venerdì 30 dicembre 2022

Top five italiana 2022

Il Progressive Italiano vive, a mio avviso, una stagione ricchissima di uscite discografiche di valore. E' sempre più difficile fare scelte tra tanta qualità, ecco la mia top five nazionale tra i dischi che ho ascoltato quest'anno, in rigoroso ordine alfabetico per artista/gruppo. 

Aliante: Destinazioni oblique 
Il combo toscano originario di Coltano in provincia di Pisa, il 24 agosto per l' etichetta Mellow Records del deus ex machina progressivo Mauro "Faraone" Moroni ha rilasciato il terzo album di una storia iniziata discograficamente nel 2017. "Destinazioni oblique" questo il titolo del full length, con una formazione a quattro che amplia lo spettro sonoro della band,  consta di dieci tracce per oltre 76 minuti di un sound meramente strumentale assai raffinato che veleggia tra afflati sinfonici, riverberi psichedelici e venature jazzy, un lavoro ricco di variegate sfumature nelle melodie e negli assoli. 
Line up: Davide Capitanio: chitarre elettriche e acustiche. Michele Lenzi: tastiere, fagotto, chitarra acustica, flauto. Alfonso Capasso: basso. Jacopo Giusti (che si è occupato anche di realizzare la copertina): batteria, didgeridoo. Ospiti in un brano ciascuno Serena Andreini: voce narrante e Marianna Vuocolo: violino.
In ascolto/visione la quinta traccia "Cartimanduia"

Daal: Daedalus
Il 13 maggio per Ma.ra.cash Record, storica etichetta di Vigevano, è uscito il settimo album in studio dei Daal formatisi nel 2008 a Bergamo grazie al batterista Davide Guidoni (il DA di DAAL)  e al tastierista Alfio Costa (l'AL di DAAL).
Il disco che consta di sei o nove tracce a seconda delle versioni è una raffinata apoteosi di  splendore sinfonico con lo stile consueto della band che veleggia, ad alta quota,  verso uno space progressivo di spessore con il mellotron in grande evidenza e il chitarrismo di Salati sempre molto efficace.  
L'artwork a cura di Davide Guidoni è sintonico al contenuto musicale con le sue figure oscure e oniriche liberamente ispirate alla mitologia greca antica.
Line up: Alfio Costa: tastiere. Ettore Salati: chitarre elettriche. Bobo Aiolfi: bassi fretless. Davide Guidoni :batteria, percussioni , tastiere.
In ascolto la seconda traccia "Icarus Dream"

Galaverna: Wagdans
I Galaverna sono un ensemble proveniente da Verona e il 27 maggio hanno pubblicato per AMS Records il loro secondo album "Wagdans (la danza del fauno)", uno strepitoso disco folk progressivo che prosegue su quella affascinante linea melodica del loro esordio datato 2015 con "Dodsdans (la danza della morte)".
Wagdans, un concept sulla forza vitale della natura, nelle sue sei tracce per una quarantina di minuti declina il verbo del piacere fruitivo  con le composizioni fascinose del leader Valerio "Willy" Goattin che sono autentiche gemme che si apprezzano una dopo l'altra senza soluzione di continuità in un suntuoso e suggestivo viaggio acustico.
Line up: Valerio “Willy” Goattin: voce, chitarre, percussioni e harmonium. Simone Marchioretti: batteria e percussioni. Simone Rodriguez: violino e cori. Lorenzo Boninsegna: viola. Stefano Masotto: basso e cori. Davide Corlevich: chitarre e cori. Chiara Paganini: flauto.
In ascolto l'intero album



Nathan: Uomini di sabbia
Riprendendo sia la famosa frase dantesca (canto di Ulisse il XXVI dell'inferno), sia il titolo della prima traccia del nuovo album dei Nathan, possiamo affermare con convinzione che "Fatti non foste" per essere solo una cover band come in origine (Genesis, Supertramp, Pink Floyd et...) ma per creare inediti di spessore attraverso tre album in sei anni. 
Il nuovo full length dell'ensemble savonese dal titolo evocativo "Uomini di sabbia" è stato rilasciato, ancora una volta,  da  AMS Records il 25 febbraio in cd papersleeve.
L'album consta di otto tracce per un'ora di grande spessore sinfonico progressivo con sprizzatine vigorose heavy.
La coppia storica, anche autorale, Abba/Lugaro è in perfetta sintonia creativa. L'ingresso di forze nuove ha portato rinnovata linfa sonora, da segnalare il giovane chitarrista Giulio Smeragliuolo, presente in tutti i brani, che ha avuto l'onere di sostituire un talentuoso della chitarra come Daniele Ferro (presente nei precedenti lavori) e l'ha fatto alla grandissima con dei "solo" imponenti, di ottima pregnanza virtuosistica. 
Fiori all'occhiello- more solito- della produzione Nathan sono l'innata capacita del Professor Abba di tessere melodie e i profondi testi di Bruno "penna" Lugaro, in questo caso alle prese con una sorta di concept album in cui l'uomo, seppur debole e fragile, trova l'ardimento - con lo spirito di avventura- di affrontare ogni avversità e sopruso come ben recita l'incipit del primo brano " Fatti non foste a vivere come bruti, ma per sfidare l'ignoto. Ci muoveremo in branco come lupi. questa è la nostra missione".
Line up: Bruno Lugaro: voce solista, seconde voci. Piergiorgio Abba: tastiere, chitarra acustica. Giulio Smeragliuolo: chitarre. Luca Grosso: batteria. Fabio Zunino e Dino Cerruti: basso. Altri due storici componenti della band ossia Fabio Sanfilippo (batteria) e Mauro Brunzu (basso) sono presenti in un solo brano, la terza traccia "Delirio Onirico" .
In ascolto l'intero album

 
Odessa: L'alba della civiltà
In questi tempi complessi se una persona pronuncia la parola Odessa, subito la mente si proietta nella parte orientale dell’Europa ove Odessa sta per il porto ucraino sul Mar Nero.  
Al melomane progressivo diversamente giovane qual sono, la parola rievoca  la seconda traccia di Crac, album degli Area del 1975, ma Odessa è qui e ora la band marchigiana che  è giunta al terzo full length "L'alba della civiltà" rilasciato il 4 marzo dalla Lizard Records, la label indipendente trevigiana di Loris Furlan che, nel commentarne l’uscita,  ha dichiarato: “Un album di grande pathos, cresciuto con slancio e passione, un gran bel viaggio”. Il disco, otto tracce per tre quarti d’ora di musica, è una vera delizia per il fruitore in quanto è un continuo mutare nell’espressività ritmica e melodica con una dinamica di base hard-progressive ma con sprizzate jazzistiche e momenti più intimistici e rilassati. 
Un lavoro in cui si sente la grande coesione degli strumentisti, la quale ci fa tornare indietro con atmosfere vintage che pervadono in ogni traccia, il tutto con gusto rinnovato e la fragranza di sapori del nuovo millennio.
Otto brani con il breve prologo iniziale no words di 1,47 de "La stanza vuota", una delicata introduzione che ci invita a riempire la nostra “stanza cognitiva” con le altre sette tracce tra cui spiccano la title track  con la possente richiesta di contrastare sempre le forze oscure che tramano, la cover " L'anno, il posto, l'ora 1972", brano dei Pooh del periodo sinfonico "Parsifal", la raffinatissima  “Di buio e luce parte 2” (….segui la mia voce che non trema, segui la mia mano io non temo, segui la tua voce che ti guida a me), l’energica “Rasoi” (….l’uomo gioca a fare Dio con logica e follia…), infine lo strumentale "L'organista del bosco" dedicato alla memoria del pittore Silvano Braido.
Grande plauso alle composizioni di Lorenzo Giovagnoli che si conferma grande penna nonchè pregevole illustratore, cantante di intensa vocalità espressiva e tastierista (Hammond in gran evidenza!) eccellente. Al suo seguito creativo il magico flauto traverso di Gianluca Milanese, la poderosa coppia ritmica di Valerio De Angelis (basso) e Marco Fabbri (batteria) e last but not least il pregiato chitarrismo di Giulio Vampa. 
In ascolto "Rasoi" settima traccia dell'album.  

Tra i dischi non propriamente progressivi desidero segnalare un album di un artista che ha fatto la storia del prog internazionale  ossia Franco Mussida.
Il celeberrimo chitarrista, vocalist e compositore della Premiata Forneria Marconi, ha rilasciato il 7 ottobre per  CPM musicfactory "Il pianeta della musica e il viaggio di Iotu"un capolavoro armonico di bellezza, con melodie e parole che creano un simposio magico, una alchimia musicale di gusto superiore.
L'album dell'artista milanese classe 1947 è una alternanza di brani cantati, di narrazioni e di tracce strumentali ove si erge la magnificenza chitarristica di Mussida.
In ascolto/visione l'oro del suono, seconda traccia del disco


 

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