venerdì 29 dicembre 2023

Top five italiana 2023

Scegliere tra i numerosi dischi italiani di ottima fattura che ho potuto ascoltare non mi è stato facile, sono convinto che la qualità espressiva anche quest'anno sia stata di eccellente livello e lo scrivo da semplice fruitore non musicista per cui è il piano emozionale che mi guida nell'esporre i dischi qua sotto elencati, in rigoroso ordine alfabetico per autore.  

Antilabè: Animi Motus

L'ensemble veneto degli Antilabè giunge al quarto full length, il terzo nel nuovo millennio, con Animi Motus, rilasciato da Lizard Records, disco realizzato anche attraverso una proficua campagna di crowdfunding che ha permesso la stampa di un "prezioso" vinile numerato in edizione limitata a 300 copie.
Otto tracce (quattro per lato) in cui una pletora di generi: rock progressive, afflati canterburiani, fusion-jazz, world music, folk, musica da camera si ergono a suprema bellezza con la bussola del sentimento.
Da sottolineare la splendida copertina raffigurante l'opera "Face Splash18-918" concessa con grande generosità dal maestro Pier Toffoletti http://www.piertoffoletti.com/index.php/it/.
Line Up: Adolfo Silvestri: basso elettrico fretted e fretless, handpan. Carla Sossai: voce e cori. Marino Vettoretti: chitarre, percussioni, tastiere.  Alessandro Leo: sax baritono e soprano. Luca Crepet: batteria, glockenspiel, marimba, percussioni, vibrafono, timpani. Loris Sovernigo: pianoforte Steinway gran coda, tastiere. Luca Tozzato: batteria, percussioni.
Ospiti speciali: Orchestra Magister Espresso: orchestra d'archi. Giuseppe Bepi De Bortoli: flauto contralto. Arrigo Pietrobon: oboe. Enzo Giraldo e Martina Vettoretti: voci narranti
Per fruire dell'intero album: https://antilabe.bandcamp.com/album/animi-motusIn ascolto il terzo brano Dubitar, che il bassista/compositore Adolfo Silvestri descrive come segue: " Il brano nasce da un'idea ritmico-melodica di uno strumento molto particolare chiamato handpan e cantato in sabir, un idioma di servizio parlato in tutti i porti del Mediterraneo tra l'epoca delle Crociate e il XIX secolo. Intorno a questa idea abbiamo costruito la doppia linea melodica del flauto contralto e dell'oboe, un gioco di strumenti acustici che uniti alle note del glockenspiel, del pianoforte e della chitarra classica racchiudono una voce dai toni suadenti."


Il Cerchio d'Oro: Pangea e le tre lune

I savonesi de Il cerchio d'oro completano la teoria cosmogonica dei quattro elementi di Empedocle con Il nuovo disco dedicato alla Terra ossia Pangea e le tre lune, rilasciato il 13 maggio 2023 nuovamente dalla label genovese Black Widow Records https://blackwidow.it.
Sei tracce nella trasposizione in vinile per quasi tre quarti d'ora di ottimi fraseggi progressivi.
La versione in cd presenta la bonus track "Crisi", un brano non originale in quanto si tratta di un singolo dell'1981 dei Black Out che di fatto per un triennio, all'inizio degli anni ottanta, è stato il progetto più hard rock del Cerchio d'Oro, in questo brano super tirato  alla chitarra c'è Valerio Piccioli, il detentore dello strumento a corde ai tempi della composizione.
L'album è un concept che, attraverso la brillante penna del paroliere storico del gruppo Giuseppe "Pino" Paolino, narra la storia inedita del pianeta terra (Pangea) che ha tre satelliti, ossia tre lune diverse per ampiezza e colore, in continua rivalità, interessante il discorso dell'antropomorfizzazione della materia. In questa lotta, la nera che "attendeva sorniona nell'ombra" vide le contendenti (rossa e gialla) annientarsi andando a formare "un milione di stelle" , una di quelle, di grandi dimensioni, caduta sulla terra diede inizio alla vita  "...e la vita iniziò in quel mare ora blu, giù nel fondo iniziò e non si fermo più". 
La luna superstite, finezza concettuale, rimase in cielo potendo assumere anche le caratteristiche cromatiche delle altre due.
Disco splendido per arrangiamenti ed esecuzione in cui i riff chitarristici di Spica sono fascinosi ed espressivi, la sezione ritmica dei gemelli Terribile è davvero "terrific" che in inglese significa magnifica, Piccolini in una antinomia semantica è grandioso alle tastiere  e Pradal con la sua voce graffiante lascia il segno come lo lasciano le vampe gratificanti delle armonie vocali, vero marchio di fabbrica della band ligure.
Altra chicca assoluta il disegno di copertina commissionata ad Armando Mancini, conosciuto nel mondo musicale per le svariate collaborazioni artistiche con Mina, Fabrizio De Andrè, Adriano Celentano, i Pooh, Riccardo Cocciante, The Trip, Il Rovescio della Medaglia, Quella Vecchia Locanda...
Line up: Franco Piccolini: tastiere. Gino Terribile: batteria, voce solista, cori. Giuseppe Terribile: basso, voce solista, cori. Piuccio Pradal: chitarra, voce solista, cori. Massimo Spica: chitarra solista. 
Come in ogni altro loro disco, anche in questo il Cerchio d'Oro si avvale di prestigiosi ospiti, in primis l'eccelso violinista statunitense Donald Lax (Quella Vecchia Locanda), poi i talentuosi chitarristi Tolo Marton (Le Orme) e Ricky Belloni (New Trolls) e la voce recitante del regista/attore Carlo Deprati. 
Lavoro registrato al Mazzi Factory di Toirano (SV) dal mitico  Alessandro Mazzitelli
Dall'album, dedicato a due ex chitarristi del gruppo Maurizio Bocchino (dal 1977-1979) e Bruno Govone (dal 2009 al 2013) che hanno dismesso la veste terrena, ascoltiamo la sesta traccia E la vita iniziò



Giant the Vine: A Chair at the Backdoor

La band genovese dei Giant the Vine giunge nel maggio 2023, dopo quattro anni di attesa, al secondo album " A Chair at the Backdoor" pubblicato per la label indipendente Luminol Records http://www.luminolrecords.com.
Sette tracce per oltre tre quarti d'ora di musica ove regnano la grande cura compositiva e il possente affiatamento tra i musicisti per un'impronta sonora che lascia il segno sulla sabbia del post rock progressivo del nuovo millennio come ben definito dalla penna illustre di Donato Zoppo: " Un affresco strumentale malinconico ma anche graffiante, a cavallo tra progressive classico e post rock"
Line up: Antonio Lo Piparo: basso. Daniele Riotti: batteria. Fulvio Solari: chitarre elettriche e acustiche, lap steel. Fabio Vrenna: tastiere, mellotron, chitarre elettriche e acustiche.
Ospiti: Simone Salvatori e Ilaria Vrenna: pianoforte. Gregory Ezechieli: sassofono.
In visione/ascolto Glass, seconda traccia dell'album.


Il Segno del Comando: Il domenicano bianco

Quando senti menzionare "Il Segno del Comando", per noi boomer,  è naturale pensare a quel gioiello di sceneggiato televisivo che avvinse i telespettatori italiani all'inizio degli anni settanta.  Per il melomane progressivo indica invece l'ensemble genovese che ha preso forma nel 1995 ispirato, nel nome, dalla produzione televisiva e dal successivo romanzo dello sceneggiatore originale Giuseppe D'Agata.
Il disco, pubblicato il 1 settembre sempre per la Black Widow Records,   otto tracce di cui quattro strumentali, per tre quarti d'ora di musica, è un potente antidoto rispetto alla mediocrità dei massificati passaggi televisivi/radiofonici di questi tempi "trappiani" con l'autotune come simbolo. Il paesaggio sonoro è come sempre  ricco di atmosfere gotiche classiche con arrangiamenti sopraffini con la band davvero in stato di grazia esecutiva e compositiva .
Il full length è il tassello discografico conclusivo di una trilogia di concept album, dopo Der Golem (2002) e Il Volto Verde (2013), ispirati ai romanzi omonimi dello scrittore ed esoterista  austriaco Gustav Meyrink. 
Line up: Riccardo Morello: voce. Diego Banchero: basso. Beppi Menozzi: tastiere. Davide Bruzzi: chitarre, tastiere. Roberto Lucanato: chitarre e Fernando Cherchi: batteria.
In ascolto la seconda traccia La bianca strada che il compositore/bassista Diego Banchero così descrive: " Questo brano parla di un percorso che conduce all'Illuminazione; cioè, un percorso metafisico che si apre al protagonista del romanzo. Dal punto di vista musicale, sono particolarmente orgoglioso di questo brano. Presenta una serie di sezioni con sonorità horror, ma che hanno, a mio avviso, un approccio compositivo non derivativo. Poi ci sono le sezioni vocali e gli assoli che hanno una grande influenza del rock-blues a tinte scure".




Le Vele di Oniride: La Quadratura del Cerchio

Quando nel panorama progressivo italiano si assistono ad esordi di ottima levatura estetico-tecnica, gli ascoltatori diversamente giovani come il sottoscritto se ne compiaciono abbondantemente. Tutto questo per segnalare l'album di debutto  "La Quadratura del Cerchio" della band imolese Le Vele di Oniride,  pubblicato il 30 maggio 2023 dalla effervescente label veneta Lizard Records di Loris Furlan http://www.lizardrecords.it,
Il disco, sette tracce per tre quarti d'ora di musica definite da Gianni Della Cioppa “ …il punto d’incontro tra Il Biglietto per l’Inferno e la Premiata Forneria Marconi …quando la melodia del prog incontra gli spigoli del dark-rock, si aprono Le Vele di Oniride che sfidano i mari della banalità…” o ancora da Luca Paoli: "Un ottimo album dove la melodia sempre presente è attraversata da umori dark e da atmosfere pinkfloydiane".
Il full length, fin dal primo ascolto, presenta ghiottonerie per i melomani progressivi di lunga data, un uso cromatico ed espressivo strumentale affiancato a testi davvero efficaci e profondi composti da Nello De Leo che a tal proposito ha dichiarato: " ...uno dei motivi per cui cantiamo in italiano è che sono molto legato ai miei testi e vorrei che l’ascoltatore si soffermasse anche su di essi; alcuni di questi rappresentano fasi della mia vita superate, per fortuna, ma non per questo da eliminare...". 
Line up: Francesco Ronchi: voce solista, cori. Nello De Leo: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra synth, cori. Lorenzo Marani: basso elettrico. Jacopo Cenesi: batteria. Cristiano Costa: tastiere, sintetizzatori, pianoforte.
In ascolto il teaser dell'album


Tra i dischi che non fanno parte dell'universo progressivo scelgo Spira di Daniela Pes, artista gallurese di grande talento, vincitore della Targa tenco come miglior opera prima, rilasciato il 14 aprile per Tanca Records nuova label fondata e diretta da Iosonouncane https://www.iosonouncane.com
Sette tracce per un disco mistico incline all'esoterismo che si evolve contaminando folk e jazz con l'elettronica. Il cantato, molto particolare, è una miscellanea in lingua dialettale inframezzata da parole inventate e italiane. 
In ascolto/visione Carme, terza traccia dell'album d'esordio della musicista sarda





Nessun commento:

Posta un commento