martedì 4 settembre 2018

Monjoie

Si possono realizzare dischi di gran classe in Italia nel 2018? La risposta è assolutamente si! 
La Lizard Records di Loris Furlan http://www.lizardrecords.it è tra le etichette nostrane che portano avanti progetti di qualità che vanno al di là del bieco discorso riguardante il mercato delle vendite e delle etichettature di genere.
Dei Monjoie (pronuncia Monjwà , ispirato a un grido di battaglia dei cavalieri franchi) già parlammo nel 2012 all’uscita del terzo disco “Affetto e attrazione”, vedi: http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.com/2012/06/monjoie.html
Il loro quarto disco dal titolo  “And in thy heart inurn me” uscito nell'Estate di quest’anno è uno degli esempi più fulgidi di come si possa essere profondi e ammalianti nelle proposte sonore. Il titolo, la cui traduzione declama “e nel tuo cuore custodisci le mie ceneri” (sesta traccia dell’album), è il verso finale della poesia “You say you love “ di John Keats (1795-1821) uno dei più significativi letterati del Romanticismo. 
Ed è proprio la poesia inglese di fine 700-metà 800 a strutturare verbalmente l’album che di fatto diviene una sorta di concept in quanto vengono proposte quindici composizioni di poeti quali William Blake (1757-1827), William Wordsworth (1770-1850) oltre al già citato Keats. Tutto avviene con assoluto rispetto, con le liriche che vengono declamate in forma canzone mantenendo la possanza artistica dei versi originali. 
Fascinoso nel suo fluire per quasi un ora di musica, il quarto full length dell’ensemble ligure, costituitosi nel 1999, è suonato in maniera impeccabile e cantato in modo sopraffino da Alessandro Brocchi che ricorda - per larghi tratti- Brendan Perry dei Dead Can Dance. 
Afflati jazzistici che si intersecano al folk della terra d’Albione con reminiscenze progressive  “di classe” per una produzione di qualità eccelsa in ogni step compositivo ed esecutivo. 
Da sottolineare la splendida copertina melanconica-decadente a cura del fotografo di Wuppertal (Germania) Normann Thielen http://dark-romance-photographie-und-poesie.de .
Decorazioni interne  di William Morris e progetto grafico di Giovanni Occhipinti.
Assolutamente consigliato!!
Hanno suonato nel disco: Daniele Marini: tastiere. Alessandro Brocchi: voce, chitarre. Valter Rosa: chitarre e bouzuki. Davide Baglietto: flauti,ocarine, musette del Berry, tastiere. Alessandro Mazzitelli: tastiere, sintetizzatori analogici, percussioni, basso e produzione.Fabio Biale: violino. Giampiero Lo Bello: filicorno e tromba. Edmondo Romano: clarinetto basso. Lorenzo Baglietto: sax contralto. Federico Fugassa: contrabbasso. Roberto Rosa e Ivan Ghizzoni: basso. Leonardo Saracino, Davide Bonfante e Nicola Immordino: batteria.
Link utile: https://www.facebook.com/monjoieband/  
info:monjoie.band@gmail.com
In ascolto la settima traccia del disco "The sick rose", poesia di William Blake e contenuta nella raccolta Songs of Experience (1794), due quartine che ruotano attorno alla suggestiva diade amore-morte.
O Rose thou art sick.
The invisible worm,
That flies in the night
In the howling storm:
Has found out thy bed
Of crimson joy:
And his dark secret love
Does thy life destroy.
O Rosa sei malata.
L'invisibile verme,
che vola nella notte
nell'ululante tempesta:
Ha trovato il tuo letto
di gioia cremisi:
E il suo amore cupo e segreto
Distrugge la tua vita.

1 commento:

  1. Se me lo dicevano prima.. Bravi, comunque, sempre adorato il Romanticismo inglese. Suggestions e profonditâ, forse il loro migliore

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