mercoledì 10 marzo 2021

La compagnia dell'Es

C'erano tre ragioni primigenie che invitavano ad accostarmi con curiosità al disco de La compagnia dell'Es "Paola  Tagliaferro sings Greg Lake" uscito il 23 febbraio 2021 per la OWL Records con distribuzione BTF https://www.btf.it/paola-tagliaferro-sings-greg-lake.html e in vendita sulle principali piattaforme come Spotify, Itunes, Amazon Deezer.
La prima, essendo Psicologo di professione, il nome dell'ensemble che ha suonato nel disco, che tra l'altro è anche quello dell'Accademia internazionale delle arti fondata da Paola Tagliaferro nel 2013, un'associazione culturale senza scopi di lucro. l'ES secondo la teoria psicoanalitica è l'istanza psichica più arcaica e rappresenta l'inconscio ossia la sfera dell'attività psichica che non raggiunge il livello della coscienza.
La seconda, conoscendo la passione e la profonda amicizia con la famiglia Lake della vocalist/musicista/ compositrice protagonista dell'album ossia Paola Tagliaferro, sapevo che non si sarebbe trattato solo di un mero progetto musicale ma di un percorso espressivo di sensazioni viscerali che si sarebbero intrecciate con la commozione. 
Terza ragione, last but not least, la scaletta del cd. Essa racchiude autentiche gemme della musica che prediligo per un autore - Gregory Stuart "Greg" Lake (1947-2016)-  che ho sempre ascoltato con grande attenzione e ammirato per la produzione e la carriera artistica (in fondo al post troverete il mio ricordo su Lake, articolo già apparso nel dicembre del 2016 su Mat 2020 https://www.mat2020.com/anno-2016.html ).
Prima di addentrarmi su un lavoro che riconcilia con la musica dopo la boria sanremese è importante ricordare che La compagnia dell'ES è un gruppo aperto composto da musicisti di grande caratura tecnica, i quali hanno accompagnato la fascinosa Tagliaferro in queste dieci tracce per tre quarti d'ora di delizia sonora, interamente dedicata all'arte di Greg Lake. 
Album magnificamente suonato e arrangiato che inizia - giustamente dato il titolo- con From the beginning (E.L.P. Trilogy 1972)  " ... you see it's all clear/ you were meant to be here/ from the beginning....vedi è tutto chiaro/era destino che fossi qua/fin dall'inizio..." per poi sfociare nel quadro acustico di Still you turn me on (E.L.P. Brain salad surgery 1973) "....You could be anything...potresti essere qualsiasi cosa". La terza traccia è la celeberrima Lucky Man (E.L.P. Omonimo 1970) con l'oboe in evidenza per una composizione del Lake dodicenne che rimane tra le più significative come il drammatico pathos, qua reso bene dalla viola, di C'est la vie (E.L.P. Works vol.1 1977 ) " ...who knows, who cares for me...chi lo sa, chi si preoccupa per me...". Successivamente,  dopo l'accoppiata tratta da Pictures at an exhibition 1971 ossia Promenade 2 e The sage, s'eleva verso una delle migliori rivisitazioni dell'album ossia Take a pebble (E.L.P. Omonimo 1970) con testo di Peter Sinfield " Just take a pebble and cast it to the sea...prendi solo un sassolino e lancialo nel mare..." magari in quel mare di Zoagli, ridente paese della riviera ligure di Levante http://www.comune.zoagli.ge.it  che, dopo averlo visto protagonista sul palco,  ha onorato la memoria di Greg Lake attribuendogli  nel 2017 la cittadinanza onoraria. Il  finale del cd vede I believe in father Christmas sempre scritta con Sinfield (Singolo 1975, E.L.P. Works vol. 2 1977), Moonchild (King Crimson In the court of the Crimson King 1969) e la conclusiva traccia di 10 minuti Epitaph- Battlefield che unisce il repertorio del primo disco dei King Crimson con gli Emerson Lake Palmer di Tarkus in un binomio di grande levatura, ".... confusion will be my epitaph/as I crawl a cracked and broken path....la confusione sarà il mio epitaffio, mentre striscio su un sentiero incrinato e rotto......".
Trattasi realmente di un disco ove in ogni singola nota, parola, immagine del magnifico artwork traspare dedizione inebriante per l'autore, consigliatissimo!
 "In questo viaggio intenso, profondo e difficile, ho imparato sotto la guida di Regina Lake (n.d.r.: la moglie), a percepire l'intenzione e il sentimento di Greg e a far risuonare l'opera di questo grande artista attraverso la mia voce e la musica de La Compagnia dell'Es" 
(Paola Tagliaferro)
Line up: Paola Tagliaferro: voce. Giulia Ermirio: viola. Pier Gonella: chitarra. Andrea Zanzottera: piano. Enten Hitti (  Gino Ape e Pierangelo Pandiscia): liuto, campane, oboe, xilofono. Vincenzo Zitello: arpa. U:T. Gandhi alle percussioni.
Per conoscere più da vicino Paola rimando al blog del fraterno amico Athos Enrile 
"Music is a wonderful journey,made through sounds and encounters....La musica è un viaggio fatto di suoni e incontri" (Paola Tagliaferro e La compagnia dell'Es)
In ascolto e in visione Lucky Man

Greg “Lucky Man” Lake: lui sì che è stato un uomo fortunato….

 


Morire è tremendo, ma l’idea di morire senza aver vissuto è insopportabile.
(Erich Fromm)

“Lui sì che ha avuto una vita ricca di emozioni, di sicuro è stato un uomo fortunato”, spesso i commenti riferiti alla dipartita di persone che, per dirla alla Guccini, “hanno lasciato un suono”, posseggono questa tonalità espressiva.
Quando un artista celebre abbandona la sua veste terrena, c’è la tendenza a rivalutarne le opere, anche perchè non ci sono spiragli per crearne di nuove, a meno che non ci siano riserve segrete d’inediti.
A tal proposito un esempio eclatante è quello di Frank Zappa, non più con noi dal 4 Dicembre 1993, ma sempre con noi attraverso nuove uscite discografiche che -di fatto- gli allungano la presenza post  mortem come se fosse ancora in studio a produrre.
Dubito che di Greg Lake si possa avere una vasta mole di “recuperi “ live o di composizioni “nuove”, ma il suo talento è indiscutibile come l’imponente mole che lo ha accompagnato nell’ultimo ventennio della vita.
“Lui sì che è stato un uomo fortunato”, una miriade di sensazioni portanti vengono espresse senza conoscere le persone se non attraverso-essendo musicisti famosi- ciò che hanno condiviso con noi, pubblico attento.
Io non ho mai conosciuto direttamente Lake, né ho assistito a suoi live ( e me ne dolgo), non ho strumenti firmati da lui, nè fotografie, ma posso immaginare che ha avuto una “buona sorte” per quello che ha fatto e per quello che viene ricordato da noi fruitori/musicofili.
Ugo Foscolo pensa  alla morte come un “momento di verità per l’uomo che si misura con se stesso” , Marcel  Proust  ci invita a riflettere  come la morte sia  un elemento che separa, una devastante lacerazione che crea dolore e lascia un vuoto difficilmente colmabile.  Lo scrittore  parigino distingue la figura dell’uomo da quella dell’artista : se l’uomo può morire è pur vero che l’artista rimane in tutta la sua interezza e può continuare  a vivere in eterno nella sua opera; in pratica l’arte è in grado di sublimare la vita dell’uomo e, in questo sua accezione, trova la sua più importante funzione per l’umanità.
Se rifletto sul testo di una delle canzoni più conosciute di Greg, ossia “Lucky man”, ho la predisposizione a pensare che possa esemplificare la sua vita: fama, successo, denaro non hanno potuto bloccare la “pallottola” che una malattia funesta come un tumore gli ha sparato contro. Un agguato mortale che non ha potuto contrastare come l’astuto Sisifo che, grazie ad un inganno, sfuggì all’inesorabile Thanatos: nella mitologia greca la personificazione della morte  http://www.treccani.it/enciclopedia/thanatos/.

"A bullet had found him/His blood ran as he cried/No money could save him/So he laid down and he died/Oooh, what a lucky man he was/Oooh, what a lucky man he was.....Un proiettile lo aveva trovato/Il suo sangue scorse e lui pianse/Non c'erano soldi che potessero salvarlo/Così si distese e morì/Oh, che uomo fortunato era/Oh, che uomo fortunato era...."



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