Scegliere tra i numerosi dischi italiani di ottima fattura che ho potuto ascoltare non mi è stato facile, sono convinto che la qualità espressiva anche quest'anno sia stata di eccellente livello e lo scrivo da semplice fruitore non musicista per cui è il piano emozionale che mi guida nell'esporre i dischi qua sotto elencati, in rigoroso ordine alfabetico per autore.
Antilabè: Animi Motus
L'ensemble veneto degli Antilabè giunge al quarto full length, il terzo nel nuovo millennio, con Animi Motus, rilasciato da Lizard Records, disco realizzato anche attraverso una proficua campagna di crowdfunding che ha permesso la stampa di un "prezioso" vinile numerato in edizione limitata a 300 copie.
Otto tracce (quattro per lato) in cui una pletora di generi: rock progressive, afflati canterburiani, fusion-jazz, world music, folk, musica da camera si ergono a suprema bellezza con la bussola del sentimento.
Da sottolineare la splendida copertina raffigurante l'opera "Face Splash18-918" concessa con grande generosità dal maestro Pier Toffoletti http://www.piertoffoletti.com/index.php/it/.
Line Up: Adolfo Silvestri: basso elettrico fretted e fretless, handpan. Carla Sossai: voce e cori. Marino Vettoretti: chitarre, percussioni, tastiere. Alessandro Leo: sax baritono e soprano. Luca Crepet: batteria, glockenspiel, marimba, percussioni, vibrafono, timpani. Loris Sovernigo: pianoforte Steinway gran coda, tastiere. Luca Tozzato: batteria, percussioni.
Ospiti speciali: Orchestra Magister Espresso: orchestra d'archi. Giuseppe Bepi De Bortoli: flauto contralto. Arrigo Pietrobon: oboe. Enzo Giraldo e Martina Vettoretti: voci narranti
Per fruire dell'intero album: https://antilabe.bandcamp.com/album/animi-motus. In ascolto il terzo brano Dubitar, che il bassista/compositore Adolfo Silvestri descrive come segue: " Il brano nasce da un'idea ritmico-melodica di uno strumento molto particolare chiamato handpan e cantato in sabir, un idioma di servizio parlato in tutti i porti del Mediterraneo tra l'epoca delle Crociate e il XIX secolo. Intorno a questa idea abbiamo costruito la doppia linea melodica del flauto contralto e dell'oboe, un gioco di strumenti acustici che uniti alle note del glockenspiel, del pianoforte e della chitarra classica racchiudono una voce dai toni suadenti."
Il Cerchio d'Oro: Pangea e le tre lune
I savonesi de Il cerchio d'oro completano la teoria cosmogonica dei quattro elementi di Empedocle con Il nuovo disco dedicato alla Terra ossia Pangea e le tre lune, rilasciato il 13 maggio 2023 nuovamente dalla label genovese Black Widow Records https://blackwidow.it.
Sei tracce nella trasposizione in vinile per quasi tre quarti d'ora di ottimi fraseggi progressivi.
La versione in cd presenta la bonus track "Crisi", un brano non originale in quanto si tratta di un singolo dell'1981 dei Black Out che di fatto per un triennio, all'inizio degli anni ottanta, è stato il progetto più hard rock del Cerchio d'Oro, in questo brano super tirato alla chitarra c'è Valerio Piccioli, il detentore dello strumento a corde ai tempi della composizione.
L'album è un concept che, attraverso la brillante penna del paroliere storico del gruppo Giuseppe "Pino" Paolino, narra la storia inedita del pianeta terra (Pangea) che ha tre satelliti, ossia tre lune diverse per ampiezza e colore, in continua rivalità, interessante il discorso dell'antropomorfizzazione della materia. In questa lotta, la nera che "attendeva sorniona nell'ombra" vide le contendenti (rossa e gialla) annientarsi andando a formare "un milione di stelle" , una di quelle, di grandi dimensioni, caduta sulla terra diede inizio alla vita "...e la vita iniziò in quel mare ora blu, giù nel fondo iniziò e non si fermo più".
La luna superstite, finezza concettuale, rimase in cielo potendo assumere anche le caratteristiche cromatiche delle altre due.
Disco splendido per arrangiamenti ed esecuzione in cui i riff chitarristici di Spica sono fascinosi ed espressivi, la sezione ritmica dei gemelli Terribile è davvero "terrific" che in inglese significa magnifica, Piccolini in una antinomia semantica è grandioso alle tastiere e Pradal con la sua voce graffiante lascia il segno come lo lasciano le vampe gratificanti delle armonie vocali, vero marchio di fabbrica della band ligure.
Altra chicca assoluta il disegno di copertina commissionata ad Armando Mancini, conosciuto nel mondo musicale per le svariate collaborazioni artistiche con Mina, Fabrizio De Andrè, Adriano Celentano, i Pooh, Riccardo Cocciante, The Trip, Il Rovescio della Medaglia, Quella Vecchia Locanda...
Come in ogni altro loro disco, anche in questo il Cerchio d'Oro si avvale di prestigiosi ospiti, in primis l'eccelso violinista statunitense Donald Lax (Quella Vecchia Locanda), poi i talentuosi chitarristi Tolo Marton (Le Orme) e Ricky Belloni (New Trolls) e la voce recitante del regista/attore Carlo Deprati.
Lavoro registrato al Mazzi Factory di Toirano (SV) dal mitico Alessandro Mazzitelli
Dall'album, dedicato a due ex chitarristi del gruppo Maurizio Bocchino (dal 1977-1979) e Bruno Govone (dal 2009 al 2013) che hanno dismesso la veste terrena, ascoltiamo la sesta traccia E la vita iniziò
Giant the Vine: A Chair at the Backdoor
La band genovese dei Giant the Vine giunge nel maggio 2023, dopo quattro anni di attesa, al secondo album " A Chair at the Backdoor" pubblicato per la label indipendente Luminol Records http://www.luminolrecords.com.
Sette tracce per oltre tre quarti d'ora di musica ove regnano la grande cura compositiva e il possente affiatamento tra i musicisti per un'impronta sonora che lascia il segno sulla sabbia del post rock progressivo del nuovo millennio come ben definito dalla penna illustre di Donato Zoppo: " Un affresco strumentale malinconico ma anche graffiante, a cavallo tra progressive classico e post rock"
Line up: Antonio Lo Piparo: basso. Daniele Riotti: batteria. Fulvio Solari: chitarre elettriche e acustiche, lap steel. Fabio Vrenna: tastiere, mellotron, chitarre elettriche e acustiche.
Ospiti: Simone Salvatori e Ilaria Vrenna: pianoforte. Gregory Ezechieli: sassofono.
In visione/ascolto Glass, seconda traccia dell'album.
Il Segno del Comando: Il domenicano bianco
Quando senti menzionare "Il Segno del Comando", per noi boomer, è naturale pensare a quel gioiello di sceneggiato televisivo che avvinse i telespettatori italiani all'inizio degli anni settanta. Per il melomane progressivo indica invece l'ensemble genovese che ha preso forma nel 1995 ispirato, nel nome, dalla produzione televisiva e dal successivo romanzo dello sceneggiatore originale Giuseppe D'Agata.
Il disco, pubblicato il 1 settembre sempre perla Black Widow Records, otto tracce di cui quattro strumentali, per tre quarti d'ora di musica, è un potente antidoto rispetto alla mediocrità dei massificati passaggi televisivi/radiofonici di questi tempi "trappiani" con l'autotune come simbolo. Il paesaggio sonoro è come sempre ricco di atmosfere gotiche classiche con arrangiamenti sopraffini con la band davvero in stato di grazia esecutiva e compositiva .
Il full length è il tassello discografico conclusivo di una trilogia di concept album, dopo Der Golem (2002) e Il Volto Verde (2013), ispirati ai romanzi omonimi dello scrittore ed esoterista austriaco Gustav Meyrink.
Line up: Riccardo Morello: voce. Diego Banchero: basso. Beppi Menozzi: tastiere. Davide Bruzzi: chitarre, tastiere. Roberto Lucanato: chitarre e Fernando Cherchi: batteria.
In ascolto la seconda traccia La bianca strada che il compositore/bassista Diego Banchero così descrive: " Questo brano parla di un percorso che conduce all'Illuminazione; cioè, un percorso metafisico che si apre al protagonista del romanzo. Dal punto di vista musicale, sono particolarmente orgoglioso di questo brano. Presenta una serie di sezioni con sonorità horror, ma che hanno, a mio avviso, un approccio compositivo non derivativo. Poi ci sono le sezioni vocali e gli assoli che hanno una grande influenza del rock-blues a tinte scure".
Le Vele di Oniride: La Quadratura del Cerchio
Quando nel panorama progressivo italiano si assistono ad esordi di ottima levatura estetico-tecnica, gli ascoltatori diversamente giovani come il sottoscritto se ne compiaciono abbondantemente. Tutto questo per segnalare l'album di debutto "La Quadratura del Cerchio" della band imolese Le Vele di Oniride, pubblicato il 30 maggio 2023 dalla effervescente label veneta Lizard Records di Loris Furlan http://www.lizardrecords.it,
Il disco, sette tracce per tre quarti d'ora di musica definite da Gianni Della Cioppa “ …il punto d’incontro tra Il Biglietto per l’Inferno e la Premiata Forneria Marconi …quando la melodia del prog incontra gli spigoli del dark-rock, si aprono Le Vele di Oniride che sfidano i mari della banalità…” o ancora da Luca Paoli: "Un ottimo album dove la melodia sempre presente è attraversata da umori dark e da atmosfere pinkfloydiane".
Il full length, fin dal primo ascolto, presenta ghiottonerie per i melomani progressivi di lunga data, un uso cromatico ed espressivo strumentale affiancato a testi davvero efficaci e profondi composti da Nello De Leo che a tal proposito ha dichiarato: " ...uno dei motivi per cui cantiamo in italiano è che sono molto legato ai miei testi e vorrei che l’ascoltatore si soffermasse anche su di essi; alcuni di questi rappresentano fasi della mia vita superate, per fortuna, ma non per questo da eliminare...".
Line up: Francesco Ronchi: voce solista, cori. Nello De Leo: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra synth, cori. Lorenzo Marani: basso elettrico. Jacopo Cenesi: batteria. Cristiano Costa: tastiere, sintetizzatori, pianoforte.
In ascolto il teaser dell'album
Tra i dischi che non fanno parte dell'universo progressivo scelgo Spira di Daniela Pes, artista gallurese di grande talento, vincitore della Targa tenco come miglior opera prima, rilasciato il 14 aprile per Tanca Records nuova label fondata e diretta da Iosonouncane https://www.iosonouncane.com
Sette tracce per un disco mistico incline all'esoterismo che si evolve contaminando folk e jazz con l'elettronica. Il cantato, molto particolare, è una miscellanea in lingua dialettale inframezzata da parole inventate e italiane.
Come ad ogni declinar d' anno eccoci a presentare una ipotetica classifica (come sempre opinabilissima) tra gli album prog-internazionali che ho avuto la sorte di ascoltare, in rigoroso ordine alfabetico!
The Foundation: Mask
The Foundation, è un progetto avviato dal tastierista e dj radiofonico olandese Ron Lammers https://www.facebook.com/ron.lammers.77/ nel 2020 dopo che nella metà degli anni '90 una sua prima incarnazione, inizialmente un trio, non si è potuta concretizzare.
Il chitarrista Jens Van Der Valk fu il primo a unirsi a Lammers a seguire il bassista/tastierista Gijs Koopman (Knight Area, Clffhanger), l'altro chitarrista Rinie Huigen, il cantante e paroliere Mark Smit (Knight Area) e il batterista Jan Grijpstra hanno completato, infine, la formazione.
Il 30 giugno 2023 per la label Xymphonia Records http://www.xymphonia.com è stato pubblicato l'album d'esordio "Mask" nove tracce per quasi cinquanta minuti di musica di eccellente progressive sinfonico melodico con molte sezioni strumentali.
Il disco è un concept album basato su una storia autobiografica che di fatto propone una rappresentazione cronologica della vita umana partendo dal concetto che nasciamo per amare mentre impariamo a odiare.
Oltre al sestetto già nominato nell'album hanno suonato Aad Bannink alle chitarre, Sjoerd Bearda al violino, Judith van der Valk al flauto e Jan Munnik alle tastiere.
In ascolto, senza soluzione di continuità, il secondo brano Birth, il quinto Despair e il sesto Mask
Free Human Zoo: The mysterious island
I Free Human Zoo si sono formati nel 2011 grazie all'amicizia e collaborazione di ottimi musicisti quali Gilles Le Rest (batteria, percussioni) e Laurent Skoczek (trombone).
Nel marzo 2023 , la band transalpina ha pubblicato il terzo full length " The mysterious island", opera ambiziosa di sessantaquattro minuti divisa in quattordici tracce.
L'album è un omaggio innanzitutto all'opera omonima, l'isola misteriosa, di Jules Verne (1874-1875), ma anche e soprattutto a Venerdi o il limbo del pacifico (1967) romanzo di Michel Tournier in cui l’autore rivisita il testo di Daniel Defoe “Robinson Crusoe”.
Trattasi di un ensemble di prim'ordine , inseribile nel genere Zehul in quanto il tappeto sonoro deve tanto ai Magma anche perchè con i Free Human Zoo hanno collaborato Stella Vander, ex moglie del fondatore della mitica band parigina Christian Vander, l'attuale marito l'ingegnere del suono Francis Linon (Gong, Magma, Offering) e il figlio della coppia ossia Marcus Linon
Line up: Laurent Skoczek: trombone. Gilles Le Rest: batteria, glackenspiel, voce. Matthieu Metzger: sassofono contralto, sassofono soprano. Béla Bluche: basso, contrabbasso. Alexis Delva: chitarra. Camille Petit: tastiere. Bela Bluche: basso.
In ascolto la sesta traccia La splendeur du volcan
Manna / Mirage : Autobiographie
Manna / Mirage è il progetto solista dell'esperto polistrumentista/compositore statunitense David "Dave" Newhouse (Hawaii 1953). Il nome prende spunto dal primo disco dei The Muffins http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2023/07/the-muffins.html band nata nei seventies di cui Newhouse era uno dei co-fondatori.
Nei cinque dischi pubblicati, tutti per la label New House Music, "Blue dogs" nel 2015, "Rest of the world" nel 2018, "Face" nel 2020, "Man out of time" nel 2021 e "Autobiographie" il 3 febbraio 2023, David si è attorniato di grandissimi musicisti tipo gli ex colleghi dei The Muffins ossia il bassista Billy Swann, il batterista Paul Sears e il talentuoso violinista Michael Zentner, il mitico chitarrista inglese Fred Frith (Henry Cow), il bassista/trombettista Jerry King (Moon X), il chitarrista Mark Stanley (Chainsaw Jazz, Thee Maximalists) e il proprio figlio George Newhouse alla batteria.
Lo stile musicale è rivolto al caratteristico e fascinoso Canterbury Sound qua "spinto" su linee ardite, il risultato è un grande impatto fruitivo che lascia un buon sapore nelle papille gustative del melomane progressivo
Provenienti da Westchester, contea del sud-est dello stato di New York, i Mourning Knight sono un progetto che risale alla metà degli anni '90 ma solo nel 2021 con il full length omonimo hanno debuttato discograficamente. Il 7 luglio 2023,registrato al Green Witch Sound, Bedford, NY e agli Opus 12 Studios, Ossining, NY tra marzo 2022 e giugno 2023, è stato rilasciato, in autoproduzione e con la copertina ad opera di Jason Brower, il secondo album "A world of dreams".
Il disco, cinque tracce per 57 minuti di puro sound prog sinfonico con suadenti melodie e una pletora di arrangiamenti davvero azzeccati per una gustosa fruizione dei melomani progressivi diversamente giovani come il sottoscritto.
In ascolto la traccia conclusiva The harlequin's carnival
Seven Impale: Summit
Il combo nordico, i cui componenti hanno un background di jazz e musica classica, proviene da Bergen, la seconda città più popolata di Norvegia dopo Oslo.
Formatosi nell'autunno del 2009 da Stian Økland, assumendo le sembianze di gruppo nell'estate 2010, i Seven Impale hanno pubblicato tre full length: "City of the sun" nel 2014, "Contrapasso" nel 2016 e "Summit" il 26 maggio 2023 tutti per la label Karisma Records
Quest'ultimo lavoro, con la copertina dell'album che sembra uscita dal Signore degli Anelli, consta di quattro lunghe tracce per quasi tre quarti d'ora di musica in cui il sound risulta un corposo e raffinato progressive rock dalle sfumature jazzistiche con parti più heavy, il tutto miscelato ottimamente per un risultato rilevante, sicuramente da apprezzare.
Line up: Stian Økland: voce, chitarra solista. Erlend Vottvik Olsen: chitarra, voce. Håkon Vinje: tastiere, voce. Benjamin Mekki Widerøe; sassofono tenore, flauto, voce. Tormod Fosso: basso, violoncello. Fredrik Mekki Widerøe: batteria e percussioni, banjo, voce.
Tra i dischi non progressive che mi è capitato di fruire, scelgo "This
Stupid world" degli Yo La Tengo, originari di Hoboken
(New Jersey), band tra le più raffinate del rock alternativo americano, giunti
quest'anno al ventunesimo album in studio che, nonostante quasi quaranta
primavere di carriera, riescono ancora a produrre dischi molto interessanti.
In ascolto il brano d'apertura Sinatra Drive
Breakdown
FreddeGredde è il progetto solista del polistrumentista/cantante/compositore Fredrik Larsson, originario di Gävle, città della Svezia centrale di 75.000 abitanti
Il giovane artista è salito alla ribalta, dalla fine del primo decennio del 2000, rilasciando simpatici video virali che hanno generato milioni di visualizzazioni sulla piattaforma Youtube
https://www.youtube.com/@FreddeGreddeMusic risultando graditissimo anche per la sua abilità tecnica musicale dedicata a medley basati su colonne sonore di videogiochi e cartoni animati.
Ci sono voluti poi un paio d'anni prima che Larsson realizzasse il sogno di una vita: registrare e pubblicare il suo album di debutto! Nel 2011, infatti, viene rilasciato "Thirteen Eight" a cui faranno seguito "Brighter Skies" nel 2014 e "Eyes on the Edge" nel 2017.
La sua proposta discografica è indirizzata verso la sua vera passione ovvero il rock progressivo che viene onorata con prove sinfoniche di ottimo impatto fruitivo.
Quando senti menzionare "Il Segno del Comando", per noi boomer, è naturale pensare a quel gioiello di sceneggiato televisivo che avvinse i telespettatori italiani all'inizio degli anni settanta.
Per il melomane progressivo indica invece l'ensemble genovese che ha preso forma nel 1995 ispirato, nel nome, dalla produzione televisiva
su cui si basa il primo omonimo album del gruppo ligure, pubblicato nel 1997 perla Black Widow Records https://blackwidow.itche di fatto segnerà praticamente tutte le uscite discografiche della band concittadina.
Nel millennio di nostra competenza, Il Segno del Comando ha rilasciato "Der Golem" nel 2002, successivamente, dopo un periodo di inattività e cambi corposi di line up, "Il Volto Verde" nel 2013, "L'Incanto dello Zero" nel 2018 e il 1 settembre 2023 " Il Domenicano Bianco". Da segnalare anche "...Al passato, al presente , al futuro...Live in studio" del maggio 2017, cd autoprodotto in edizione limitata di 100 copie.
La nostra attenzione, grazie anche alla consueta disponibilità e sensibilità del compositore/bassista e unico membro fondatore rimasto della band Diego Banchero, già ospite di questo blog http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=diego+banchero, è ovviamente tutta rivolta al Domenicano Bianco, tassello conclusivo di una trilogia di concept album, dopo Der Golem e Il Volto Verde, ispirati ai romanzi omonimi dello scrittore ed esoterista austriaco Gustav Meyrink
Il Domenicano Bianco, otto tracce di cui quattro strumentali, per tre quarti d'ora di musica, è un potente antidoto rispetto alla mediocrità dei massificati passaggi televisivi/radiofonici di questi tempi "trappiani" con l'autotune come simbolo. Il paesaggio sonoro è come sempre ricco di atmosfere gotiche classiche con arrangiamenti sopraffini con la band davvero in stato di grazia esecutiva .
Line up: Riccardo Morello: voce. Diego Banchero: basso. Beppi Menozzi: tastiere. Davide Bruzzi: chitarre, tastiere. Roberto Lucanato: chitarre e Fernando Cherchi: batteria.
Abbiamo chiesto a Diego di illustrarci sinteticamente il nuovo disco brano per brano, ecco cosa ha risposto:
1.
Il Libro Color Cinabro: Nella
trama del romanzo “Il Domenicano Bianco” di Gustav Meyrink si parla di questo
libro. Esso è considerato un testo sacro che racchiude il segreto del sapere
alchemico: l’immortalità. Il brano è uno strumentale che si basa su un
approccio compositivo influenzato da alcuni stilemi tipici della musica
mitteleuropea dei primi del ‘900.
2. La Bianca Strada: Questo brano
parla di un percorso che porta verso l’Illuminazione; ovvero una via metafisica
che si apre al protagonista principale del romanzo. Dal punto di vista musicale
vado particolarmente fiero di questa traccia. Essa è caratterizzata da una
serie di sezioni con sonorità horror, ma che hanno, a mio avviso, un approccio
compositivo poco derivativo. Ci sono poi le sezioni del cantato e degli assoli
che hanno una grossa influenza di rock-blues a “tinte scure”.
3. Il
Domenicano Bianco: Il testo di questa canzone è dedicato all’entità che
appare al protagonista in diversi punti della trama del romanzo. Offre una
descrizione di questo essere metafisico. Per quanto riguarda la musica, trovo
una certa affinità con il brano precedente (“La Bianca Strada” e “Il Domenicano
Bianco” sono scritte partendo da un approccio simile, ma sviluppano atmosfere
differenti; tra l’altro la seconda è, per la maggior parte, basata su tempi
dispari). Intro e di coda, invece, sono caratterizzate da evoluzioni melodiche
decadenti e misteriche.
4. Ofelia: Questa canzone è una ballad che, dal
punto di vista testuale, si sviluppa con la testimonianza di un amore finito
tragicamente. Il protagonista esprime il proprio dolore per la perdita della
ragazza a cui è legato sentimentalmente. L’amore tra i due giovani è destinato
a raggiungere la propria fase di deiscenza in una dimensione differente dalla
nostra.
5. La testa di Medusa: Si tratta di un brano per organo scritto
dal nostro Beppi Menozzi. Esso determina l’inizio della seconda parte
dell’album (nel vinile fa da intro al lato B). Nella vicenda del romanzo di
Meyrink, la testa di Medusa, rappresenta la simbologia del male che il
protagonista di trova a combattere.
6. Il dissolvimento del corpo con la
spada: Questo concetto indica un procedimento misterioso destinato ad
essere appreso solo da coloro che ne sono degni. Noi abbiamo scelto di
descriverlo attraverso un brano strumentale. Dal punto di vista compositivo
riteniamo che questa traccia si avvicini ad alcuni pezzi dell’album di esordio
del ’96 (pezzi che tutt’ora amiamo eseguire dal vivo e che sono strutturati per
lasciare ampio spazio alle improvvisazioni solistiche).
7. Missa Nigra 2023:
È la rivisitazione di un brano che era stato pubblicato nel nostro album di
esordio del 1996. Ho sempre amato questa composizione trovandola
particolarmente originale e poco derivativa. Non avendo possibilità di
recuperare il testo originario (che ci è stato negato dal vecchio cantante ed
era incomprensibile nella traccia audio) ho deciso di scriverne uno nuovo.
8.
Solitudine: È, di fatto, la outro dell’album: un brano per solo basso nel quale
utilizzo tecniche di tapping pianistico che talvolta impiego anche in altre
composizioni. Rappresenta uno spiraglio di luce che giunge dopo un viaggio
tortuoso compiuto attraverso il labirinto dell’oscurità interiore.
Per concludere una storiella minima con i titoli delle canzoni in neretto.
Con Il
Libro Color Cinabro tra le mani, Ofelia cadde voluttuosamente tra le braccia di Morfeo. Sognò che mentre stava percorrendo La
Bianca Strada in perfettaSolitudine, udì del frastuono provenire da un tempio.Trainata dai cavalli della curiosità, la donna entrò e videIl
Domenicano Bianco con il suo splendido candido saio officiare, per antinomia onirica, unaMissa Nigra innalzando alla visionedei partecipanti lo scudo con La
Testa di Medusa di Caravaggio e inneggiando tematiche riguardanti Il Dissolvimento del Corpo con la Spada. Terrorizzata, Ofelia scappò lontano, nel contempo il sogno venne dissolto dal risveglio.
I Free Human Zoo si sono formati nel 2011 grazie all'amicizia e collaborazione di ottimi musicisti quali Gilles Le Rest (batteria, percussioni) e Laurent Skoczek (trombone). Nel febbraio 2014 il combo francese ha pubblicato l'E.P. di debutto "Aïki Dô RéMy" a cui è seguito "Freedom now!" nell'aprile 2016, "No wind tonight" nel febbraio 2019 e " The mysterious island" nel marzo 2023.
Trattasi di un ensemble di prim'ordine , inseribile nel genere Zehul in quanto il tappeto sonoro deve tanto ai Magma anche perchè con i Free Human Zoo hanno collaborato Stella Vander, ex moglie del fondatore della mitica band parigina Christian Vander, l'attuale marito l'ingegnere del suono Francis Linon (Gong, Magma, Offering) e il figlio della coppia ossia Marcus Linon
I Vertical Alignment si sono formati nel 2001 ad Atlanta, capitale della Georgia grazie a cinque musicisti: Jim Braunreuther (voce e tastiere), Monty Pierce (chitarra e basso) ,Pete Jorgensen (voce, chitarre, tastiere, flauto), Mike Adams (batteria) e Terri Jorgensen (basso e djembe).
Il quintetto statunitense , attorniato da numerosi ospiti tra cui Randy George e Wil Henderson degli Ajalon, Steve Babb, Fred Schendel ed Eric Parker dei Glass Hammer, David Wallimann dei Glass Hammer e Young Earth, Carl Groves dei Salem Hill, Mike e Shaun FitzPatrick della band FitzPatrick, Eddie Jerlin degli Everlasting Arms, Kevin Jarvis dei Farpoint, Lenna Pauley di Progressive Positivity Radio e The Radiant Flow, ha inciso l'album d'esordio "Signposts" nel 2006. Tre anni più tardi , con una formazione ridotta a terzetto ossia Pete Jorgensen: tastiere, chitarra acustica, basso, voce. Mike Adams: batteria e Mike Florio alle tastiere e la presenza di un brano alla voce di Mike FitzPatrick rilascia il secondo full length " Lost in space".
Dopo una pausa di otto anni nel 2017, una line up a quattro: Mike Florio: voce, tastiere. Pete Jorgensen: chitarra, tastiere, flauto, voce. Doug Bowers: tastiere, chitarra, voce. Michael Adams: batteria, percussioni, basso fretless coadiuvata da ospiti strumentisti ha pubblicato "The trail of tears suite".
La proposta sonora è un melodico prog sinfonico assolutamente piacevole seppur non certo originalissimo.
Da annotare che uno dei membri originari dei Vertical AlignmentPete Jorgensen è anche il compositore/strumentista dei Phoen1x https://mrrmusic.com/project/phoen1x/, gruppo georgiano che si avvicina alle sonorità dei Kansas essendo il vocalist Jake Livgren nipote di Kerry Livgren uno dei membri fondatori nonchè compositore/chitarrista/cantante della fantasmagorica band di Topeka.
In ascolto la title track Lost in space del secondo disco degli Vertical Alignment