sabato 27 dicembre 2014

Top five italiana 2014

Anche quest’anno condivido, mediante il blog, le proposte dell’area progressiva italiana che mi sono piaciute maggiormente tra quelle che ho potuto ascoltare.


Fabio Zuffanti: La quarta vittima
Il bassista/polistrumentista/compositore genovese, in veste anche di cantante come in tutti i suoi progetti solistici, ha lasciato il segno con l’album “La quarta vittima” che fa riferimento a “Lo specchio nello specchio”  uno dei racconti gotici/surreali dello scrittore tedesco Michael Ende.
Il disco con le sue sette tracce, per quasi un’ora di musica, offre emozioni a tutto tondo,sia nelle parti strumentali, sia attraverso testi ben calibrati e sempre profondi.
In varia misura hanno suonato assieme al poliedrico Zuffanti: il coarrangiatore e direttore artistico Rossano “Rox” Villa anche alle tastiere, clavicembalo e trombone, i batteristi Saverio Malaspina, Paolo `Paolo' Tixi  e Enzo Zirilli. Riccardo Barbera  al basso/ contrabasso. Laura Marsano alla chitarra. I tastieristi Emanuele Tarasconi, Alberto Tafuri. Il “fiatista” Gian Marco `Pantera' Pietrasanta . Fabio Biale al violino. Luca Scherani al vibrafono  e  glockenspiel. Agostino Macor al theremin ,ai cori” Carlo Carnevali e Simona Angioloni



Marco Masoni: Il multiforme (paesaggi catartici ed operette morali)
Ci sono dischi che apprezzi fin dal primo ascolto e che , di volta in volta, di esecuzione in esecuzione , trovi sempre più stimolanti.
Esempio lampante è “ Il multiforme (paesaggi catartici e operette morali) ” di Marco Masoni. Il musicista pisano , fondatore dei Germinale, gruppo progressive- perdonate la volontaria rima- seminale, superati i quarant’anni con questo primo disco da solista per AMS record crea uno stupefacente lavoro in bilico tra cantautorato, pop e progressive.
Un’oretta di musica che fluisce adeguatamente in ogni contesto di ascolto.
Grande merito per la riuscita discografica è rappresentato dall’indiscutibile sensibilità compositiva del multiforme  Masoni accompagnato dalla bravura dei numerosi musicisti che l’hanno coadiuvato quali il coarrangiatore/ingegnere del suono/tastierista Edoardo Magoni, i batteristi Maurizio Di Tollo, e Jacopo “Shuffle” Giusti e il chitarrista Lorenzo Ughi


Tom Moto: Allob Allen
Tre, per la scuola Pitagorica,  è considerato  il numero perfetto, in quanto sintesi del pari (due) e del dispari (uno), anche per i cinesi è un numero fondamentale giacché rappresenta la totalità cosmica: cielo, terra, uomo.
In musica progressiva il “tre” più illustre è quello di Emerson, Lake and Palmer o per chi ama sonorità più hard quello canadese dei Rush.
Anche i pisani Tom Moto sono in tre (batteria, basso e tromba) e hanno rilasciato per Lizard Records, “Allob Allen” ,  un eccellente lavoro post prog con riuscite contaminazioni psyco- jazz-punk-funk,
Il disco,quasi interamente strumentale, nelle sue sei tracce per un'oretta abbondante di musica,  risulta impregnato di una miscela di energia e di stupore allucinogeno vibrante, lontano da ottiche commerciali.
Line up: Marco Calcaprina alla tromba e synth, Juri Massa alla batteria e al basso/chitarra Giulio Tosi con la partecipazione straordinaria del duo vocale “Belle di Mai”(Alice Casarosa e Irene Rametta) in tre brani.


Daal: Dances of the drastic navels
I Daal (che in realtà è un duo: il bergamasco Costa e il romano Guidoni) sono autentici fuoriclasse del pianeta progressivo.
Con “Dances of the drastic navels”, quinto album in studio, i musicisti offrono un viatico verso un viaggio onirico di prim’ordine, serrate ritmiche e tastiere avvolgenti per 5 tracce di puro godimento e 50 minuti abbondanti di emozione sonora che si poggia su equilibrato mix di suoni vintage ed elettronica.
Da segnalare, more solito, lo splendido lavoro di artwork , anche in questa occasione l’eclettico Guidoni ha colpito il bersaglio.
Line up: Alfio Costa: tastiere, Davide Guidoni: batteria e percussioni.
Special Guests:  Ettore Salati: chitarra, Bobo Aiolfi: basso, Letizia Riccardi : Violino
Tirill Mohn e Guglielmo Mariotti per le parti cantate.


Astrolabio: L’isolamento dei numeri pari
I veronesi Astrolabio, che prendono il nome  dall’antico strumento astronomico che può localizzare o calcolare la posizione di corpi celesti come il Sole, la Luna, i pianeti e le stelle, si autodefiniscono con una spiccata propensione ironica band di rock degressivo italiano.
Il loro lavoro d’esordio “L’isolamento dei numeri pari” (il cui titolo si ispira liberamente al bel libro di Paolo Giordano “la solitudine dei numeri primi”) distribuito da Andromeda Relix e Lizard Records, consta di undici tracce, tutte abbinate rigorosamente a numeri dispari con un omaggio finale  ai Ribelli di Demetrio Stratos con Pugni chiusi e un intrigante proposta “Un Minuto di Silenzio per il Sistema Bancario Internazionale (Bancomat)”.
Sound corposo con il flauto di Antonelli che crea tessiture simil Jethro Tull e passa dall'hard-prog-blues  a momenti più delicati tra ballad e catarsi psichedelica.
Line up: Michele Antonelli – voce, chitarra, flauto traverso; Alessandro Pontone – batteria; Massimo Babbi – tastiere e Paolo Iemmi – voce, basso.


La proposta non progressiva  che mi sento di offrire quest’anno riguarda il disco
“Almanacco del giorno prima”  che è poi il quinto album del cantautore emiliano Giuseppe Peveri, in arte Dente i cui testi sono spesso caratterizzati da giochi di parole e grottesca ironia.
Il lavoro, assai interessante come tutta la produzione del cantautore, rielabora il titolo della curiosa rubrica televisiva “l’almanacco del giorno dopo”, consta di dodici tracce che confermano il suo stile minimale e raffinato con spruzzate vintage  e melodie seduttive.

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