Sudafricano di nascita seppur
di cittadinanza statunitense, il polistrumentista-cantante Trevor Rabin
(Johannesburg 13 Gennaio 1954), importante membro degli Yes nel periodo
1982-1995 nel terzo millennio ha composto colonne sonore per film di successo
quali "Il mistero dei templari”, “L’apprendista stregone” e molti altri.
Da segnalare un uscita
discografica solistica datata 8 Maggio 2012 dal titolo “Jacaranda”, lavoro
compositivo più orientato verso il jazz/rock fusion.
Dall’Ottobre 2016 con
Anderson e Wakeman, il buon Rabin sta portando in tour- hanno suonato anche in
Italia- uno spettacolo di ottimo livello che sfocerà in un disco nel 2018.
I Savage Lucy sono un gruppo strumentale proveniente da
Johannesburg, più precisamente della provincia metropolitana di Gauteng,
formatosi nell'aprile 2011.
Dopo due E.P. nel 2012 dal titolo “MK ultra” e
“Verstaan?” hanno rilasciato il loro primo e unico full lenght il 7 Agosto del
2015 dal titolo “Reverie”.
Il trio mette sul pentagramma note che veleggiano su
canoni progressivi con virate metal, jazzistiche e financo blues, per un sound
eclettico e di buon valore.
Line up: Austen
Ramsay Lewis: chitarre. Steven Bosman :percussioni e Clint Falconer al
basso.
OhGod! -rigorosamente tutto attaccato con esclamativo
finale- è un ensamble di Città del Capo più incline al prog metal con
strizzatine melodiche verso l’alternative rock.
La band si è formata nel Luglio 2013 dalle ceneri di un
altro gruppo dal tappeto sonoro simile
ossia i Lane Evermore di Pretoria.
Di fatto, finora, non hanno rilasciato fisicamente album
se non l’E.P. digitale autoprodotto nel Marzo 2015 dal titolo “Forrest Feuds”,
ma sono doverosi di segnalazione per la capacità tecnica che hanno dimostrato
nei quattro brani strumentali dell’E.P., speranzosi che ci possa essere un album
intero nel loro futuro.
Line up: Stefan Steyn
(chitarra).David Houston (chitarra).Danny Harris (batteria) e Mark Woolfrey
(basso).
I The Ocean doesn’t want me sono un ensemble originario di
Pretoria, la capitale amministrativa del Sud Africa. Il nome del gruppo prende spunto dal titolo dell'omonimo recitativo di Tom Waits, la sesta traccia dell'album Bone Machine del 1992.
Hanno pubblicato due
full lenght: “Which hope to live for” nel 2008, “As the dust settles” nel
2012 e un E.P. “The reins” nel 2015.
Il loro stile è orientato verso il metal-progressive in chiave terzo millennio.
Line up: Beastie: basso e voce. CF: chitarre e voce.
Robin: percussioni, synths ed elettronica.
Gli AlbinoBeach sono un trio
proveniente da Johannesburg formatosi nel 2006 grazie a Garrick van der Tuin
(batteria), Kalin Pashaliev (basso) e Ian Finch (chitarra).
Autori di un solo album dal titolo “Cacophonic” nel 2015 e
di due E.P “Albinobeach” nel 2008 e “Angolan Girls” nel 2011, il terzetto ha
dimostrato ottime capacità di coniugare più stili: dal prog alla musica etnica,
dal jazz all’ambient elettronico, dal metal al trip hop.
Una particolarità è quella che negli spettacoli dal vivo sono
soliti proporre al pubblico di esplorare direttamente strumenti insoliti come,
ad esempio, il bulgaro Kaval, antico strumento a fiato dell’area mediterranea.
Line Up: Kalin
Pashaliev: basso. Garrick van der Tuin: batteria. Ian Finch:
chitarra.Boris Tzvetanov: batteria e percussioni.Nenad Djelic: chitarra
elettrica e Ivan Batchvarov al violino.
La band statunitense degli Zookeeper's Palace (traduzione letterale:Il palazzo del custode dello Zoo), abbreviato ZkP, si è formata nel gennaio 2012. Due album all'attivo per l'ensemble di Los Angeles: Red Sky Ruminations nel 2012 e Deliquesce nel 2016. Il loro tappeto sonoro si snoda tra strutture space rock progressive con aspetti percussivi molto rilevanti , quasi tribali in certi brani. Da rilevare le tessiture armoniche vocali e la grande carica live per un gruppo che ha sicuramente ottime potezialità. Line up: Matt Fonda: voce, tastiere, percussioni. Aron Ortega: chitarra, voce. Matt Luker: tastiere, voce. Jason Lobell: basso, tastiere, voce. Candice Harris: batteria, percussioni, voce. Zach Nazar: percussioni Link utile: https://zookeeperspalace.bandcamp.com
Dopo aver approfondito la
storia delle esplorazioni con Il Viaggio di Colombo (2008) e la mitologia con Dedalo
e Icaro (2013), il sestetto savonese questa volta si è occupato- con “Il fuoco
sotto la cenere” -del Fuoco inteso sia a livello fisico come l’effetto della
combustione, uno dei quattro elementi costitutivi dell’universo per il filosofo
Empedocle (495- 435 a.C.), sia in senso
figurato per indicare energia, elemento dinamico per il paradigma della vita.
Da sottolineare che il
termine fuoco deriva dal latino “focus” che stava a indicare il focolare, tale
termine ha di fatto sostituito “ignis” che, nella lingua latina, designava il vero significato di fuoco.
Il disco, rilasciato per la
dinamica etichetta Black Widow il 14 Luglio in supporto cd ma è prevista –more
solito- anche l’uscita in vinile, consta di sette tracce per 48 minuti di genuino
progressive dove l’esperta band mette “a fuoco” tutti gli elementi che la
contraddistinguono: armonie vocali sublimi, gusto “superiore” per la melodia, capacità
di coinvolgere emotivamente il fruitore che "gode” della proposta sonora dall’ispirazione
vintage seventies.
Il concetto di fuoco è al
centro delle composizioni, la parola ricorre ben 13 volte tra titoli e testi e
una volta in forma plurale.In ordine sparso: il fuoco è nel bicchiere, proietta
ombre, è dentro, è incontrollato, è
sulla collina, si può essere un po’ fuoco e un po’ ghiaccio, e poi un fuoco: volare
via. Anche in questo disco la talentuosa formazione del Cerchio d’oro si
allarga con la nobile presenza di tre icone del prog anni settanta: Pino Ballerini
(Rovescio della Medaglia) al canto in “Per sempre qui”, il batterista Paolo
Siani (Nuova Idea) e il cantante/tastierista Giorgio Usai (New Trolls) nel
brano più “tirato” del disco ossia ” Il Rock e l’inferno”. Da segnalare la cover
finale dedicata a Ivan Graziani con “Il fuoco sulla collina”
( la versione
originale si trova nell’album del 1979 Agnese dolce Agnese) rimodellata sui
canoni della band con originali trasformazioni timbriche-sonore.
Line up: Piuccio Pradal:
chitarra acustica, voce. Giuseppe Terribile: basso, chitarra, voce.Gino
Terribile: batteria, percussioni, voce. Franco Piccolini: tastiere. Simone
Piccolini: tastiere, cori e la new entry Massimo Spica alle chitarre.
Propongo Il fuoco nel bicchiere, la quinta traccia del disco. Il testo del paroliere Pino Paolino, con musica del "giovane" Simone Piccolini, tratta con accurata analisi un tema estremamente pernicioso qual'è l'alcolismo. " ...E cerco ancora l'amore in fondo al bicchiere. La vita è ora un sogno infranto da bere".