giovedì 30 giugno 2016

La Fabbrica dell'Assoluto

Qualcuno sentenzia che il progressive attuale non sia in grado di poter competere con quello del periodo storico dei seventies, io- come tanti altri- affermo con decisione che nel terzo millennio ci sono autentici gioellini che possono anche ispirarsi alle sonorità del passato ma che stimolano una nuova fragranza alle orecchie del prog-melomane.
Uno degli esempi più significativi è il disco d'esordio, per la Black Widow, della band romana La Fabbrica dell'Assoluto.
Il nome del gruppo fa riferimento ad un romanzo di fantascienza del 1922 dallo sfondo utopistico (titolo originale: "Tovarna na absolutno",pubblicato in Italia soltanto nel 1984) del drammaturgo boemo Karel Capek (1890-1938). 
Il lavoro,dal titolo orwelliano " 1984: l'ultimo uomo d'Europa", risulta convincente sia a livello musicale, sia a livello testistico con la voce di Claudio Cassio dalla timbrica calda e possente .
Le tematiche del concept album si inerpicano nei meandri del senso dell'alienazione dell'uomo con il potere costituito che crea distacco dai bisogni più umani e profondi. Tutto questo supportato meravigliosamente da una partitura musicale tra afflati vintage , hard prog , sprizzatine jazzistiche.
La fascinosa copertina è il dipinto del maestro d'arte romano Modesto Cesare (classe 1958) dal titolo La libertà di scelta (1982).
Line up: Daniele Sopranzi:Chitarre, Claudio Cassio: voce, Daniele Fuligni:tastiere, Marco Piloni: basso e il batterista Michele Ricciardi. 
Sito ufficiale: http://lafabbricadellassoluto.com/
Ecco il disco da assaporare compiutamente.

Album consigliato: 1984: l'ultimo uomo d'Europa (2015)

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