giovedì 27 dicembre 2012

Top Five Internazionale 2012

Anche nel 2012 il progressive ha visto autentiche “chicche”  germogliare nel vasto panorama mondiale, tra quelle che ho ascoltato segnalo le seguenti:

Inner Ear Brigade: Rainbro

Gran bel disco d’esordio quello dei californiani Inner Ear Brigade, uscito per l’etichetta italiana AltrOck Productions, disco assai variegato e di grande valore con mero gusto per la melodia, sprizzate canterburiane, sfumature di elettronica e auree jazzistiche.
Il lavoro si pone molto lontano dalle asettiche sonorità tecnocratiche e manieristiche che caratterizzano certi dischi statunitensi, il gruppo di San Francisco, gruppone in quanto sono ben dieci elementi, con una invidiabile sezione fiati accanto alle classiche strumentazioni progressive “vintage” hanno prodotto un album sorprendente arricchito dal canto, ottimo davvero, della Ferris che di nome fa Melody (nomen..... omen.....)
Kotebel: Concerto for Piano and Electric Ensemble

Stepitoso prog sinfonico strumentale per questi spagnoli che, al sesto disco, sfornano il loro capolavoro assoluto (finora....).
Asse portante del  lavoro uscito per la Musea, è il “concerto grosso” in quattro movimenti con un afflato classicheggiante, il disco si mantiene di grande livello in ogni singola traccia e cresce di ascolto in ascolto, protagonista principale il pianoforte di Adriana Plaza Engelke che ben si integra con la batteria e le percussioni di Carlos Franco Vivas,con le chitarre di César García Forero,con il basso di Jaime Pascual Summers e con le tastiere di Carlos Plaza Vega.
Eccoli live a Madrid

 Tompox: Hungarian Eclectic

Gli ungheresi Tompox, il nuovo progetto 2012 di Tamás Pócs eccellente bassista dei mitici Solaris, progband magiara del millennio scorso, sono caratterizzati da un sound molto cameliano con influenze etniche per un gradevole mix.
Il buon Tamás per questo lavoro, quasi del tutto strumentale,  si è attorniato di un combo di altri 4 elementi (Endre Balla: tastiere, Gábor Berdár chitarra, Péter Szula: batteria e percussioni e Ádám Tasi: flauto) e da alcuni ospiti tra cui Zoltán Kiss che canta egregiamente la cover crimsoniana Epitaph.



Astra: The Black Chord

Dopo lo splendido esordio del 2009, quest’anno gli Astra, quintetto californiano di San Diego, ci propongono un altro eccellente lavoro assai floydiano nel divenire, sei tracce ricche di psichedelia con il mellotron in bella evidenza che si fondono con un prog sinfonico di alto livello.
La line up prevede: Richard Vaughan: chitarra elettrica, mellotron, moog e voce, Conor Riley: Mellotron, Moog, organo,  piano e voce, Brian Ellis: chitarra acustica ed elettrica , David Hurley batteria, percussioni e flauto e  Stuart Sclater al basso
Ecco il video di Cocoon

 Big Big Train: English Electric (Part One)

Gli inglesi Big Big Train hanno dato alle stampe un album di prog sinfonico visceralmente “Genesisiano”, un concept album sulla costruzione delle città inglesi di grande impatto emotivo anche per la voce del flautista-cantante  David Longdon estremamente similare a quella di Peter Gabriel,(tra l’altro era in lizza per sostituire Collins e divenire il frontman dei Genesis ma Banks e Rutheford gli preferirono Ray Wilson..... ), la line up oltre a Longdon prevede il talentuoso batterista Nick D'Virgilio, il chitarrista Dave Gregory, i polistrumentisti nonchè co-fondatori del gruppo nello scorso millennio ossia Andy Poole e Greg Spawton e super ospiti quali Andy Tillison (Tangent) e Danny Manners.
Armonia e melodia, simbiotiche, in un disco che gli amanti del prog seventies non possono non avere e siamo in febbrile attesa di ascoltare la seconda parte prevista per Marzo 2013.


BONUS CD......
Tra i dischi non propriamente progressive , segnalo Blues Funeral di Mark Lanegan, vocalist statunitense degli Screaming Trees, una band che inizialmente suonava rock psichedelico  e successivamente venne più volte accostata alla scena grunge di Seattle a cavallo tra gli 80 e i 90.
Tra rock-blues e folk country con accenni spiritual, un prodotto elettrico di valore, impreziosito dall’ugola roca e pregnante emotivamente di mastro Lanegan, chapeau!!

2 commenti:

  1. Anno importante il 2012 ma non eccezionale,non ha ripetuto lo splendore e i fasti del prog nel 2011.Alcuni degli album da te citati,non li conosco,condivido la scelta di "The black chord" degli Astra,e di "English electric" dei Bib big train,gli altri non li ho ascoltati.Personalmente ho apprezzato moltissimo il ritorno dei mitici svedesi Anglagard il cui cd "Viljans oga" mi ha colpito non poco e un altro ritorno di un gruppo brasiliano,i Quaterna Requiem con l'album "O arquiteto",opera di grande spessore e bellezza.Attendiamo fiduciosi le realizzazioni del nuovo anno.Ciao.Salvatore

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  2. Caro Salvatore anch'io credo che il 2012 syia stato mediamente inferiore al 2011,i dischi che citi sono davvero apprezzabili anche il ritorno degli Echolyn mi è piaciuto come la seconda metà del disco dei Beardfish ma dovevo sceglierne 5 e così ho fatto, un abbraccione e grazie per l'attenzione

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