La musica progressive del terzo millennio, dal 2001 in avanti.....
sabato 6 marzo 2021
Audiovirale
Gli Audiovirale: la
Sanremo verace non è solo Festival a cura di Giovanni Peirone
Le maglie dei colori si allargano e grazie a una fase gialla posso fare un
salto nella città dei fiori, che adoro per le zone meno gettonate, non quelle
dello shopping e delle esibizioni canore popolarissime, ma perché ci sono i
caruggi cari a Calvino che si inerpicano stretti. Altrettanto affascinante è
una band di giovanotti non di primo pelo: gli Audiovirale.
Mi accolgono con cordialità, in un incontro on line a casa di Alessandro
Vernassa, uno dei componenti, e inizia un giro di domande, fra una strimpellata
con una stupenda Martin e ricordi musicali di altri tempi: è come stare fra
vecchi amici.
Così passo con naturalezza a porre loro i quesiti che prima di tutto nascono
dalla mia personale curiosità.Ordinando le risposte che si sovrappongono inseguendosi in armonia, come deve
essere fra musicisti, questo è il resoconto.
1. La prima domanda è
banale: a che cosa si deve il vostro nome?
Il nome Audiovirale
venne scelto tra altri 2/3, e fu Mauro Alberti a proporlo. Suonava bene, e
diciamo che creare della musica che diventasse virale era, in qualche maniera,
nelle nostre intenzioni.
2. Potreste
presentarvi e dirci come vi siete conosciuti e avete deciso di suonare insieme?
Il gruppo è nato
all’inizio del 2009, grazie a Marco Anfossi (batteria) che contattò Mauro
Alberti (voce, chitarra acustica e tastiere) e Alessandro Vernassa (chitarre)
per iniziare un nuovo progetto. Avevamo già suonato insieme tempo prima in una cover band, e decidemmo di
provare insieme a proporre musica nostra. Inizialmente chiamammo il bassista che suonava con Marco in un altro gruppo, ma
a causa dei troppi impegni dovette lasciare dopo poche prove. A quel punto
contattammo Alberto Torre, che rimase con noi fino al 2014. In quell'anno, su
suggerimento di Francesco Giordano, amico nonché fonico del gruppo, subentra
Debora Torti al basso e ai cori. Tutt’ora questa è la formazione degli
Audiovirale.
3. Il blog per il
quale vi intervisto è dedicato alla musica prog del terzo millennio, voi siete difficilmente
classificabili, ma è indubbio che ci siano spunti di questo genere così
impegnativo; sapreste definire la vostra musica?
Diciamo che amiamo
spaziare tra vari generi, rock, pop, folk, blues etc, più che altro ogni
singolo pezzo ha una sua definizione, per esempio Delirio è un brano folk,
Calice Amaro è rock. Il gruppo non rema in una direzione definita, non ci siamo
imposti un genere piuttosto che un altro, piuttosto dipende dall’ispirazione
del momento. Il tutto comunque in
stile Audiovirale, che si è creato, con il tempo, dalla fusione delle diverse
influenze dei vari componenti, dai Pink Floyd ai Genesis, dai Jethro Tull a
Zappa passando per De Andrè e tanto altro. Ovviamente emerge anche la
personalità dei componenti. Comunque amiamo certamente le atmosfere prog e
psichedeliche.
4. I vostri testi
spaziano dall'italiano al francese non disdegnando il dialetto ligure: siete
stati influenzati da qualche artista, per questa scelta, oppure è il clima
popolare e insieme cosmopolita di Sanremo che vi ha spinti in questa direzione?
I testi sono opera di
Mauro Alberti, e sono frutto del suo talento, e l’avere compiuto studi
letterari ha amplificato questa capacità. La scelta della lingua
comunque varia in base al pezzo, dalla storia da raccontare. Un po’ come con la
musica amiamo spaziare in stili differenti.
5. Mi fareste una
scheda dei vostri lavori?
Abbiamo 5 album all’attivo:
Rimuovere prima del volo(2010)
Fuori
dal seminato(2013)
Alto
fragile (2015)
Mezzo
gaudio (2017)
Maragresti (2020)
6. Quali progetti
avete per il futuro, in termini di produzione?
Vorremmo registrare un sesto album, ci sono
alcune idee in cantiere e ci stiamo lavorando.
Purtroppo la situazione attuale non permette
d’incontrarci per svilupparle. Lavorare separatamente non è il massimo, ma
appena sarà possibile ci lavoreremo sicuramente! Torno a casa con Maaragresti nello stereo
dell’auto, e con nel cuore la contentezza per aver potuto incontrare musicisti
sinceri.
Ecco dunque la Sanremo che non ti aspetti: schietta e poliglotta, popolare e
raffinata, riservata come si è in Liguria ma cordiale come si sa essere quando
si ha solo da offrire con entusiasmo ciò che si ama, saporita e genuina come
una fetta di pizza sardenaira ma ricca di di spunti eterogenei che accoglie da
città di mare e aperta al mondo quale è.
Sono onorato di aver dato un mio modesto contributo. Se c'è qualche ligure fra chi legge... https://www.youtube.com/watch?v=lryaQBh3k_4&ab_channel=Audiovirale-Topic
Sono onorato di aver dato un mio modesto contributo.
RispondiEliminaSe c'è qualche ligure fra chi legge...
https://www.youtube.com/watch?v=lryaQBh3k_4&ab_channel=Audiovirale-Topic