sabato 3 giugno 2023

Il Cerchio d'Oro: Pangea e le tre lune

Prologo

Dell'ensemble savonese de Il Cerchio d'Oro già parlammo in occcasione dell'uscita dei precedenti tre album riferiti alla teoria cosmogonica dei quattro elementi elencati da Empedocle, filosofo presocratico, che lui chiama "radici" vedi:
In questa occasione il quintetto si è cimentato nell'elemento della Terra.

L'album

Il nuovo disco Pangea e le tre lune, rilasciato il 13 maggio 2023 nuovamente dalla label genovese Black Widow Records https://blackwidow.it, consta di sei tracce nella trasposizione in vinile per quasi tre quarti d'ora di ottimi fraseggi progressivi. La versione in cd presenta la bonus track "Crisi", un brano non originale in quanto si tratta di un singolo dell'1981 dei Black Out che di fatto per un triennio, all'inizio degli anni ottanta, è stato il progetto più hard rock del Cerchio d'Oro, in questo brano super tirato  alla chitarra c'è Valerio Piccioli, il detentore dello strumento a corde ai tempi della composizione.
L'album è un concept che, attraverso la brillante penna del paroliere storico del gruppo Giuseppe "Pino" Paolino, narra la storia inedita del pianeta terra (Pangea) che ha tre satelliti, ossia tre lune diverse per ampiezza e colore, in continua rivalità, interessante il discorso dell'antropomorfizzazione della materia. In questa lotta, la nera che "attendeva sorniona nell'ombra" vide le contendenti (rossa e gialla) annientarsi andando a formare "un milione di stelle" , una di quelle, di grandi dimensioni, caduta sulla terra diede inizio alla vita  "...e la vita iniziò in quel mare ora blu, giù nel fondo iniziò e non si fermo più". 
La luna superstite, finezza concettuale, rimase in cielo potendo assumere anche le caratteristiche cromatiche delle altre due.
Disco splendido per arrangiamenti ed esecuzione in cui i riff chitarristici di Spica sono fascinosi ed espressivi, la sezione ritmica dei gemelli Terribile è davvero "terrific" che in inglese significa magnifica, Piccolini in una antinomia semantica è grandioso alle tastiere  e Pradal con la sua voce graffiante lascia il segno come lo lasciano le vampe gratificanti delle armonie vocali, vero marchio di fabbrica della band ligure.
Altra chicca assoluta il disegno di copertina (vedi sotto) commissionata ad Armando Mancini, conosciuto nel mondo musicale per le svariate collaborazioni artistiche con Mina, Fabrizio De Andrè, Adriano Celentano, i Pooh, Riccardo Cocciante, The Trip, Il Rovescio della Medaglia, Quella Vecchia Locanda...
Line up: Franco Piccolini: tastiere. Gino Terribile: batteria, voce solista, cori. Giuseppe Terribile: basso, voce solista, cori. Piuccio Pradal: chitarra, voce solista, cori. Massimo Spica: chitarra solista. 
Come in ogni altro loro disco, anche in questo il Cerchio d'Oro si avvale di prestigiosi ospiti, in primis l'eccelso violinista statunitense Donald Lax (Quella Vecchia Locanda), poi i talentuosi chitarristi Tolo Marton (Le Orme) e Ricky Belloni (New Trolls) e la voce recitante del regista/attore Carlo Deprati. 
Lavoro registrato al Mazzi Factory di Toirano (SV) dal mitico  Alessandro Mazzitelli
Dall'album, dedicato a due ex chitarristi del gruppo Maurizio Bocchino (dal 1977-1979) e Bruno Govone (dal 2009 al 2013) che hanno dismesso la veste terrena, ascoltiamo/vediamo  "Dal Nulla Così", seconda traccia del lato B.

Epilogo

Dopo aver completato la tetrologia degli elementi ci si potrebbe aspettare, per completare l'opera, una incursione, da parte della band di Savona, sulle tematiche dell' Amore (che ha la caratteristica di legare e congiungere) e dell' Odio ( che possiede la qualità di separare e dividere mediante la contesa ) che sono poi i due principi fondamentali che Empedocle pone accanto alle quattro "radici" (acqua, aria, fuoco e terra) come motore del loro divenire nei molteplici oggetti della realtà. Di sicuro Il Cerchio d'Oro è più vitale che mai e non mancherà di stupirci anche nel prossimo futuro.

In conclusione una storiella minima con i musicisti e i titoli dei brani in neretto.

Nella pangea del metaverso, la Dea apparve in un pradal di spazi tridimensionali.
La divina figura era rappresentata dalle tre lune, archetipi della sua sacralità.
La prima, quella vergine,logorandosi  in un dialogo interiore senza sosta, durante una terribile crisi endogena si smarrì alla deriva del buco nero dell’incoscienza.
La seconda, la luna madre, si erse suprema e la vita iniziò dal nulla così come germoglia una spica di grano in un campo incolto.
La terza, quella crona, anziana e saggia si sedette su dei sassi  piccolini ma confortevoli, meditando sui costrutti della vita e lì visse per l'eternità. 

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