Omonimi di una british pop
band degli anni novanta, i Gene siriani sono ragazzi assai impegnati
a portare un importante messaggio a Damasco e dintorni.
La loro missione è quella
di dare spazio alle voci dei giovani arabi e siriani (frustrazioni,
angoscia, ricchezza e ambizioni), il tutto attraverso una musica
prevalentemente rock ma con afflati progressivi, degna comunque di
essere menzionata.
Formatisi nel 2005, i Gene
hanno suonato sia in Siria, sia all'estero (Gran Bretagna, Turchia,
Egitto). I membri sono tutti musicisti professionisti, con un
ricco percorso di studio e di lavoro alle spalle: Shadi Ali alla
voce, Hazem Alani al piano e tastiere, Omar Harb al basso, Anas Abd
Almoumen e Maen Rajab alle chitarre, Mazen Choman alla batteria.
Hanno inciso un unico
disco omonimo nel 2008 con testi estremamente significativi: i
delitti "d'onore" (vittime le donne), l'inquinamento e la
lotta individuale e nazionale per l'indipendenza.
Link utile: https://www.reverbnation.com/geneband
Album consigliato: Gene (2008)
I Gene nel 2011 hanno
messo in musica e prodotto un video con gli intensi versi di una
poesia del tunisino Adam Fathi.
Il componimento,
intitolato Ya waladi ("Oh figlio mio"), è indirizzato ad
un bambino, è in pratica un commovente invito – da parte di suo
padre o comunque di una persona adulta – ad abbattere i muri della
paura.
Parole che rappresentano
una ventata di speranza e di coraggio di cui il popolo siriano ha
bisogno ancora oggi, giacché è immerso nella guerra civile.
Ecco il testo
tradotto, assai significativo.
Oh figlio mio
Non piangere figlio mio,
che il dolore della giovinezza passa
come il sogno al sorgere
del sole
e presto crescerai,
ragazzo mio
e quando vorrai piangere
le tue lacrime non verranno fuori
se la pioggia ha trascorso
la notte sveglia con noi,
o il ghiaccio ha coperto
le nostre strade,
nonostante questo, il
calore ci riempie il petto
come la fiamma della terra
fluisce dentro di noi.
Se la tua voce diventa
roca per una canzone,
o i piedi nudi gemono
allora i soli dei tuoi
compagni torneranno
e risorgeranno dalla furia
della povertà
Io posso essere messo al
muro,
ma se tu brami il mio
amore e la mia gentilezza
allora guarda nel tuo
cuore e mi vedrai
perché le catene non
possono andare oltre il pensiero
Io ti abbraccerò anche se
il mio petto è ferito,
amerò con passione anche
se il mio cuore è annientato
qualunque vento soffi
contro di me,
non piegherò mai la
schiena
Oh figlio mio...
Se il tempo è andato
avanti con noi e sono finito sepolto sotto terra
Tu mi succederai in questo
viaggio,
non perdere l'appuntamento
all'alba
in nessun modo le lacrime
potrebbero irrigare i tuoi alberi,
non ci potrai costruire il
tuo muro aahh
così grida alla paura
ogni volta che viene a visitarti,
perchè il fuoco non ha
paura del carbone che brucia
Oh figlio mio...
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