domenica 26 dicembre 2021

Top five internazionale 2021

Nonostante la situazione complessa per la pandemia, sono state molteplici le uscite discografiche 2021 nella galassia Progressiva o similare. A seguire,  tra gli album che ho potuto ascoltare, i miei preferiti in ordine rigorosamente alfabetico

Amarok: El ojo del mundo
A sei anni di distanza dal precedente album "Hayat yolunda", gli spagnoli Amarok ci deliziano con il nono full lenght in studio  "El ojo del mundo" uscito il 1 giugno per la label messicana Azafran Media. Quest'ultimo lavoro è assolutamente innovativo in quanto, accanto a strumenti del nostro tempo (vedi line up) e al magico Theremin,  vengono suonati strumenti antichi e fascinosi quali la medioevale Ghironda, il kanun turco: una cetra trapezoidale a 78 corde, considerata il pianoforte dell'Oriente e altri strumenti orientali come il santur persiano, il saz e il tar, tutti suonati da Robert Santamaria, il vero deus ex machina del progetto.
Questa seducente combinazione è al servizio di un'idea: l'occhio del mondo ci guarda, ed è terrorizzato da quello che stiamo facendo al pianeta, tutto ciò si realizza con sessanta minuti di musica per otto tracce dove la musica a sfondo etnico si fonde con il progressive per una miscela di grande valore artistico, il tutto impreziosito dalla vocalità di Marta Segura, altro elemento di assoluto gradimento per un ottimo disco.
Line up: Marta Segura: voce. Manel Mayol: flauto traverso, didgeridoo. Pau Zañartu: batteria, hang elettronico. Marc Egea: ghironda. Tarik Smith: tromba. Miguel Arce: basso. Robert Santamaría: kanun, saz, tar, santur, tastiere, chitarra a 12 corde, autoharp, glockenspiel, fisarmonica, percussioni: Ospiti Víctor Estrada: theremin. Coloma Bertran: violino. Núria Martínez: palms.


Caligonaut: Magnified As Giants
Caligonaut è un progetto solista del norvegese Ole Michael Bjørndal, valente musicista, noto per aver suonato con Oak, Airbag, Gentle Knife,Bjørn Riis. 
Il suo album d'esordio "Magnified As Giants" è stato pubblicato il 26 febbraio dalla label Apollon Records https://www.apollonrecords.no.
Quattro tracce per cinquanta minuti di musica portatrice sana di melodie coinvolgenti che lasciano spazio a momenti introspettivi, quasi malinconici, per la delicatezza della proposta con ottimi assoli chitarristici. 
Line up: Ole Michael Bjørndal: chitarre, voce. Kristian Karl Hultgren: basso. Lars Fredrik Frøislie: tastiere, mellotron, sintetizzatori. Andreas W. S. Prestmo: cori. Henrik Fossum e Arild Brøter: batteria. Iver Kleive: organo da chiesa. Åsa Ree: violino, cori. Stephan Hvinden: chitarra ritmica.


Cast: Vigesimus
Vigesimus è il ventesimo album in studio della mitica band messicana dei Cast attiva fin dal 1978. Il full lenght è stato rilasciato dalla label Progressive promotion records 
https://www.facebook.com/pages/category/Public-Relations-Agency/Progressive-Promotion-Records-106620749394991/   per il mercato europeo il 5 marzo e per il resto del mondo il 21 marzo. L'album, dieci tracce per 76 minuti di musica, si caratterizza -more solito- per le tastiere del bandleader Luis Alfonso Vidales in bella evidenza, notevoli gli interventi del violinista Roberto Izzo, il tutto per un tappeto sonoro prog-sinfonico di eccellente caratura con elementi più heavy e jazz rock. 
Line up:  Luis Alfonso Vidales: tastiere. Bobby Vidales e Lupita Acuña: voce. Claudio Cordero: chitarre. Roberto Izzo: violino. Carlos Humarán: basso, cori. Jose Antonio Bringas: batteria, percussioni.



Ciccada: Harvest
Per i greci Ciccada comporre opere di pura bellezza fruitiva è una missione fattibilissima in quanto giunti al terzo album in studio dal titolo evocativo "Harvest" confermano quanto di buono avevano già realizzato nei dischi precedenti. Harvest, rilasciato il 23 aprile per la label londinese Bad Elephant Music https://music.badelephant.co.uk, in sei tracce per oltre tre quarti di musica, ci offre una sessione strumentale sempre delicata con passaggi dolci e piacevoli supportate da una vocalità, sia femminile sia maschile, adattissima al contesto sonoro che eleva il prog folk con sprizzatine jazzy a livelli sublimi. Tutte le canzoni sono state scritte e arrangiate da Yorgos Mouhos e Nicolas Nikolopoulos, mixate da Yiannis Tountas.
Da segnalare la copertina dell'artista argentino Pablo Solari (classe 1953)
Line up: Dimi Spela e Evangelia Kozoni: voce. Aggelos Malisovas: bassi fretted & fretles. 
Yiannis Iliakis: batteria, percussioni, cori. Yorgos Mouhos: chitarre acustiche a 6 e 12 corde, chitarra elettrica, voce. Marietta Tsakmakli: sax soprano, alto e baritono, cori. Nicolas Nikolopoulos: flauto, clarinetto, sassofoni tenore e baritono, flauto dolce, piano, piano elettrico, organo, mellotron, sintetizzatori, clavicembalo, clavinet, glockenspiel, cori



Antony Kalugin: Chameleon Shapeshifter
Anthony Kalugin, nato l' 11 febbraio 1981 a Charkiv, la seconda città ucraina per popolazione quasi 1 milione e mezzo, è un polistrumentista/compositore ben conosciuto nel mondo progressivo del terzo millennio in quanto membro di gruppi quali Karfagen, Sunchild, Hoggwashe. La sua carriera solistica è culminata con la trilogia magica AKP (Anthony Kalugin Projects) iniziata nel 2020 con "Marshmallow Moonduste" e proseguita nel 2021 con l'uscita di ben due album "Stellar gardner" e "Chameleon Shapeshifter", dischi che lo hanno consacrato ulteriormente tra gli artisti più importanti della scena prog sinfonica europea.
Il sesto album da solista Chameleon Shapeshifter, uscito il 24 settembre per Caerllysi Music 
https://www.caerllysimusic.co.uk , sei brani per 46,46 di musica, è un ritratto di puro godimento fruitivo che ci fa fluttuare tra quadri paesagistici sognanti per un prodotto melodico e armonico di qualità.
Line up: Antony Kalugin: tastiere, voce, percussioni, chitarre, arrangiamento, programmazione
Ospiti: Max Velychko: chitarre acustiche ed elettriche. Ivan Goritski: batteria. Oleg Prokhorov: basso. Yan Vedaman: sassofoni tenore e soprano. Elena Kushiy: flauto. Olha Rostovska: voce
Sergii Kovalov: fisarmonica, voce.


Come al solito segnalo anche un disco non progressive il cui ascolto mi ha colpito in questo 2021. La scelta è ricaduta sull'immenso artista australiano Nick Cave (classe 1957) che, in compagnia del suo amico e collaboratore di vecchia data dei Bad Seeds ossia il polistrumentista Warren Ellis, ha pubblicato in digitale il 25 febbraio e grazie a Goliath Records in lp/cd il 18 giugno l'album "Carnage" una chicca emotiva stupefacente che per 40 minuti e 8 brani tiene l'ascoltatore in uno stato attentivo assoluto tra molteplici momenti d'intenso lirismo, album splendido e viscerale. Al Daily Telegraph, il giornalista britannico Neil McCormick ha descritto l'umore dell'album come "infuso di profondo e quasi ineluttabile dolore. Ma mentre questo cantautore particolarmente audace affronta l'isolamento, la solitudine, la perdita e il duro innesto emotivo della resistenza, il tutto sullo sfondo di una minaccia apocalittica, il personale diventa universale". 




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