venerdì 15 dicembre 2023

Il Segno del Comando

Quando senti menzionare "Il Segno del Comando", per noi boomer,  è naturale pensare a quel gioiello di sceneggiato televisivo che avvinse i telespettatori italiani all'inizio degli anni settanta. 
Per il melomane progressivo indica invece l'ensemble genovese che ha preso forma nel 1995 ispirato, nel nome, dalla produzione televisiva 
e dal successivo romanzo dello sceneggiatore originale Giuseppe D'Agata 
su cui si basa il primo omonimo album del gruppo ligure, pubblicato nel 1997 per la Black Widow Records https://blackwidow.it che di fatto segnerà praticamente tutte le uscite discografiche della band concittadina.
Nel millennio di nostra competenza, Il Segno del Comando ha rilasciato "Der Golem" nel 2002, successivamente, dopo un periodo di inattività e cambi corposi di line up, "Il Volto Verde" nel 2013, "L'Incanto dello Zero" nel 2018 e il 1 settembre 2023 " Il Domenicano Bianco". Da segnalare anche "...Al passato, al presente , al futuro...Live in studio"  del maggio 2017, cd autoprodotto in edizione limitata di 100 copie.
La nostra attenzione, grazie anche alla consueta disponibilità e sensibilità del compositore/bassista e unico membro fondatore rimasto della band Diego Banchero, già ospite di questo blog http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/search?q=diego+banchero, è ovviamente tutta rivolta al Domenicano Bianco, tassello conclusivo di una trilogia di concept album, dopo Der Golem e Il Volto Verde, ispirati ai romanzi omonimi dello scrittore ed esoterista  austriaco Gustav Meyrink 
Il Domenicano Bianco, otto tracce di cui quattro strumentali, per tre quarti d'ora di musica, è un potente antidoto rispetto alla mediocrità dei massificati passaggi televisivi/radiofonici di questi tempi "trappiani" con l'autotune come simbolo. Il paesaggio sonoro è come sempre  ricco di atmosfere gotiche classiche con arrangiamenti sopraffini con la band davvero in stato di grazia esecutiva .
Line up: Riccardo Morello: voce. Diego Banchero: basso. Beppi Menozzi: tastiere. Davide Bruzzi: chitarre, tastiere. Roberto Lucanato: chitarre e Fernando Cherchi: batteria.
Abbiamo chiesto a Diego di illustrarci sinteticamente il nuovo disco brano per brano, ecco cosa ha risposto:
1. Il Libro Color Cinabro: Nella trama del romanzo “Il Domenicano Bianco” di Gustav Meyrink si parla di questo libro. Esso è considerato un testo sacro che racchiude il segreto del sapere alchemico: l’immortalità. Il brano è uno strumentale che si basa su un approccio compositivo influenzato da alcuni stilemi tipici della musica mitteleuropea dei primi del ‘900
2. La Bianca Strada: Questo brano parla di un percorso che porta verso l’Illuminazione; ovvero una via metafisica che si apre al protagonista principale del romanzo. Dal punto di vista musicale vado particolarmente fiero di questa traccia. Essa è caratterizzata da una serie di sezioni con sonorità horror, ma che hanno, a mio avviso, un approccio compositivo poco derivativo. Ci sono poi le sezioni del cantato e degli assoli che hanno una grossa influenza di rock-blues a “tinte scure”.
3. Il Domenicano Bianco: Il testo di questa canzone è dedicato all’entità che appare al protagonista in diversi punti della trama del romanzo. Offre una descrizione di questo essere metafisico. Per quanto riguarda la musica, trovo una certa affinità con il brano precedente (“La Bianca Strada” e “Il Domenicano Bianco” sono scritte partendo da un approccio simile, ma sviluppano atmosfere differenti; tra l’altro la seconda è, per la maggior parte, basata su tempi dispari). Intro e di coda, invece, sono caratterizzate da evoluzioni melodiche decadenti e misteriche.
4. Ofelia: Questa canzone è una ballad che, dal punto di vista testuale, si sviluppa con la testimonianza di un amore finito tragicamente. Il protagonista esprime il proprio dolore per la perdita della ragazza a cui è legato sentimentalmente. L’amore tra i due giovani è destinato a raggiungere la propria fase di deiscenza in una dimensione differente dalla nostra. 
5. La testa di Medusa: Si tratta di un brano per organo scritto dal nostro Beppi Menozzi. Esso determina l’inizio della seconda parte dell’album (nel vinile fa da intro al lato B). Nella vicenda del romanzo di Meyrink, la testa di Medusa, rappresenta la simbologia del male che il protagonista di trova a combattere
6. Il dissolvimento del corpo con la spada: Questo concetto indica un procedimento misterioso destinato ad essere appreso solo da coloro che ne sono degni. Noi abbiamo scelto di descriverlo attraverso un brano strumentale. Dal punto di vista compositivo riteniamo che questa traccia si avvicini ad alcuni pezzi dell’album di esordio del ’96 (pezzi che tutt’ora amiamo eseguire dal vivo e che sono strutturati per lasciare ampio spazio alle improvvisazioni solistiche). 
7. Missa Nigra 2023: È la rivisitazione di un brano che era stato pubblicato nel nostro album di esordio del 1996. Ho sempre amato questa composizione trovandola particolarmente originale e poco derivativa. Non avendo possibilità di recuperare il testo originario (che ci è stato negato dal vecchio cantante ed era incomprensibile nella traccia audio) ho deciso di scriverne uno nuovo. 
8. Solitudine: È, di fatto, la outro dell’album: un brano per solo basso nel quale utilizzo tecniche di tapping pianistico che talvolta impiego anche in altre composizioni. Rappresenta uno spiraglio di luce che giunge dopo un viaggio tortuoso compiuto attraverso il labirinto dell’oscurità interiore.
Per concludere una storiella minima  con i titoli delle canzoni in neretto.
Con Il Libro Color Cinabro tra le mani,  Ofelia cadde voluttuosamente tra le braccia di Morfeo. Sognò che mentre stava percorrendo La Bianca Strada in perfetta Solitudine, udì del frastuono provenire da un tempio. Trainata dai cavalli della curiosità, la donna entrò e vide Il Domenicano Bianco con il suo splendido candido saio officiare, per antinomia onirica, una Missa Nigra innalzando alla visione dei partecipanti lo scudo con  La Testa di Medusa di Caravaggio e inneggiando tematiche riguardanti Il Dissolvimento del Corpo con la Spada. Terrorizzata, Ofelia scappò lontano, nel contempo il sogno venne dissolto dal risveglio.

In ascolto la quarta traccia Ofelia



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