lunedì 21 marzo 2022

Odessa

In questi tempi complessi se una persona pronuncia la parola Odessa, subito la mente si proietta nella parte orientale dell’Europa ove Odessa sta per il porto ucraino sul Mar Nero, ormai - nel tempo in cui scrivo- in piena guerra e devastazione.  
Al melomane progressivo diversamente giovane qual sono, la parola rievoca  la seconda traccia di Crac  ( https://youtu.be/wqhsqYJozG4 ), album degli Area del 1975, ma Odessa è qui e ora la band marchigiana che, dopo il capolavoro dello scorso millennio l'acclamato "Stazione Getsemani" (1999) e l’ottimo “The final day”(2009),  è giunta al terzo full length "L'alba della civiltà" rilasciato il 4 marzo 2022 dalla Lizard Records http://www.lizardrecords.it, la label indipendente trevigiana di Loris Furlan che, nel commentarne l’uscita,  ha dichiarato: “Un album di grande pathos, cresciuto con slancio e passione, un gran bel viaggio”.
Il disco, otto tracce per tre quarti d’ora di musica, è una vera delizia per il fruitore in quanto è un continuo mutare nell’espressività ritmica e melodica con una dinamica di base hard-progressive ma con sprizzate jazzistiche e momenti più intimistici e rilassati. 
Un lavoro in cui si sente la grande coesione degli strumentisti, la quale ci fa tornare indietro con atmosfere vintage che pervadono in ogni traccia, il tutto con gusto rinnovato e la fragranza di sapori del nuovo millennio.
Otto brani con il breve prologo iniziale no words di 1,47 de "La stanza vuota", una delicata introduzione che ci invita a riempire la nostra “stanza cognitiva” con le altre sette tracce tra cui spiccano la title track  con la possente richiesta di contrastare sempre le forze oscure che tramano, la cover " L'anno, il posto, l'ora 1972", brano dei Pooh del periodo sinfonico "Parsifal", che in questa occasione (vedi filmato sotto) viene proposta a livello testuale nella versione primigenia, mai incisa su album ( qua la versione live con Riccardo Fogli che di lì a breve lascerà il gruppo https://youtu.be/CHRG0iQMQbg ), la raffinatissima  “Di buio e luce parte 2”(….segui la mia voce che non trema, segui la mia mano io non temo, segui la tua voce che ti guida a me), l’energica “Rasoi” (….l’uomo gioca a fare Dio con logica e follia…), infine lo strumentale "L'organista del bosco" dedicato alla memoria del pittore Silvano Braido (autore anche della copertina di "Stazione Getsemani”) e al suo dipinto omonimo.
Grande plauso alle composizioni di Lorenzo Giovagnoli che si conferma grande penna nonchè pregevole illustratore, cantante di intensa vocalità espressiva e tastierista (Hammond in gran evidenza!) eccellente. Al suo seguito creativo il magico flauto traverso di Gianluca Milanese, la poderosa coppia ritmica di Valerio De Angelis (basso) e Marco Fabbri (batteria) e last but not least il pregiato chitarrismo di Giulio Vampa. 
Un disco da ascoltare e riascoltare più volte, consigliatissimo per tutte le età, come recita Invocazione la seconda traccia dell'album "...stai con me e io sorriderò, stai con me e crescerò con te. Quando il sole nuovo splenderà..." abbiamo proprio bisogno di fonti di calore psichico e la musica progressiva degli Odessa è uno stimolo appropriato, sempre proiettati verso il futuro, "Yestarday is gone!"

Storiella minima con i cognomi dei componenti della band e i titoli dei brani dell'album in maiuscolo e frasi dei testi in corsivo. 
C'era una volta L'ORGANISTA DEL BOSCO che era diversamente GIOVAGNOLI ma ancora in gamba. Una notte gli apparve in sogno una schiera di DE ANGELIS che, profetizzando un miglioramento per l'umanità, lo indussero a raccogliere tutti i suoi oggetti lasciando LA STANZA VUOTA per andare verso L'ALBA DELLA CIVILTA'.
 Il messaggio era chiaro, l'organista avrebbbe dovuto incontrare dei FABBRI per farsi affilare, con una VAMPA ben definita, i propri RASOI metafisici e così facendo avrebbe limato le asperità della vita per un domani più luminoso. Per fare tutto ciò avrebbe dovuto far fruire NELL'ETERE un messaggio sonoro DI BUIO E DI LUCE PARTE 2 sempre più forte. Il problema evidente era che esso risultava incompleto, l'organista doveva rintracciare- per il bene dell'umanità- a tutti i costi  la 1 parte del messaggio detenuto da uno scapigliato artista MILANESE. Con una accurata INVOCAZIONE: "Un uomo in mezzo a tanti è niente se rimane solo....stai con me, l'inverno passerà, stai con me nell'alba che verrà..." era convinto di unire le due parti del messaggio sonoro, non sapeva L'ANNO, IL POSTO E L'ORA ma era sicuro di poter raccogliere tutte le briciole di armonia per un mondo migliore.

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