In Italia il rock progressivo ha spesso trovato dimora creativa, tra le eccellenti uscite che ho potuto ascoltare in quest'anno pandemico ne segnalo cinque in rigoroso ordine alfabetico.
LogoS: Sadako e le mille gru di carta
Ottima quarta prova per i veronesi LogoS che il 1 Luglio hanno rilasciato per la label concittadina Andromeda Relix "Sadako e le mille gru di carta". Sei tracce per un ora abbondante di musica in cui il combo veneto si esprime al massimo livello con un concept album sul tema della guerra e del continuo potenziamento bellico. Il disco è dedicato alla memoria di Sadako Sasaki, una bambina sopravvissuta all'atomica di Hiroshima e ammalatasi di leucemia 9 anni dopo a causa delle radiazioni e morta dopo aver realizzato in ospedale 644 gru di carta con degli origami con l'obiettivo di arrivare a 1000 e vedere il proprio desiderio più grande esaudito come recita una antica leggenda giapponese. A livello sonoro le partiture si orientano verso il prog sinfonico con uso massiccio- ma mai invadente- delle tastiere con Zerman e Antolini che si integrano benissimo, struggenti le parti melodiche e un plauso alla genovese Montaldo (affermata tastierista de Il tempio delle clessidre) per la sua performance vocale nella quarta traccia "Il sarto". Molto ricco anche l'artwork con, tra l'altro, le immagini delle opere di Marica Fasoli, artista di Bussolengo.
Line up: Luca Zerman: voce, hammond, synth. Fabio Gaspari: voce, basso, chitarra, mandolino. Claudio Antolini: pianoforte, synth. Alessandro Perbellini: batteria. Musicisti ospiti: Elisa Montaldo: voce. Massimo Maoli: chitarra. Simone Chiampan: batteria. Federico Zoccatelli: sassofono.
In ascolto la suite conclusiva "Sadako e le mille gru di carta" il cui testo recita: " Sadako che guarda volando leggera appesa alle mille gru di carta, storie di guerra natura nefasta migliaia di anni da prima di Sparta...."
Monjoie: Love sells poor bliss for proud despair
I liguri Monjoie (pronuncia Monjwà , grido di battaglia dei cavalieri franchi) anche nel 2020 continuano a percorrere le strade degli illustri lirici del romanticismo inglese e così dopo due anni dall'ottimo " And in thy heart inurn me" il 30 Giugno, sempre per la dinamica label trevigiana Lizard Records di Loris Furlan, hanno dato alle stampe "Love sells poor bliss for proud despair” il cui titolo in italiano è: "L’amore vende misero piacere per orgogliosa disperazione", un verso estratto dal componimento “The flower that smiles to-day” (Il fiore che sorride oggi) di Shelley. Il combo ponentino ispirato dalla poetica - dandone lustro- di John Keats, Percy Bysshe Shelley e George Gordon Noel Byron nei cinquantacinque minuti del disco ci guida in undici capitoli di folgorante bellezza, sia testuale, sia interpretativa (Alessandro Brocchi-il Brendan Perry italiano- è uno dei miei vocalist preferiti di questa porzione di vita), sia strumentale che si sviluppa su tappeto sonoro eterogeneo tra folk, musica etnica, sprizzatine jazzy, espansioni progressive e tocchi wave darkeggianti.
Line up: Alessandro Brocchi: voce, chitarra classica ed elettrica, tastiere, tampura. Valter Rosa: chitarre acustiche ed elettriche, bouzuki. Davide Baglietto: flauti, tastiere, musette del Berry. Alessandro Mazzitelli: basso, tastiere,programmazione, percussioni. Leonardo saracino: batteria e percussioni.Edmondo Romano: sassofoni e clarinetti.Fabio Biale: violino.Matteo Dorigo: ghironda. Alessandro Luci: basso fretless. Lorenzo Baglietto: musette del Berry. Simona Fasano: voce recitante.
In ascolto e visione la settima traccia To Night dal componimento "Alla notte" di Shelley:"....la morte verrà quando sarai morta presto, troppo presto. Il sonno verrà quando sarai fuggita. A nessuno dei due chiederei la grazia. A te la chiedo , o notte adorata, veloce sia il tuo volo verso di me, vieni presto".
Quel che disse il tuono: Il velo dei riflessi
Quel che disse il tuono è un progetto che prende forma nel Gennaio 2019 grazie alla chitarrista e cofondatrice degli Unreal City, la talentuosa/fascinosa Francesca Zanetta con l'intento, assieme agli altri amici musicisti (vedi line up), di lasciare nuove e significative impronte sonore nel mondo progressivo del terzo millennio. Il disco d'esordio "Il velo dei riflessi", rilasciato il 20 Marzo 2020 per AMS Records, sei tracce per quasi cinquanta minuti di musica che inizia e termina con l'evocativo rumore del tuono, è un concept album in cui Hammond, Mellotron e gli altri strumenti ci guidano in un viaggio profondo alla ricerca di noi stessi. Solennità compositiva/esecutiva e reminiscenze seventies, il tutto riportato in chiave moderna e freschissima per un prodotto significativo tra vellutate hard progressive e parti sinfoniche preponderanti. Il nome della band e Il full lenght sono un omaggio all'opera del 1922 " The Waste Land (La terra desolata) " del drammaturgo/poeta statunitense ma naturalizzato inglese T.S. (Thomas Stearns) Eliot (1888-1965), premio Nobel per la letteratura nel 1948.
Quel che disse il tuono è un progetto che prende forma nel Gennaio 2019 grazie alla chitarrista e cofondatrice degli Unreal City, la talentuosa/fascinosa Francesca Zanetta con l'intento, assieme agli altri amici musicisti (vedi line up), di lasciare nuove e significative impronte sonore nel mondo progressivo del terzo millennio. Il disco d'esordio "Il velo dei riflessi", rilasciato il 20 Marzo 2020 per AMS Records, sei tracce per quasi cinquanta minuti di musica che inizia e termina con l'evocativo rumore del tuono, è un concept album in cui Hammond, Mellotron e gli altri strumenti ci guidano in un viaggio profondo alla ricerca di noi stessi. Solennità compositiva/esecutiva e reminiscenze seventies, il tutto riportato in chiave moderna e freschissima per un prodotto significativo tra vellutate hard progressive e parti sinfoniche preponderanti. Il nome della band e Il full lenght sono un omaggio all'opera del 1922 " The Waste Land (La terra desolata) " del drammaturgo/poeta statunitense ma naturalizzato inglese T.S. (Thomas Stearns) Eliot (1888-1965), premio Nobel per la letteratura nel 1948.
Line up: Francesca Zanetta: chitarre, tastiere addizionali. Niccolò Gallani (Cellar Noise): tastiere , flauto , voce. Roberto “Berna” Bernasconi: voce, basso. Alessio Del Ben: batteria, tastiere addizionali, voce. Ospiti: Claudio Falcone: voce. Claudia Mangano: cori. Giulia Zanardo: flauto.
In ascolto la quarta traccia "Il bastone e il serpente (quarto specchio) "
In ascolto la quarta traccia "Il bastone e il serpente (quarto specchio) "
Sintonia Distorta: A piedi nudi sull’arcobaleno
Il 29 Febbraio la band lodigiana dei Sintonia Distorta, a distanza di cinque anni dall'album d'esordio, ha rilasciato - con la direzione artistica del poliedrico Fabio Zuffanti - "A piedi nudi sull’arcobaleno” per la Lizard Records-Locanda del vento. L'album, sei tracce per oltre tre quarti d’ora di musica, è’ un disco intriso di temi nostalgici ma vigoroso nel suo incedere, con la magnifica vocalità - dalle tinte espressive variegate - di Simone Pesatori, autore della maggior parte dei testi. Momenti di melodia impreziositi dai fiati della new entry Miceli e contenuti verbali sempre molto pregnanti di esterocezione (parola che non avevo mai sentito in un brano musicale!) del messaggio auditivo per un full lenght che vede la partecipazione come ospiti, in un brano ciascuno, del vocalist genovese Roberto Tiranti, dei chitarristi Luca Colombo e Paolo Viani e dei Musici cantori di Milano condotti dal Maestro Mauro Pennaca. Un disco sulle assenze fisiche: vedi " Madre Luna". Sulle scomparse premature: vedi "Sabri". Sullo sconfiggere i propri demoni: vedi "La rivincita di Orfeo", testi molto intensi accompagnati da un sound che spazia dall'hard rock progressivo a suadenti melodie per ballads di sicuro impatto emotivo.
Line up: Simone Pesatori: voce, Giampiero Manenti: tastiere, seconde voci e cori e Fabio Tavazzi: basso e cori. Claudio Marchiori: chitarra ritmica, solista,acustica. Marco Miceli: flauto e sax. Giovanni Zeffiro: batteria, seconde voci e cori.
In ascolto la prima traccia "Solo un sogno...(dimmi che ti basta) "
Witchwood: Before the winter
La band di Faenza pubblica il terzo album a quattro anni di distanza dal precedente e colpisce totalmente nel segno con una combinazione sonora intrisa di heavy rock progressivo d'eccelsa qualità. L'album " Before the winter" rilasciato il 20 novembre in cd e doppio vinile per la Jolly Roger Records di Antonio Keller consta di nove tracce per il cd e dieci per il vinile che ha come chicca finale -bonus track-la cover Child Star dei T.Rex. La vigoria strumentale e interpretativa sono marchi di fabbrica per il combo romagnolo che ci fa immergere in un album denso di suggestioni seventies con quell'hard rock venato di prog con sprizzatine folkeggianti, splendide le incursioni flautistiche.
Line up: Riccardo "Ricky" Dal Pane: voce, chitarra, mandolino, percussioni. Andrea "Andy" Palli: batteria, percussioni. Stefano "Steve" Olivi: Hammond, piano, synth, Mellotron, Fender Rhodes. Luca Celotti: basso. Samuele "Sam" Tesori: flauto, armonica. Antonio "Woody" Stella: chitarre e cori. Ospiti: Diego Banchero: basso fretless. Natascia Placci: soprano. Jennifer Vargas: voce soul e cori.
In ascolto e in visione la seconda traccia "A taste of winter"
La mia proposta "non propriamente progressiva" italiana di quest'anno si indirizza verso una artista milanese di grande talento, ossia Annie Barbazza e il suo raffinatissimo primo album solista dal titolo evocativo "Vive" rilasciato il 29 febbraio dalla label Dark Companion.
Il disco della polistrumentista/cantante/compositrice lombarda nelle sue tredici tracce è una sublime ode alla bellezza , un lavoro intimista, essenziale, ardito, innovativo ove Annie (classe 1993) con la sua magnifica vocalità ci eleva psiche e cuore su vette di godimento fruitivo.
In ascolto la decima traccia" Les ruines du sommeil"