. 
Nel terzo millennio, dopo innumerevoli cambi di formazione, gli Adventure  con sempre presenti Roae Bakken e Flessen pubblicano tre album: "Beacon of light" (2009), " Caught in the web" (2014) e "New Horizon" (2019) e l'E.P. "Refugees" nel 2017.
Il loro è un sound orientato verso il prog sinfonico inframezzato da elementi più heavy e aspetti melodici 
Ultima line up: Kjell Myran: voce. Elen Hopen: voce, tastiere. Terje Flessen: chitarre elettriche e acustiche, e-bow, sitar elettrico. Odd-Roar Bakken: tastiere, hammond, synth, moog, mellotron. Terje Craig: basso, tastiere, cori, voce e narrazione, mixaggio. Alf Helge Lund: batteria, percussioni, piatti e campane. Ospiti: Atmasukha Ananda: pianoforte. Kine Wallum: flauto.
Dal loro terzo disco ecco la quinta traccia A simple man


Album consigliato: Caught in the web (2014)


venerdì 12 novembre 2021

Morild

I Morild, ensemble norvegese proveniente da Trondheim, si è formato nel 2004 e per una decina di anni è stata attivo, rilasciando anche due dischi: il doppio "Time To Rest" nel 2010 per la label russa Maals Records e l'autoprodotto" Aves" nel 2013.
Il nome della band (ripreso anche da un gruppo metal danese) deriva, secondo i membri, dalla particolare luce creata dalle alghe nell'acqua che, nei tempi antichi, veniva  considerato un presagio per perigliose tempeste in arrivo".
Il loro sound è permeato di sinfonicità con suadenti sottolineature folkeggianti
Ultima line up: John Anders Troset: voce, chitarre, percussioni. Odd-Road Bakken: tastiere, chitarre, ukulele. Alexander Holand Salgado: batteria, percussioni. Nils Larsen: basso. Mari Haug Lund: flauto, pianoforte. Hans Kristoffersen: chitarre.
In ascolto dal primo album la seconda traccia del primo cd ossia "When night turns to morning"

Album consigliato: Time To Rest (2010)

giovedì 11 novembre 2021

Kornmo

Kornmo  è un trio strumentale formatosi nel 2015 a Trondheim città norvegese di oltre 200000 abitanti grazie a due veterani ossia il tastierista  Odd-Roar Bakken, (Adventure,Tammatoys, Morild, Nordagust e il bassista Nils Larsen (Morild) che ha chiamato, per completare il trio, il proprio figlio  Anton J.R  alla batteria. L'ensemble ha pubblicato, fino ad ora tre album, esordendo nel 2017 con "Svartizen", proseguendo sempre in autoproduzione con  "Vandrig" nel 2019 e grazie alla label Apollon Records https://www.apollonrecords.no il 5 novembre 2021 è stato pubblicato "Fimbulvinter".
Il loro sound, totalmente strumentale, è un progressive sinfonico melodico con arrangiamenti ben strutturati per un prodotto di qualità, altamente raccomandato ai "sinfomani".
Line up: Odd-Roar Bakken: tastiere, chitarra. Nils Larsen: basso. Anton J. R. Larsen: batteria e percussioni 






Album consigliato: 
Vandrig (2017)

lunedì 1 novembre 2021

Ef

Gli Ef sono stati fondati nel 2003 a Göteborg, città svedese di oltre mezzo milione di abitanti della Svezia meridionale. Nel 2006 il combo ha  pubblicato il loro album di debutto, "Give Me Beauty. Or Give Me Death!" per And the Sound Records https://andthesound.se , una etichetta discografica guidata dal batterista Niklas Åström. Nella seconda metà del 2007 gli EF hanno iniziato a registrare il seguito del loro debutto:  "I Am Responsible", uscito nel gennaio del 2008. Entrambi questi dischi sono stati remixati e rimasterizzati nel 2012. Il terzo album
" Mourning golden morning" è stato rilasciato nel 2010 a concludere il loro iter discografico hanno pubblicato nel settembre 2013 Ceremonies anche in versione di doppio LP.
Il loro sound è un math rock melodico con sprizzatine progressive, apprezzabile nell'ascoltare.
Line up: Tomas To rsson: chitarra, voce. Daniel Öhman: chitarra, tastiere. Erik Gustafsson: chitarra. Emanuel Olsson: basso. Niklas Åström: batteria.
In ascolto il loro ultimo album "Ceremonies"


Album consigliato: Ceremonies ( 2013)

sabato 30 ottobre 2021

Valeria Gallardo Trio

Il gruppo cileno dei Valeria Gallardo Trio è nato nel 2005 con l'album "Polimorfia", un lavoro hard rock. Successivamente dopo un lungo silenzio e trasformatosi in quartetto (vedi line up) dopo innumerevoli live in molti festival in tutto il mondo nell'aprile 2013 è stato pubblicato "Caída Libre" e  il 10 settembre 2017 è stato rilasciato- sempre in autoproduzione- il full length "Proximo Paso", cinque tracce per poco più di mezzora di puro sound metal progressivo con sprizzate melodiche e una bella voce femminile.
Line up: Valeria Gallardo: chitarra, voce. Noel Lillo: basso. Víctor Huenufil: chitarra synth. Pablo Trangol: batteria.
In ascolto la terza traccia "Another obsession"

Album consigliato: Proximo Paso (2017)

venerdì 29 ottobre 2021

Pale Mannequin

Pale Mannequin è nato nel 2016 a Varsavia come progetto solista del chitarrista e cantante Tomasz Izdebski che, successivamente, ha invitato Dariusz Goc (basso), Jakub Łukowski (batteria) e Grzegorz Mazur (chitarra, voci) allo scopo di creare materiale per l'album di debutto pubblicato con il titolo "Patterns In Parallel" il 29 marzo 2019. 
Il quartetto polacco ha poi bissato il 21 maggio 2021, sempre autoproducendosi, con " Colours of continuity", otto tracce per 50,33 di musica.
Il loro tappeto sonoro sorvola una interessante landa heavy prog melodica con elementi di post-rock e art-rock e un buon uso delle armonie vocali. 
Sito ufficiale: https://palemannequin.com
In ascolto/visione la quarta traccia "Most favorite trap" dell'ultimo disco

Album consigliato: Colours of continuity (2021)

P.A.W.N.

I P.A.W.N. si sono costituiti come quintetto ad Amburgo nel 2002 dalle ceneri della band dei  Querimonia, autori di un album ''Void of Malice'' nel 1998  con l'etichetta Source of Deluge. Dopo molti live e alcune variazioni di line up, il combo tedesco, ridotto a trio, ha iniziato a registrare nel 2010 il materiale per il loro esordio discografico, purtroppo poco dopo il chitarrista Daniel Mullen-Ramien si è ammalato gravemente di tumore, è deceduto poi nel gennaio 2014. 
Il 12 settembre 2014 il duo rimasto, coadiuvato da musicisti ospiti (vedi line up) è riuscito a pubblicare il loro unico full lenght "The gift of awareness" in cui Mullen-Ramien compare nella canzone ''Vessels'', quarto brano del disco, con un cameo di voce e chitarra.
Il cd, con l'artwork di Lisa-Marie Rothe e una affascinante foto di copertina di un bosco autunnale, opera di Robin Halioua https://www.flickr.com/photos/robinhali/, si compone di sei tracce per quasi 80 minuti di "massiccio" sound  in equilibrio tra heavy prog e prog-metal.
Line up : Sebastian Rudolph: tastiere, chitarra, basso, voce, iPad. Dennis Matzat: batteria, percussioni. Ospiti: Lisa-Marie Rothe: voce. Michael Klein (già membro a pieno titolo dei P.A.W.N): voce e autore dei testi. Sven Rhenius e Gottfried Rudolph: chitarra acustica.
Da rammentare che il duo Matzat/Rudolph non solo ha composto e registrato le canzoni, ma ha anche prodotto l'album, esplorando così i confini dell'home recording.
In ascolto la seconda traccia "The princess is out tonight"


martedì 26 ottobre 2021

Minerva/Eat Ghosts

I Minerva, i quali- ovviamente- hanno preso spunto per il nome dall'antica dea romana, si sono formati  nel 2008 a Potsdam città di 180000 abitanti a 30 km sud ovest di Berlino, considerata la "Versailles" tedesca per i suoi innumerevoli palazzi d'epoca.
La prima line up prevedeva Enrico Semler (voce), Jan Waterstradt (chitarra), Ron Hermann (basso) e Martin Mann (batteria). Il quartetto, dopo un tour, ha pubblicato un E.P.  ''Stories of A Journeyman'' nel 2011. Il bassista Hermann lascia poi l'ensemble e il vocalist Semler lo sostituisce al basso.
Nel 2012  con l'aiuto del flautista/sassofonista Benjamin Inhow rilasciano a livello digitale un live "Mespotine Session #1". I quattro sono poi entrati in sala d'incisione e nel 2013 è uscito -autoprodotto- il loro unico full length dal titolo ''Germinal'' il 25 ottobre 2013, un concept album sulla rivoluzione industriale con sei tracce per tre quarti d'ora di musica.
Il loro sound s'indirizza verso l' hard rock progressivo con elementi psichedelici e sfumature jazzy.
Il quartetto poi, cambiando nome in Eat Ghosts, ha inciso "An ti e go" il 22 settembre 2017.
In ascolto la prima traccia "A child was born in spring"

Album consigliato: Germinal (2013)

mercoledì 20 ottobre 2021

Mobius Strip: Time Lag

Dell'ensemble di Sora dei Mobius Strip già parlammo in occasione dell'esordio discografico, vedi http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=mobius+strip
Il 12 luglio 2021 distribuito dalla Ma.Ra.Cash Records è stato rilasciato "Time lag" 
Luciano Gap nel suo blog http://aut-frosinone.blogspot.com/2021/10/laffascinante-viaggio-in-time-lag-il.html ha ben sintetizzato l'essenza del nuovo lavoro affermando che si tratta di un disco "aperto, ricco di colori, sfumature timbriche, anche se non viene mai meno la ricercatezza ritmica. Tracce piene di suoni ma, nello stesso tempo, ariose. Ogni brano è una piccola suite dove ogni movimento è prezioso, sorprendente, ma, indubbiamente, inserito perfettamente nell’architettura armonico-ritmica".
Prendendo spunto dall'uscita del secondo full length del combo laziale, abbiamo chiesto a  Lorenzo Cellupica, compositore e tastierista, di rispondere ad alcune nostre domande per esplorare più da vicino il fascinoso pianeta dei Mobius Strip, a seguire ciò che ci ha verbalizzato.

-Album d’esordio omonimo nel 2017, “Time Lag” nel 2021, ci racconti sinteticamente la genesi che vi ha portato a questo secondo lavoro?

In questo lasso di tempo abbiamo provato ad espandere i confini della nostra musica e a sperimentare nuove soluzioni, sia in termini compositivi che esecutivi. Credo che alcune caratteristiche del nostro stile siano rimaste invariate, ma per molti altri aspetti riteniamo che Time Lag possa considerarsi quasi una naturale evoluzione rispetto all’album d’esordio, probabilmente dovuta ad una maggiore intesa di gruppo che abbiamo maturato nel corso di questi quattro anni.

-Sei tracce per quasi cinquanta minuti di musica di sound gradevolissimo che confermano, anzi secondo me migliorano, quanto di buono si era potuto assaporare quattro anni fa, quali sono le differenze sostanziali tra i due dischi?

Penso che Time Lag, pur mantenendo una certa unità stilistica, sia un disco più eterogeneo e di conseguenza più imprevedibile ed interessante rispetto a Möbius Strip. Anche se non è un vero concept album, l’idea alla base è stata quella di concepire il lavoro come un viaggio per l’ascoltatore, attraverso delle composizioni che potessero essere ricche di sezioni e di sonorità. Per mettere ancora più in risalto questo aspetto, per la prima volta abbiamo anche arrangiato i brani per altri strumenti oltre a tastiere, sax, basso e batteria (ci sono anche tromba, trombone, chitarra elettrica e voci), in modo da arricchire e variare ulteriormente il sound.

-Anche in questo lavoro, dedicato al tempo, si avverte una possente coesione tra voi quattro strumentisti, un clima di passione e voglia di suonare assieme (vedi anche foto del libretto del cd), mi puoi confermare questa impressione e cosa avviene durante le vostre sessioni di prove e nei concerti?

Ci siamo sempre divertiti e stimolati molto nel suonare e nello scrivere musica per il gruppo, è da circa dieci anni che abbiamo avuto modo di conoscerci musicalmente, oltre che a livello personale ovviamente. Abbiamo interessi e gusti musicali comuni, il che ci permette quindi di stare su una stessa lunghezza d’onda, ma allo stesso tempo riusciamo anche ad amalgamare le nostre inevitabili divergenze, che alla fine incanaliamo in un progetto comune.



-A livello compositivo tu Lorenzo sei sempre il “predominante”, come avviene il portare agli altri il materiale creato?

I nostri brani sono sempre frutto dell’interplay e della capacità di ognuno di inserirsi al meglio nel tessuto sonoro. Generalmente sottoponiamo agli altri le composizioni, che vengono rielaborate con il contributo di tutti.

-Com’è stato condividere le vostre idee con i vari ospiti del disco?

È stata un’esperienza molto intensa, conoscevamo molto bene i musicisti che abbiamo invitato, alcuni sono anche dei nostri amici (una delle cantanti è anche la mia ragazza) e avevano tutti ascoltato il nostro primo album. Si sono mostrati molto attenti e ricettivi alle nostre necessità e hanno capito perfettamente cosa fare. Il loro contributo è stato fondamentale.

-L’ultimo brano A theme for the end è cantato, è una eccezione che vi siete dati o anche in futuro vedremo la voce tra i vostri consueti strumenti?

Pensavamo che un brano cantato avrebbe sorpreso l’ascoltatore, soprattutto per via della natura del brano e dell’arrangiamento che prevede una formazione estesa (coro a quattro voci, tromba, sax tenore, chitarra elettrica, piano, tastiere, basso, batteria). Per il finale dell’album volevamo infatti registrare un brano che fosse particolare senza però risultare un pezzo a sé. Cerchiamo sempre di andare avanti e di provare cose nuove, in base a questo valuteremo se inserire o meno delle voci anche per il prossimo album.

-Sempre riferendomi a A theme for the end mi spieghi meglio la frase iniziale “My smile is my energy and memory , my tears my story…..il mio sorriso è la mia energia e la mia memoria, le mie lacrime la mia storia”

Preferirei non spiegare il testo e lasciarlo libero ad interpretazioni. L’ho scritto avendo in mente delle precise sensazioni, ma mi piace l’idea che l’ascoltatore possa liberamente combinare la suggestione delle parole con quelle della musica.

-Come nel precedente album la copertina, molto articolata, è opera di Francesco Tersigni ce la puoi spiegare e come mai all’interno c’è una immagine che è una chiara citazione al capolavoro del cinema muto “Viaggio nella luna” di Georges Mèliés?

Abbiamo chiesto a Francesco di replicare lo stile fumettistico che aveva già utilizzato anche per il primo disco, poiché abbiamo ritenuto che le sue idee si potessero adattare molto bene allo spirito delle nostre composizioni. In un certo senso, i dettagli da lui disegnati possono ricordare le varie sezioni dei brani. Invece, il retro di copertina e il resto della grafica (inclusa la citazione di “Viaggio nella luna”) sono stati realizzati da Max Marchini, che è il grafico della Ma.Ra.Cash Records.

-Siete stati accostati al movimento canterburiano o a gruppi di jazz fusion statunitensi quali i mitici Yellowjackets o Steps ahead, cosa ti fanno pensare queste griglie di paragone?

Tali accostamenti ci fanno ovviamente molto piacere, per noi questi gruppi hanno significato tanto dal punto di vista della formazione musicale, sia individuale che di gruppo. Abbiamo cercato di unire elementi significativi, elaborandoli secondo le nostre sensibilità. Il jazz è stato sicuramente il genere che ci ha maggiormente uniti. Gruppi come quelli già citati (tra quelli del jazz-rock inglese in particolare Soft Machine e Hatfield and the North), Weather Report, Perigeo, Snarky Puppy, etc. dimostrano che anche quando si suona una musica complessa, resta fondamentale creare dei brani fruibili e piacevoli all’ascolto.

-Il futuro artistico cosa vi riserva?

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, non è certamente facile proporre certa musica, specialmente in Italia che è un paese molto conservatore. Tuttavia, siamo fiduciosi nel nostro progetto e nelle sue potenzialità, abbiamo già raggiunto dei traguardi molto significativi che ci hanno dato la forza e lo stimolo per andare avanti.



Line up del disco:  Lorenzo Cellupica: piano, organo, tastiere, voce. Nico Fabrizi: sax tenore, sax alto, sax soprano, percussioni. Eros Capoccitti: basso elettrico, percussioni. Davide Rufo: batteria, percussioni.

Ospiti speciali: 
Fabio Gelli e Giacomo Serino: tromba. Romeo Venditti: trombone. Simone Marcelli e Massimo Izzizzari: chitarra elettrica. Caterina Sebastiano, Debora Camilli e Andrea Martini: voce.

In ascolto l'intero album 

 


lunedì 18 ottobre 2021

MediaBanda

MediaBanda è un gruppo che si è costituito nei primi anni di questo millennio a Santiago del Cile grazie al sassofonista e compositore Cristián Crisosto in onore dell'amico tastierista Jaime Vivanco (1960-2003). Tutto questo in quanto una prima band chiamata proprio MediaBanda e formata da Pato Zúñiga, Cristián Crisosto, Jaime Vivanco, Willy Valenzuela, Raúl González, Sergio Pinto e Miguel Schain, iniziò ad operare all'inizio degli anni '80 come combo che esplorava la fusione di rock, funk, jazz e libera improvvisazione, ispirato anche al movimento Rock in Opposition (RIO). Da questa formazione uscì solo un demo inedito. Crisosto, Vivanco e il batterista Valenzuela nel 1984, insieme ad Arlette Jequier (voce), Jorge Campos (basso) e Jaime Vasquez (fiati), formarono successivamente Fulano, un gruppo rock-jazz, fusion, avant-garde/rio. 
I MediaBanda del 2000 sono un combo che ha variato nel tempo line up mantenendo però una sezione fiati di notevole spessore oltre a una raffinata sezione ritmica. Dall'esordio del giugno 2004 "Entre la inseguridad y el ego (Tra l'insicurezza e l'ego)" al 2021 con l'album "Maquinarias", sono stati rilasciati cinque full lenght.
Il suono si caratterizza per una proposta eclettica ed energica, nutrita da diversi stili come il rock, il jazz, il funk, il pop, la fusion latinoamericana con afflati progressivi di ottima fattura.
il loro stile  è stata definito dal noto musicologo cileno ma romano di nascita Juan Pablo González (1956) come "eclettismo anti-egemonico" poiché si notano molte influenze ma nessuna di esse predomina sulle altre. 
Line up 2021:  Florencia Novoa: voce. Cristián Crisoto: sassofono alto, sassofono soprano, clarinetto basso, flauto alto, voce. Aurelio Silva: chitarra elettrica. Christian Hirth: batteria e percussioni, elettronica. Rodrigo Aguirre: sassofono tenore, flauto traverso. Tomás Ravassa: piano, tastiere, sintetizzatore. Rafael Chaparro: sassofono tenore, sassofono baritono, coro. Felipe Martinez: basso elettrico
In ascolto l'intero terzo album "Siendo Perro"


Album consigliato: Siendo Perro (2010)

lunedì 11 ottobre 2021

Les Lekin

I Les Lekin sono un trio di Salisburgo, composto da Peter Gallbauer alla chitarra, Stefan  Willmann al basso e Kerstin Wolf alla batteria.  Il combo austriaco ha pubblicato sull'etichetta tedesca Tonzonen Records  ( https://www.tonzonen.de ) due album strumentali:  "All Black Rainbow Moon" il 16 ottobre 2014 e "Died with fear" il 20 novembre 2017.
 A livello digitale è stato rilasciato il 16 luglio 2021 un lungo brano di oltre sette minuti dal titolo "Sleep through this storm" con la partecipazione attiva (voce e liriche) di Jay "Seagrave" Trainwreck (già vocalist dei Harakiri for the sky).
Il loro stile è orientato verso un energico rock progressivo con afflati psichedelici, simile per certi riff al doom metal.
In ascolto l'intero secondo album


Album consigliato: Died with fear (2017)

venerdì 1 ottobre 2021

Dara

I Dara sono un progetto fondato nel 2013 a Timisoara, città rumena di oltre trecentomila abitanti. Così la band spiega a livello spirituale il nome del gruppo: " il significato di Dara per noi è una chiamata, una montagna unica sotto la quale si trovano le radici di una vecchia quercia i cui rami hanno scolpito nel tempo i misteriosi sentieri dove siamo attesi a scoprire le vie della conoscenza, della saggezza e del compimento dello spirito" .
Il loro unico album "Dreptarul Viselor", in italiano collezione di sogni, sette tracce per quaranta minuti abbondanti di musica (cantato in rumeno) si dipana tra math rock e momenti di prog metal di buona fattura seppur non spicchi di originalità.
Il full length è stato pubblicato il 30 settembre 2015 da un'etichetta discografica indipendente cinese di Nanchang (città di 5 milioni di abitanti, capitale del Jiangxi, provincia meridionale) ossia la Pest Productions  https://pestproductions.bandcamp.com,  fondata nel 2006 da Wu Deng Zhang. A livello digitale il quintetto ha all'attivo anche un E.P. dal titolo "Amargul Senelor" rilasciato il 21 dicembre 2018.
Line up: Valentin Vizuroiu: voce. Fulmineos: chitarre. Inia Dinia: tastiere. Sergiu Catana: batteria, percussioni. Peter Hunos-Puskai: basso.
In ascolto la quinta traccia "Trei Peceti"


mercoledì 29 settembre 2021

Quodia

I Quodia si sono formati nel 2003 grazie all'ex stickista/bassista/chitarrista dei King Crimson (tra il 94 e il 2003) Trey Gunn (Sant'Antonio 13 dicembre 1960) e al suo collaboratore di lunga data, il polistrumentista Joe Mendelson, già con i Rise Robots Rise (per approfondimenti: 
I due hanno concepito "The Arrow - A story in seven parts", un racconto fantasy diviso in sette capitoli. Un lavoro, tredici tracce per 70 minuti, incentrato sulla narrazione con interventi strumentali di grandissimo spessore, una sintesi di musica, teatro, video arte e animazione; una parabola psichedelica progressiva contemporanea. 
L'opera è interamente punteggiata da notevoli collaborazioni, tra le più ragguardevoli spiccano senza dubbio quelle della grande pianista russa Regina Spektor, della raffinata artista iraniana Azam Ali,del grande manipolatore delle percussioni Matt Chamberlain e del fantastico batterista Pat Mastelotto dei King Crimson.
Link utile: https://quodia.com

In ascolto live la prima traccia del disco We began with a woman


Native Construct

Native Construct è progetto che nasce attraverso la collaborazione tra studenti iniziata nel 2011 al famoso Berklee College of Music di Boston in Massachusetts. Il terzetto che ne è scaturito è composto dal chitarrista e compositore principale Myles Yang, dal cantante Robert Edens e dal bassista Max Harchik.
Con questa formazione nell'aprile del 2015 hanno rilasciato ''Quiet World''  dopo che, nel 2014, la musica della band aveva catturato l'attenzione di Brian Slagel della Metal Blade Records portando a un contratto di registrazione e alla pubblicazione in tutto il mondo dell'album di debutto del trio.
L'album è stato in gran parte autoprodotto e scritto tra il 2011 e il 2013 mentre i tre ragazzi frequentavano il college. Ciò che è iniziato come jam session semplicemente per divertimento alla fine si è trasformato in una vera e propria impresa musicale.
Il disco, sette tracce per 48 minuti di sound incline al metal progressivo con alcune piacevoli e sorprendenti sprizzatine jazzistiche,  è stato così commentato dalla band:  "Quiet World narra di un ragazzo che ama una ragazza. Il ragazzo è una persona un po' strana ed eccentrica - un emarginato. È anche muto e un po' instabile. La ragazza non ricambia i suoi sentimenti, ma lui non riesce a lasciarsi andare. Mentre la sua passione non corrisposta per lei si trasforma in ossessione e infine in risentimento, la sua mente comincia a scivolare sempre più lontano. Si convince di non poter essere amato a causa della sua condizione e delle sue anomalie. Così decide di creare per se stesso un nuovo, fantastico mondo di cui ha il completo controllo - un mondo in cui non ci sono persone strane o emarginate. Un mondo in cui tutti sono circondati da persone che sono proprio come loro: un mondo molto più tranquillo".
In ascolto l'intero album

giovedì 16 settembre 2021

Frost*

I Frost*, supergruppo britannico, sono stati fondati nel 2004 nell' East Sussex, una contea dell'Inghilterra sud-orientale da Jeremy "Jem" Godfrey (6 ottobre 1971) produttore musicale, tastierista e compositore.
 Il debutto "Miliontown" risale al 2006  per la label Inside Out Music 
https://www.insideoutmusic.com) con line up:  John Mitchell: chitarre, voce. John Boyes : chitarre. Jem Godfrey: tastiere, voce contralto. John Jowitt: basso e Andy Edwards alla batteria.Questo disco del combo neo progressivo è stato un eclatante successo di gradimento, una cascata di complimenti che sono stati bruscamente interrotti per la decisione di Godfrey di sciogliere il gruppo l'anno seguente. Nel 2008 Godfrey riformò -per fortuna- i Frost*, aggiungendo alla formazione il cantante e chitarrista Declan Burke (Darwin's Radio) e pubblicando il loro secondo album " Experiments in Mass Appeal". 
La band si è sciolta di nuovo nel 2011, per riunirsi successivamente, dopo una breve pausa. Il 27 maggio 2016 l'ensemble come quartetto (John Mitchell: voce, chitarra. Jem Godfrey: chitarre elettriche e lap steel, tastiere, Chapman Stick, voce. Nathan King: basso e Craig Blundell alla batteria hanno pubblicato il loro tanto atteso terzo album in studio "Falling Satellites" sempre con il plauso della critica e la presenza in un brano del virtuoso chitarrista Joe Satriani. Il 14 maggio 2021 sempre per Inside Out Music è stato pubblicato "Day and Age", un disco disponibile anche in versione deluxe con un secondo bonus cd contenente le otto versioni strumentali delle tracce e una versione ridotta di un brano. Line up: Jem Godfrey: voce, tastiere. John Mitchell: chitarre. Nathan King: basso. Ospiti: Jason Isaacs alla voce e i tre batteristi Pat Mastelotto, Kaz Rodriguez e Darby Todd.
la proposta sonora è sempre indirizzata verso un energico rock progressivo , impreziosito dalla capacità tecnica degli strumentisti.
In ascolto e visione la seconda traccia "Terrestrial" dell'ultimo album


Album consigliato: Day and Age (2021)