I Tale of Diffusion si sono formati nel 2002 a Łódź, città polacca di oltre seicentomila abitanti situata al centro del paese a 120 km a sud ovest di Varsavia, grazie a Bartek Florczak (chitarra), Tomek Pawlikowski (basso) e Radek Malinowski (batteria).
Al trio si è aggiunto ben presto un secondo chitarrista Michal Szmidt e con questa formazione, dopo molti spettacoli live e un demo nel 2006, hanno dato alle stampe nel 2009 il loro unico album "Adventures of Mandorius (The bird)" con la presenza come ospiti di Pawel e Michal Marciniak alle tastiere e alle chitarre e di Szymon Żmudzinski alla tromba.
Il disco è un concept album strumentale, su un uccello immaginario chiamato Mandorius, di sette tracce per quasi 58 minuti di musica crossover con chiare influenze fusion progressive.
Per conoscere meglio la storia del volatile di fantasia è necessario sfogliare il libretto di accompagnamento al cd, esso contiene poesie e bellissimi disegni del chitarrista del gruppo, Michal Schmidt. L'aspetto visivo dell'album è uno dei suoi punti di forza e influenza positivamente la percezione dell'insieme.
I Kairon; IRSE! si sono formati nel 2011 a Kaustinen un piccolo comune finlandese di quattromila abitanti situato nella regione dell'Ostrobotnia Centrale
Secondo il chitarrista Niko Lehdontie, il nome del gruppo “non significa nulla” ed è “solo pensato per essere il più fastidioso possibile”. Lehdontie ha paragonato il suo sound a quello dei Gentle Giant, di Todd Rundgren, dei Flaming Lips e dei My Bloody Valentine.
La band, per la varietà di generi che esprime nei dischi e nei live, è stata anche associata a livello di sonorità a King Crimson, Ornette Coleman, Fairport Convention, Jon Anderson, Utopia e Dream Theater.
Attivi discograficamente dal 2011, hanno finora pubblicato quattro full length: "The Defect in That One Is Bleach / We're Hunting Wolverines" nel 2011, " Ujubasajuba " nel 2014, " Ruination " nel 2017 e " Polysomn " nel 2020. Da ricordare anche il singolo del 2012 "Healing Fields".
Line up: Dmitry Melet: voce solista, basso, chitarra. Johannes Kohal: batteria. Lasse Luhta: chitarra, basso e Niko Lehdontie: chitarra, synth, programmazione, voce.
Gli Elephant9 si sono formati nel 2007 ad Oslo grazie ad un trio di eccellenti musicisti: il tastierista Ståle Storløkken, il bassista/chitarrista Nikolai Hængsle Eilertsen e il batterista Torstein Lofthus.
La band norvegese è attiva discograficamente dal 2008. In questi anni, tramite l'etichetta Rune Grammofon https://runegrammofon.com. , ha pubblicato sette album in studio (" Dodovoodoo " nel 2008, " Walk the Nile " nel 2010, " Atlantis " con il chitarrista svedese Reine Fiske
https://en.wikipedia.org/wiki/Reine_Fiske nel 2012, " Silver Mountain" sempre con Fiske nel 2015, " Greatest Show On Earth" nel 2018, " Arrival of the New Elders " nel 2021 e " Mythical River" nel 2024) e cinque live ( " Live at the BBC " nel 2011, " Psychedelic Backfire I, II e III" nel 2019 e " Catching Fire" con il chitarrista Terje Rypdal
Il tappeto sonoro è composto da una portentosa seta di rock, jazz, psichedelia, prog e funk per una fruizione non sempre semplice ma di grande impatto creativo.
I Krokofant si sono formati nel 2011, a Kongsberg città di quasi trentamila abitanti situata nella contea di Bukserud situata nella parte meridionale della Norvegia a sud-ovest di Oslo.
Il nome è tratto da una creatura mitica di una popolare canzone norvegese per bambini, un incrocio tra un elefante e un coccodrillo, “un'imponente bestia trombettante con una spaventosa serie di denti nelle sue fauci schioccanti...”.
Inizialmente erano un duo composto dal chitarrista Tom Hasslan e dal batterista Axel Skalstad.
Nel 2012 si è aggregato alla coppia un sassofonista di esperienza come Jørgen Mathisen e come trio si sono esibiti in una esaltante performance di debutto al Kongsberg Jazz Festival dello stesso anno.
Nel 2014 hanno rilasciato il loro album di debutto omonimo per l'etichetta norvegese jazz-rock Rune Grammofon https://runegrammofon.com che ha pubblicato anche "Krokofant II°" nel 2015, " Krokofant III°" nel 2017, "Q" nel 2019 e "Fifth" nel 2020, in questi ultimi due lavori al trio si sono uniti come ospiti, formando così un quintetto, il bassista Ingebrigt Håker Flaten e il tastierista Ståle Storløkken (Elephant 9).
I Fughu si sono formati a Buenos Aires nel 1998. Dopo tanta gavetta una luce improvvisa allorquando nel marzo 2008 la giovane band dedita al prog metal ha suonato al leggendario Luna Park Stadium di Buenos Aires come opening act dei Dream Theater, dopo essere stati selezionati da Mike Portnoy in persona dai loro demo su MySpace. Finalmente nel 2009 hanno pubblicato il loro album di debutto intitolato "Absence" con la seguente line up Santiago Burgi: voce, chitarra. Ariel Bellizio: chitarra: Marcelo Malmierca : tastiere. Juan Manuel López: basso e Alejandro López: batteria.
Il 25 maggio 2013, i Fughu hanno azzardato, lanciando due album contemporaneamente: “Human - The Tales” e " Human - The Facts" (un'opera concettuale).
Entrambi i lavori hanno ricevuto ottime recensioni aprendo la possibilità di un tour europeo che ha toccato nel 2015 Germania, Polonia, Ungheria, Romania, Serbia e Austria. Nonostante la successiva defezione del cantante Santiago Burgi che ha deciso di lasciare la band per concentrarsi sulla sua carriera lirica nei teatri d'opera in Germania, i restanti quattro musicisti del combo sudamericano dopo una dura ricerca (102 cantanti provati) hanno trovato nuovamente la voce solista nel 2017 con Renzo Favaro e con esso hanno rilasciato "Lost connection" (2020) e "Stolen picture" (2024).
Gli Esquizoide (in italiano Schizoide) si sono formati nel 2016 a Buenos Aires. Il combo argentino ha registrato nel medesimo anno il suo primo demo con sei canzoni in cui predominava l'hard rock dei seventies ma cominciavano già a comparire alcune sfumature progressive.
Nel 2019 pubblica l' E.P. omonimo, con tre brani molto diversi tra loro, in cui gli elementi heavy progressivi assumono maggiore importanza e la durata dei brani si allunga.
Nel 2024 (il 22 febbraio a livello digitale e il 1 dicembre come cd per la label spagnola Astronomy Recording Music https://astronomy-recording-music.webnode.es ) esce il primo full length “Cronicas". Si tratta di un concept album con nove brani per 47 minuti che raccontano la storia di una persona con sindrome di schizofrenia e le conseguenti difficoltà che incontra per inserirsi nella società odierna, ma allo stesso tempo fa osservazioni sulle contraddizioni di questa società che a volte sembra essere più schizoide del personaggio principale.
Gli australiani Rolf Zero si sono formati nel 1998 a Brisbane più esattamente nel quartiere di New Farm, un'area residenziale immersa nel verde molto frequentata dalle famiglie, sede dell'omonimo parco.
I tre membri fondatori Cris Van Anderson alle chitarre e tastiere, Cecu Pauta alla batteria e Dani Leero al basso si sono mantenuti sempre coesi e creativi seppur non abbiano pubblicato nulla fino al 2022. In questi quattro anni hanno condiviso tutto il materiale registrato nei vent'anni precedenti attraverso otto album in studio, l'ultimo dei quali "Poseidon" il 1 gennaio 2025, più innumerevoli singoli ed E.P.
Il loro tappeto sonoro spazia dal prog classico dei seventies ad atmosfere medievali e sinfoniche di ottima fattura melodica. Da sottolineare che tutti gli album sono digitali eccetto il primo omonimo del 2022 che è stato stampato anche in cd.
Anche quest'anno, in rigoroso ordine alfabetico, segnalo i miei cinque dischi italiani che ho gradito maggiormente tra tutti quelli che ho potuto ascoltare.
Celeste: Echi di un futuro passato
Quando si pronuncia la parola Celeste nel mondo progressivo è automatico pensare all'eclettico musicista sanremese Ciro Perrino che, con la solita maestria tecnica e compositiva, è giunto al settimo full length in studio per questo progetto sorto , discograficamente, nel 1976.
Il nuovo lavoro dal titolo "Echi di un futuro passato" è stato pubblicato il 4 maggio dalla Mellow Records in versione cd con sette tracce e in Lp verde in edizione limitata in 150 copie con cinque brani in ordine diverso dal compact che ha la durata di 63 minuti.
Il sound è un magnificente prog sinfonico con melodie sopraffine che saziano la voglia di ottima musica del melomane progressivo diversamente giovane.
Un fantasmagorico viaggio sonoro in cui il flauto e il mellotron sono in grande evidenza, dando sufficiente risalto a numerosi interventi di sassofono, a svolazzi ornamentali di pianoforte e a una solida pulsazione ritmica. Due strumenti a tastiera meno noti ma leggendari sono disseminati in tutto l'album, vale a dire l'Eminent (un primo sintetizzatore di archi olandese, frutto della ricerca dei tecnici Philips) e il Solina (un ensemble di archi ARP), tutto questo per creare un suono sublime per il piacere di qualsiasi fanatico delle tastiere vintage.
Da apprezzare la copertina a cura di Mauro Degrassi stile Roger Dean il celeberrimo illustratore britannico.
Line up: Ciro Perrino : Mellotron, Solina, Eminent, Hammond, Minimoog, ARP 2600, voce. Francesco Bertone: basso, basso fretless. Enzo Cioffi: batteria. Marco Moro: flauti e sassofoni. Mauro Vero: chitarre acustiche ed elettriche.
Ospiti: Marco Canepa al pianoforte, Sergio Caputo al violino, Paolo Maffi ai sassofoni contralto e tenore e Ines Aliprandi alla voce
In ascolto la strumentale Sottili armonie, per il vinile seconda traccia del lato b e per il cd secondo brano della sequenza.
Faveravola: Castrum Zumellarum
Finalmente, dopo ben 18 anni di assenza discografica, la band trevigiana ha rilasciato il 15 gennaio il secondo full length dal titolo "Castrum Zumellarum". L'opera è stata pubblicata, come già la precedente, dalla " Locanda del vento " http://www.lizardrecords.it/locanda-del-vento/, side label della Lizard Records di Loris Furlan che ha sapientemente curato direzione artistica, arrangiamenti e pubbliche relazioni. Il disco, nove tracce per sessantasei minuti di gradevole sound epico fiabesco, è un prog concept album che narra le leggendarie e travagliate vicende amorose tra il cavaliere Murcimiro e Atleta https://www.radiopiu.net/wordpress/la-leggenda-di-murcimiro-ed-atleta-nella-storia-del-castello-di-zumelle/ " Tutto farò ...passerò anche attraverso l'inferno ma io...non lascerò, che il gelo d'inverno bruci l'amore che cogliere saprò...e sarai tu il mio sole del resto dei giorni..che avrò.....io non so che darei con onore, vedere crescere in noi quest'amore...". (testo da Atleta, quarto brano dell'album).
La location della leggenda è il castello di Zumelle , ancora totalmente visitabile e non solo (vedi: https://www.castellodizumelle.it ).
Il tappeto sonoro è gradevole e godibilissimo con l' Hammond di Nicorelli in bella evidenza a dare un tocco sopraffino alle gustose ballads di contenuto medievale.
https://www.facebook.com/p/Faveravola-100068431625727/?paipv=0&eav=AfbSn_BTncE8afiB4cJ-9pX4fZqJPpN0Ob5lCOapaI43vWox87iCgqGUkX3cZ-d9dF4&_rdr Line up: Alessandro Secchi: voce. Giancarlo Nicorelli: tastiere, pianoforte, Hammond, voce narrante. Adriano Durighetto: basso. Paolo Coltro: batteria.Gianluca Tassi: chitarra elettrica. Flavio Miotto: chitarra acustica. Consuelo Marcon: violino. Renato Bettello: flauto, sax soprano. Con la partecipazione straordinaria di Bianca Luna: voce e del coro Sant'Anselmo. In ascolto la terza traccia Murcimiro, "...si compiace la mia gente del suo signore Murcimiro, tra i cavalieri di Zumelle il più possente"
Melting Clock: Altrove
Il 4 settembre è uscito per la coriacea e appassionata label genovese Black Widow Records
https://blackwidow.it "Altrove" la seconda opera dei concittadini Melting Clock, un progetto musicale nato nella facoltà di Fisica dell’Università di Genova all'inizio del terzo millennio.
Il disco che viene pubblicato dopo cinque anni da "Destinazioni" è composto da sette brani per poco più di tre quarti d'ora di musica in cui i fratelli Amadei e gli altri strumentisti propongono un album davvero suadente nel suo divenire.
Dal sito dell'etichetta ecco un commento analitico di ogni singolo brano dell'album da parte degli stessi musicisti: ALESSANDRO BOSCA: “Il Mondo Al Suo Risveglio” è una riflessione sulla percezione della realtà e del modo in cui essa cambia di giorno in giorno con l'evoluzione della propria consapevolezza. Ispirata alla nascita del primo figlio, per il quale ogni nuovo risveglio rappresenta un nuovo inizio, vale anche per l'adulto quando riesce finalmente ad emanciparsi superando le convinzioni radicate per consuetudine negli anni ed accettando le verità più scomode; così facendo l'essere umano si risveglia e rinasce di fatto con una nuova consapevolezza di se stesso e del mondo che lo circonda, finalmente libero ma solo dopo avere pagato a caro prezzo questa sua epifania.
ALESSANDRO BOSCA: “Città Spenta” racconta la perdita improvvisa di una persona cara ed il desiderio di assoluzione e ricongiungimento elaborato dal subconscio nel sogno. Concepita inizialmente in seguito alla perdita prematura della figura materna, il brano è successivamente maturato e si è sviluppato diventando attuale nel periodo di confinamento dovuto alla pandemia. In quel triste periodo un dramma solitamente individuale si è trasformato in un fenomeno di massa con un impatto sulla società e sull'equilibrio sottile fra moralità e necessità. Ma solamente nella più intima dimensione onirica l'individuo potrà riconciliarsi e concedersi un ultimo saluto, liberando la propria anima così come quella del suo caro dal rimorso e dalla sofferenza.
SANDRO AMADEI: “Altrove parte 1 e 2” racconta il sogno, condiviso da tutti, di fuggire dallo stress, dalle preoccupazioni e dalla fatica della vita quotidiana, anelando a rifugiarsi in un'isoletta sperduta dove il tempo sembra essersi fermato, nell'illusione di vivere un'eterna vacanza. Ma questo desiderio ne cela in realtà uno più profondo e purtroppo irrealizzabile: tornare indietro nel tempo per ritrovare l'idilliaca meraviglia di una spensierata fanciullezza.
SANDRO AMADEI: “Vernice” è un viaggio attraverso la complessità di luoghi di cui i labirintici vicoli del quartiere di Genova sono un perfetto esempio, raccontati dallo sguardo carico di pregiudizi di chi non li abita e pertanto, non vivendone la quotidianità, non sa coglierne l'essenza. Situazioni che evocano spesso sofferenza, degrado e incuria coesistono con arte, cultura ed esempi di meravigliosa umanità che rendono questi luoghi un caleidoscopio di straordinaria diversità.
SIMONE CAFFE’: “Endurance” nasce a seguito della lettura dell'omonimo testo di Alfred Lansing, che ripercorre l'epopea del vascello Endurance che dopo essersi incagliato nel pack durante una spedizione anglosassone volta al raggiungimento del Polo Sud, si è schiantato a causa dell'enorme pressione esercitata dai ghiacci. A seguito di ciò il capitano Shackleton e la sua ciurma dovettero intraprendere un viaggio senza precedenti, in condizioni estreme che li riportó in salvo nella Georgia del Sud, dopo mesi di stenti e pericoli difficilmente immaginabili.
EMANUELA VEDANA: “Tramonti di Cenere” vuole lanciare un monito: a causa del comportamento sconsiderato e scellerato dell'uomo, la Terra è ormai teatro di cambiamenti climatici irreversibili in cui l'unico destino dell'essere umano, ignaro, sembra essere l'estinzione. Invertendo però la prospettiva e considerando quindi la vita e la morte come un unico ciclo in eterno divenire, potremo sperare che dopo la catastrofe la vita potrà nuovamente rifiorire sul nostro pianeta, finalmente liberato dalla deleteria presenza umana.
In ascolto Il mondo al suo risveglio, quarta traccia del disco
Prowlers: Orchidea
E' uscito il 25 giugno per l'etichetta Ma.Ra.Cash Records https://store.maracash.com il settimo disco in studio dei Prowlers, band attiva già negli anni ottanta.
Il nuovo lavoro dal titolo "Orchidea" sette tracce per oltre 50 minuti di musica davvero di grande spessore compositivo con tutti gli artisti in grande spolvero si dipana tra melodie accattivanti tra acustiche ed elettriche con le voci femminili che impreziosiscono l'opera che non è solo nostalgia dei seventies con rimembranze floydiane e banchiane ma anche desiderio di proporre nuovo materiale che ha la giusta ambizione di "rimanere" nel tempo.
Da segnalare l'eclettica suite di quasi venti minuti de "l'Ultimo Viaggio" e il parlato conflittuale tra Tito Stagno e Ruggero Orlando in occasione del primo allunaggio umano (21 luglio 1969) nel brano "Il ballo della luna" e il toccante ricordo a Marco Premoli, bassista della band negli anni '90, scomparso prematuramente, a cui è dedicata "Non sei mai andato via".
Line up: Cristina Lucchini e Laura Mombrini: voce e cori. Roberto 'Bobo' Aiolfi: basso. Alfio Costa: tastiere. Marco Freddi: batteria e percussioni. Fulvio Rizzoli: chitarre. Ospiti: Vincenzo Zitello: flauto, violoncello. Alda Bano: chitarra classica. Agnis e Anna Cavalli: voce.
In ascolto Clorofilla, terza traccia del disco
Submarine Silence: Atonement of a Former Sailor Turned Painter
Dopo un silenzio di quattro anni dal precedente “Did swans ever see God ?”, ecco il nuovo lavoro, il quinto della serie, dei Submarine Silence, uno dei numerosi progetti del polistrumentista, compositore Cristiano Roversi (Moongarden, Il Porto di Venere etc...).
Il full length dal titolo "Atonement of a Former Sailor Turned Painter" (espiazione di un ex marinaio divenuto pittore) è stato rilasciato dalla dinamica label Ma.Ra.Cash Records il 29 novembre. Quattro tracce più un bonus nella versione cd per tre quarti d'ora di un concept in cui le tracce come ben spiega Valentino Butti nella sua recensione
http://www.arlequins.it/pagine/articoli/alfa/corpo.asp?iniz=S&fine=T&ch=7722 "....sono come capitoli di una storia che si svolge in luoghi marittimi immaginari e senza tempo, ed ogni brano è pure un bozzetto, un quadro, con riferimenti sia letterari che cinematografici. In aggiunta, le liriche sono precedute da ulteriori osservazioni che specificano ed ampliano le vicende narrate ed il viaggio che sottintendono.
Line up: Manuela Milanese: voce. Guillermo Gonzales: voce, testi. David Cremoni: chitarre elettriche e acustiche a 6 e 12 corde. Cristiano Roversi: organo, pianoforte, mellotron. Marco Croci: basso. Maurizio Di Tollo: batteria e percussioni.
In ascolto il primo brano "Majestic Whales" con ospite alla chitarra lo svedese classe 1956 Roine Stolt (The Flower Kings, Kaipa, Tangent, Transatlantic...). Questa traccia, che è la prima dell'album, è di fatto una versione del brano di Anthony Phillips (il celeberrimo primo chitarrista dei Genesis) presente su “Sail the world” del 1994
Tra le proposte non progressive, segnalo il full length d'esordio del quartetto milanese swan•seas https://swanseas.bandcamp.com/album/songs-in-the-key-of-blue dal titolo "Songs in the key of blue" pubblicato sia in cd, sia in LP in edizione limitata in 200 copie. L'album è stato rilasciato il 24 maggio per Shore Dive Records (UK)
Line up: Corrado Angelini: voce/chitarra. Andrea Di Dedda: basso/voce. Daniele De Liberato: chitarra/voce/synth/programmazione. Enrico Buttafuoco: batteria
In ascolto/visione Drop the floor, ottava traccia dell'album