giovedì 19 dicembre 2019

Top Five Italiana 2019

Comporre, suonare,realizzare e  produrre dischi progressivi in Italia nel terzo millennio è opera ardua per la mancata diffusione ed esposizione delle proposte sonore, nonostante tutto ciò la qualità rimane sempre di "gusto superiore". Sono a proporvi,  tra quelli che ho potuto ascoltare  e in rigoroso ordine alfabetico, i miei favoriti per quest' anno solare.

Aliante: Sul confine
I toscani Aliante dopo due anni dall'ottimo Forme Libere, sempre con la puntuale produzione di Vannuccio Zanella ( M.P. & Records https://www.mprecords.it ), si ripresenta con "Sul Confine", un album ispirato dal romanzo Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Il collaudato e affiatato trio libera la propria creatività strumentale con otto affreschi neo progressivi (la title track divisa in sette parti per 48,08 di musica e il secondo brano Nel cielo di 4,17) inclini al gusto della melodia con afflati jazzistici che intrigano l'apparato cognitivo del melomane progressivo.
Line up:Jacopo Giusti: batteria e percussioni. Enrico Filippi: sintetizzatori, tastiere e moog. Alfonso "Ermenauta" Capasso: basso.
Link utile: https://www.facebook.com/aliantemusica/
In ascolto "Viaggio nel vento" la prima parte della traccia iniziale

Arcadelt: Arc 8
L' ensemble romano, a distanza di venticinque anni dal disco d'esordio, il 20 Maggio è ricomparso sulla scena  progressiva italiana con il full lenght "Arc 8 " (Lizard Records), un significativo lavoro diviso in sette tracce inedite per 43 minuti di musica e il bonus de "Sotto i ponti" una cover ghost track -alla batteria Fabio Ferri-, brano dei concittadini Pierrot Lunaire, tratto dal loro omonimo disco d'esordio del 1974.  .
Il tappeto sonoro del nuovo lavoro è indirizzato verso un raffinato neo progressive di stampo britannico con afflati più energici per un prodotto di buon spessore artistico.
Line up: Pierfrancesco Drago (voce), Fabrizio Verzaschi (chitarre), Giacomo Vitullo (tastiere), Sandro Piras (batteria, percussioni) e Fabio Cifani (basso). 
Sito ufficiale: http://www.arcadelt.net
In ascolto la quinta traccia "Assenze", brano inedito -targato Drago/Vitullo- che in un repertorio anglofono è invece cantato in italiano con sublime intervento (magnifico l'arrangiamento) agli archi dell'Euterpe Quartet :  Guendalina Pulcinelli, Angelika Srodon, Aurelia Capaccio ed Elena Bianchetti.

Celeste: Il risveglio del principe
L’ensemble sanremese negli anni settanta ci aveva deliziato con “Principe di un giorno”, nel 2019 il multiforme Ciro Perrino, unico rimasto della formazione storica, ha ridato forma e sostanza  al progetto Celeste, attorniandosi di talentuosi musicisti (vedi line up) per 50 minuti di un full lenght diviso in otto tracce (sette per l’edizione in vinile). Un lavoro pervaso da un gran senso della melodia e dal magico suono del Mellotron, compagno fedele di delizie folk jazz progressive, in cui si erge una semantica raffinata. Girovogando tra i testi: “…Sereno e altero prosegui intento nella tua sacralità…. empi l’orizzonte……. Rimparando gli antichi Peana, magicando e il corpo s’illuminerà….non voltarti per non vederti….non specchiarti per non saperti…non parlarti per non sentirti….bianca vestale, antiche essenze….La tua veglia infinita porterà verità….”.
La verità è che il buon Perrino, compositore sopraffino, ha fatto centro con “Il Risveglio del Principe” giacchè-appena terminato- si ha voglia di riascoltare il disco che cresce di fruizione in fruizione. Da evidenziare che, ulteriore complemento di qualità, l’opera esce per la Mellow Records del vate progressivo Mauro “Faraone” Moroni, autentico punto di riferimento per ogni rispettabile progster. Da sottolineare gli incantevoli disegni di copertina di Laura Germonio e la parte grafica a cura di Claudio Feltrini.
Line up: Ciro Perrino: voce solista, coro,  mellotron, mini moog, tastiere, pianoforte, percussioni sciamaniche, glockenspiel. Enzo Cioffi: batteria. Francesco Bertone: basso. Mauro Vero: chitarre e coro. Sergio Caputo: violino. Mariano Dapor: violonello e coro. Marzio Marossa: percussioni e coro. Marco Moro: flauti e sax tenore. Andrea De Martini: sax contralto e tenore. Massimo Dal Prà: pianoforte, tastiera, clavicembalo. Gli ospiti: Ciro Perrino Junior: voce recitante e gong. Alfio Costa: organo hammond. Elisa Montaldo: voce e Claudia Enrico: bastone della pioggia (rainstick).
Link utile: https://mellowlabelproductions.bandcamp.com/album/il-risveglio-del-principe
In ascolto l'intero strepitoso disco

Conqueror: In orbita
La band messinese, giunta con "In orbita" (Ma.Ra.Cash Records) al sesto album in studio, prosegue un cammino d'alto tenore progressivo attraverso sette tracce per poco più di tre quarti d'ora di musica. L'album, uscito il 27 Marzo, è un concept ispirato alla leggendaria figura del cosmonauta sovietico (primo uomo nello spazio il 12 Aprile 1961) Jurij Gagarin 
( vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Jurij_Gagarin ), valorizza l'arte dei siciliani tra momenti prog sinfonici e sprizzate jazzy con sempre in buona evidenza la vocalità suadente di Simona Rigano. Da segnalare l'artwork di Giusy Lo Conti ( https://www.facebook.com/Giusy-Lo-Conti-Artista-356346821776136/ ).
Line up: Simona Rigano: voce, tastiere, synth. Tino Nastasi: chitarra. Sofia Ferraro: sax, flauto, EWI. Edoardo Ragunì: basso. Natale Russo: batteria, percussioni. Da segnalare la presenza del violinista Giovanni Alibrandi.
Sito ufficiale: http://www.conqueror.it
In ascolto la quarta traccia dal titolo "Kedr" (il soprannome dato da Gagarin alla sua missione spaziale)



Giant the vine: Music for empty places
La band genovese si è formata nel 2014 per iniziativa del polistrumentista Fabio Vrenna che ha avuto la sorte di incontrare  il chitarrista Fulvio Solari e il batterista Daniele Riotti per creare un combo  dedito ad unire afflati progressive e alternative rock di qualità. Il trio ligure affiancato dai musicisti ospiti: il bassista torinese Marco Fabbricci e alle tastiere Chico Schoen e Ilaria Vrenna (figlia di Fabio) ha dato alla luce nell'Aprile 2019 al disco d'esordio "Music for empty places" per la label Lizard Records http://www.lizardrecords.it del dinamico Loris Furlan. Il full lenght, totalmente strumentale,  è caratterizzato da energia, raffinatezza e gusto melodico sopraffino (che libidine quelle chitarre molto Hackettiane...) e si dipana per 48 minuti e otto tracce che hanno- nei titoli- come fil rouge il tema dell'assenza, a tal proposito fa rabbrividire il ringraziamento a Mark Hollis, leader e front man dei Talk Talk, scomparso mentre il disco era in stampa. Un lavoro che si ha desiderio di riascoltare più volte per carpire al meglio le molteplici sfumature di grande spessore artistico che alla prima fruizione non sono evidenti, davvero un ottimo esordio!!
Da sottolineare che, dopo l'uscita dell'album, il bassista Antonio Lo Piparo si è unito in pianta stabile alla band. 
Link utile:https://www.facebook.com/GiantTheVine/
In ascolto la sesta traccia Lost People, 
Come di consueto evidenzio un disco non progressivo che ha catturato la mia attenzione, si tratta della "chitarra solitaria" di Paolo Spaccamonti che ha realizzato il 20 Settembre
 "Volume 4" un album strumentale di dodici tracce che pone l'arte del multiforme e navigato chitarrista torinese sempre più in evidenza, attraverso un percorso tra stoner e math rock di assoluta qualità espressiva. Come ben evidenzia Alberto Campo: "ascoltandolo ci si immerge in un mondo gravido di suggestioni".
Ecco la seconda traccia: "Ablazioni".

Nessun commento:

Posta un commento