giovedì 14 luglio 2022

Monjoie

E' un vero gaudio sapere che è in circolazione "Tanto tempo fa prima del caos", il nuovo lavoro dei Monjoie, in quanto avere un altro loro disco da ascoltare rappresenta un dono gratificante per le papille PROGustative del fruitore.
Di questo fascinoso ensemble che porta in alto il buon nome artistico della Liguria di Ponente,  avevamo già ampiamente trattato su questo blog, vedi:  http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2012/06/monjoie.html ,
In questa occasione il combo, guidato magistralmente dal compositore, cantante e polistrumentista Alessandro Brocchi, è tornato ad esprimersi in lingua italiana dopo i due full length dedicati ai poeti romantici inglesi , celebrati con l'idioma originale delle loro intense liriche.
"Tanto tempo fa prima del caos", rilasciato da Lizard Records in questo caldo e siccitoso luglio 2022, si dipana in dieci tracce per oltre cinquanta minuti di spessore artistico. 
Fin dal primo ascolto colpisce l'eterogeneità della proposta musicale mai uguale a se stessa con possenti afflati progressivi, incursioni folkloriche e wave darkeggianti con richiami ai C.S.I. elettrici in particolare in Febbre e suggestioni simil Battiato degli eighties. 
La presenza di svariati strumenti con relativi "manici" strumentisti rende l'opera davvero notevole con declinazioni sonore suggestive nel loro incidere. Fiore all'occhiello dell'opera, per un prog d'autore, sono i testi scritti e cantati con cuore e psiche da  Alessandro " Perry" Brocchi da cui traspare nostalgia - con il sentimento amoroso sullo sfondo- per un tempo che fu (il prima) con le opportunità mai del tutto acquisite ma anche desiderio di calibrare le occasioni per un futuro (l'oltre) diverso. D'altra parte è un assioma riconosciuto che il passato non è possibile modificarlo se non nelle percezioni soggettive, al contrario  è corretto vivere  il presente "alla goccia" per progettare il futuro:  " ....se potessi incontrarti ancora vorrei non avere i capelli bianchi ma un sorriso per il quale essere ricordato dalla giungla dei tuoi occhi come parte di una luce in continua espansione"  (Canto dei due voli), " ...consumammo ogni granello di sabbia in cerca delle parole di luce, ci perdemmo nella consistenza della polvere..." (Sciame), "...tu sei un'urna in movimento, tu raccogli e spazzi via il tempo..." (Vento). 
Il disco è stato registrato e mixato da Alessandro "Sound" Mazzitelli presso il suo studio di Toirano https://it.wikipedia.org/wiki/Toiranopaese della provincia di Savona, famoso per le grotte naturali. Spettacolare l'artwork grafico a nome di John Francis Dooley il protagonista della canzone Ullyses, ultimo brano della facciata B dell'album The serpent's egg il quarto disco dei leggendari Dead Can Dance datato 1988.
Line up: Alessandro Brocchi: voce, chitarra classica ed elettrica, tampura, tastiera. Valter Rosa: chitarra elettrica, acustica 12 corde e bouzuki. Davide Baglietto: wurlitzer, piano rhodes, arp odyssey, minimoog,low whistles,musettes,scacciapensieri. Alessandro Mazzitelli: basso, prophet 5, eminent solina. minimoog, organo, hammered dulcimer, glockenspiel, chitarra elettrica. Leonardo Saracino: batteria e percussioni. 
Ospiti in un brano Edmondo Romano che suona in "Caino" il chalumeau 
https://www.dampi.it/it/legni/chalumeau  e  il violinista Fabio Biale in "Dogma".
In ascolto l'ultima traccia del disco Caino

In ascolto il primo minuto della quinta traccia Specchi

Storiella minima con i dieci titoli dei brani 
del nuovo album in maiuscolo.
CAINO giaceva prostrato in un LIMBO, tormentato dalla FEBBRE come SCIAME d'insetti ammaestrati da un CIRCO. DOGMA definitivo di punizione divina. Ripensava - con nostalgia- a TANTO TEMPO FA PRIMA DEL CAOS quando l' ECO del VENTO emetteva il CANTO DEI DUE VOLI riflettendosi in sontuosi SPECCHI sonori.

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