Quando senti menzionare "Il Segno del Comando", per noi boomer, è naturale pensare a quel gioiello di sceneggiato televisivo che avvinse i telespettatori italiani all'inizio degli anni settanta.
Per il melomane progressivo indica invece l'ensemble genovese che ha preso forma nel 1995 ispirato, nel nome, dalla produzione televisiva
e dal successivo romanzo dello sceneggiatore originale Giuseppe D'Agata
su cui si basa il primo omonimo album del gruppo ligure, pubblicato nel 1997 per la Black Widow Records https://blackwidow.it che di fatto segnerà praticamente tutte le uscite discografiche della band concittadina.
Nel millennio di nostra competenza, Il Segno del Comando ha rilasciato "Der Golem" nel 2002, successivamente, dopo un periodo di inattività e cambi corposi di line up, "Il Volto Verde" nel 2013, "L'Incanto dello Zero" nel 2018 e il 1 settembre 2023 " Il Domenicano Bianco". Da segnalare anche "...Al passato, al presente , al futuro...Live in studio" del maggio 2017, cd autoprodotto in edizione limitata di 100 copie.
La nostra attenzione, grazie anche alla consueta disponibilità e sensibilità del compositore/bassista e unico membro fondatore rimasto della band Diego Banchero, già ospite di questo blog http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=diego+banchero, è ovviamente tutta rivolta al Domenicano Bianco, tassello conclusivo di una trilogia di concept album, dopo Der Golem e Il Volto Verde, ispirati ai romanzi omonimi dello scrittore ed esoterista austriaco Gustav Meyrink
Il Domenicano Bianco, otto tracce di cui quattro strumentali, per tre quarti d'ora di musica, è un potente antidoto rispetto alla mediocrità dei massificati passaggi televisivi/radiofonici di questi tempi "trappiani" con l'autotune come simbolo. Il paesaggio sonoro è come sempre ricco di atmosfere gotiche classiche con arrangiamenti sopraffini con la band davvero in stato di grazia esecutiva .
Line up: Riccardo Morello: voce. Diego Banchero: basso. Beppi Menozzi: tastiere. Davide Bruzzi: chitarre, tastiere. Roberto Lucanato: chitarre e Fernando Cherchi: batteria.
Abbiamo chiesto a Diego di illustrarci sinteticamente il nuovo disco brano per brano, ecco cosa ha risposto:
1.
Il Libro Color Cinabro: Nella
trama del romanzo “Il Domenicano Bianco” di Gustav Meyrink si parla di questo
libro. Esso è considerato un testo sacro che racchiude il segreto del sapere
alchemico: l’immortalità. Il brano è uno strumentale che si basa su un
approccio compositivo influenzato da alcuni stilemi tipici della musica
mitteleuropea dei primi del ‘900.
2. La Bianca Strada: Questo brano
parla di un percorso che porta verso l’Illuminazione; ovvero una via metafisica
che si apre al protagonista principale del romanzo. Dal punto di vista musicale
vado particolarmente fiero di questa traccia. Essa è caratterizzata da una
serie di sezioni con sonorità horror, ma che hanno, a mio avviso, un approccio
compositivo poco derivativo. Ci sono poi le sezioni del cantato e degli assoli
che hanno una grossa influenza di rock-blues a “tinte scure”.
3. Il
Domenicano Bianco: Il testo di questa canzone è dedicato all’entità che
appare al protagonista in diversi punti della trama del romanzo. Offre una
descrizione di questo essere metafisico. Per quanto riguarda la musica, trovo
una certa affinità con il brano precedente (“La Bianca Strada” e “Il Domenicano
Bianco” sono scritte partendo da un approccio simile, ma sviluppano atmosfere
differenti; tra l’altro la seconda è, per la maggior parte, basata su tempi
dispari). Intro e di coda, invece, sono caratterizzate da evoluzioni melodiche
decadenti e misteriche.
4. Ofelia: Questa canzone è una ballad che, dal
punto di vista testuale, si sviluppa con la testimonianza di un amore finito
tragicamente. Il protagonista esprime il proprio dolore per la perdita della
ragazza a cui è legato sentimentalmente. L’amore tra i due giovani è destinato
a raggiungere la propria fase di deiscenza in una dimensione differente dalla
nostra.
5. La testa di Medusa: Si tratta di un brano per organo scritto
dal nostro Beppi Menozzi. Esso determina l’inizio della seconda parte
dell’album (nel vinile fa da intro al lato B). Nella vicenda del romanzo di
Meyrink, la testa di Medusa, rappresenta la simbologia del male che il
protagonista di trova a combattere.
6. Il dissolvimento del corpo con la
spada: Questo concetto indica un procedimento misterioso destinato ad
essere appreso solo da coloro che ne sono degni. Noi abbiamo scelto di
descriverlo attraverso un brano strumentale. Dal punto di vista compositivo
riteniamo che questa traccia si avvicini ad alcuni pezzi dell’album di esordio
del ’96 (pezzi che tutt’ora amiamo eseguire dal vivo e che sono strutturati per
lasciare ampio spazio alle improvvisazioni solistiche).
7. Missa Nigra 2023:
È la rivisitazione di un brano che era stato pubblicato nel nostro album di
esordio del 1996. Ho sempre amato questa composizione trovandola
particolarmente originale e poco derivativa. Non avendo possibilità di
recuperare il testo originario (che ci è stato negato dal vecchio cantante ed
era incomprensibile nella traccia audio) ho deciso di scriverne uno nuovo.
8.
Solitudine: È, di fatto, la outro dell’album: un brano per solo basso nel quale
utilizzo tecniche di tapping pianistico che talvolta impiego anche in altre
composizioni. Rappresenta uno spiraglio di luce che giunge dopo un viaggio
tortuoso compiuto attraverso il labirinto dell’oscurità interiore.
Sito ufficiale:http://www.ilsegnodelcomando.net
Con Il
Libro Color Cinabro tra le mani, Ofelia cadde voluttuosamente tra le braccia di Morfeo. Sognò che mentre stava percorrendo La
Bianca Strada in perfetta Solitudine, udì del frastuono provenire da un tempio. Trainata dai cavalli della curiosità, la donna entrò e vide Il
Domenicano Bianco con il suo splendido candido saio officiare, per antinomia onirica, una Missa Nigra innalzando alla visione dei partecipanti lo scudo con La
Testa di Medusa di Caravaggio e inneggiando tematiche riguardanti Il Dissolvimento del Corpo con la Spada. Terrorizzata, Ofelia scappò lontano, nel contempo il sogno venne dissolto dal risveglio.
In ascolto la quarta traccia Ofelia
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