Rabih Abou-Khalil non è
propriamente un musicista progressive, seppur alcuni brani che ho
ascoltato siano molto vicini a questo mondo, in questa sede desidero
nominarlo ugualmente in quanto artista di grande perizia tecnica.
Questo
compositore-strumentista è nato a Beirut nel 1957, ma dal 1978 vive
in Germania e in Francia.
Nella sua lunga carriera
iniziata discograficamente nel 1981 ha spesso mescolato musica araba
tradizionale con il jazz, il rock e la musica classica.
Nove sono i suoi album nel
terzo millennio ove suona tra l’altro anche l'oud , uno strumento a
corde fretless, simile al liuto europeo.
Wasaya è un progetto one
man band del polistrumentista siriano Tarek Shehabi che è nato e
vive a Damasco.
L’unica produzione
discografica finora dei Wasaya (il cui significato italiano è
testamento) è quella del 2014 dal titolo “Garden of doubts”, un
album breve (dura trentadue minuti per cinque tracce) ove Shehabi
suona tutti gli strumenti con tappeti sonori più inclini al prog
metal melodico.
I Nu.Clear.Dawn (NCD) sono
una band prog metal siriana formatasi nel 1997.
Dopo una serie di
mutamenti di formazione, nel 2003 sono arrivati al loro primo ed
unico full lenght dal titolo epico “Poem of knight”.
In otto tracce per 59
minuti di robusto sound, l’ensamble mediorientale produce i
consueti canoni prog metal orchestrali senza guizzi originali ma con
una coerenza compositiva da apprezzare anche dovuta al territorio di
appartenenza non certo semplice…..
Line up:Amr Rifai (voce),
Shant Hagopian (chitarre), Aram Kalousdian (batteria), AK (tastiere)
e Elie Tawil Billy (basso).
Omonimi di una british pop
band degli anni novanta, i Gene siriani sono ragazzi assai impegnati
a portare un importante messaggio a Damasco e dintorni.
La loro missione è quella
di dare spazio alle voci dei giovani arabi e siriani (frustrazioni,
angoscia, ricchezza e ambizioni), il tutto attraverso una musica
prevalentemente rock ma con afflati progressivi, degna comunque di
essere menzionata.
Formatisi nel 2005, i Gene
hanno suonato sia in Siria, sia all'estero (Gran Bretagna, Turchia,
Egitto). I membri sono tutti musicisti professionisti, con un
ricco percorso di studio e di lavoro alle spalle: Shadi Ali alla
voce, Hazem Alani al piano e tastiere, Omar Harb al basso, Anas Abd
Almoumen e Maen Rajab alle chitarre, Mazen Choman alla batteria.
Hanno inciso un unico
disco omonimo nel 2008 con testi estremamente significativi: i
delitti "d'onore" (vittime le donne), l'inquinamento e la
lotta individuale e nazionale per l'indipendenza.
I Gene nel 2011 hanno
messo in musica e prodotto un video con gli intensi versi di una
poesia del tunisino Adam Fathi.
Il componimento,
intitolato Ya waladi ("Oh figlio mio"), è indirizzato ad
un bambino, è in pratica un commovente invito – da parte di suo
padre o comunque di una persona adulta – ad abbattere i muri della
paura.
Parole che rappresentano
una ventata di speranza e di coraggio di cui il popolo siriano ha
bisogno ancora oggi, giacché è immerso nella guerra civile.
Ecco il testo
tradotto, assai significativo.
Oh figlio mio
Non piangere figlio mio,
che il dolore della giovinezza passa
come il sogno al sorgere
del sole
e presto crescerai,
ragazzo mio
e quando vorrai piangere
le tue lacrime non verranno fuori
se la pioggia ha trascorso
la notte sveglia con noi,
o il ghiaccio ha coperto
le nostre strade,
nonostante questo, il
calore ci riempie il petto
come la fiamma della terra
fluisce dentro di noi.
Se la tua voce diventa
roca per una canzone,
o i piedi nudi gemono
allora i soli dei tuoi
compagni torneranno
e risorgeranno dalla furia
della povertà
Io posso essere messo al
muro,
ma se tu brami il mio
amore e la mia gentilezza
allora guarda nel tuo
cuore e mi vedrai
perché le catene non
possono andare oltre il pensiero
Io ti abbraccerò anche se
il mio petto è ferito,
amerò con passione anche
se il mio cuore è annientato
qualunque vento soffi
contro di me,
non piegherò mai la
schiena
Oh figlio mio...
Se il tempo è andato
avanti con noi e sono finito sepolto sotto terra
Tu mi succederai in questo
viaggio,
non perdere l'appuntamento
all'alba
in nessun modo le lacrime
potrebbero irrigare i tuoi alberi,
non ci potrai costruire il
tuo muro aahh
così grida alla paura
ogni volta che viene a visitarti,
perchè il fuoco non ha
paura del carbone che brucia
Parallelamente alla
carriera solistica, Amadeus Awad il valente compositore libanese nel 2014, con la
sigla Amadeus Awad’s Eon, ha dato alle stampe un lavoro “The Book
of Gates” in collaborazione con il vocalist connazionale Elia
Monsef (Ostura) sempre presente-tra l’altro- anche nelle sue
uscite solistiche.
Il disco è un concept
album suonato benissimo di matrice Metal Prog orchestrale con
tematiche d’ispirazione mitologico-storica con protagonisti Re,
Regine, Dei e Sacerdoti, alle prese con tradimenti, profezie e
vendette.
Tra gli ospiti da citare
la partecipazione tastieristica di Kevin Moore (Osi ,Chroma Key,
Dream Theater)
Amadeus Awad (1978) il cui
nome autentico è Ahmad Awad è un chitarrista polistrumentista e
compositore libanese, artista fondamentale per la scena
mediorientale.
Dopo aver suonato in molte
cover band, nel 2010 ha iniziato una carriera da solista che lo ha
portato a far uscire sul mercato discografico tre interessanti lavori
in cui troviamo come ospiti nomi altisonanti del Prog -e non solo-
internazionale come i batteristi Gavin Harrison ( Porcupine Tree,
Osi, King Crimson ) e Marco Minnemann (Joe Satriani, Steven Wilson,
The Aristocrats) o i cantanti Anneke Van Giersbergen (The Gathering,
Ayreon, The Gentle Storm) e Mark Boals (Yngwie Malmsteen, Labyrinth)
o il cantante polistrumentista olandese Arjen Lucassen (Ayreon, Guilt
Machine, Stream of Passion).
Il suo genere è più
orientato al prog metal ma non disdegna passaggi sinfonici.
Interessante gruppo finnico quello degli Octopie che, attraverso due soli album e un e.p., ha già dimostrato di essere tra le più importanti realtà nordiche del terzo millennio.
Il quintetto di Helsinki si è formato tra il 2011 e il 2012, anno del loro debutto con il full lenght "Fresh from the even" ed è particolarmente apprezzato in patria per il loro sound estremamente eclettico con sprizzate heavy e afflati jazzy uniti da passaggi simil sinfonici e una teatralità scenica del cantante Tom Tamlander che suona anche il basso e il flauto.
Link utile:https://soundcloud.com/octopie
Ed ecco I am the Walrus che non è comunque la cover del pezzo dei Beatles ma la prima traccia del loro concept del 2015
Album consigliato: The adventure of Herry and Walrus Kane (2015)
Magnus Ostrom è un batterista svedese classe 1965 con svariate esperienze fin dall'inizio degli anni ottanta. E' stato il drummer di un gruppo seminale per il jazz nordico come gli Esbjorn Svensson Trio (E.S.T.) e ha suonato con musicisti del calibro di Pat Metheny. Nel 2011 ha esordito con un ensamble a suo nome con l'ottimo Thread of life, vera chicca jazz/fusion progressiva seguito nel 2013 da Searching for Jupiter, nell'Aprile 2016 è prevista l'uscita del nuovo lavoro dal titolo Parachute con una line up comprendente musicisti svedesi stimati e molto conosciuti in patria come il pianista Daniel Karlsson, il chitarrista Andreas Hourdakis e il bassista Tobias Gabrielson Sito ufficiale:http://www.magnusostrom.com