lunedì 26 febbraio 2018

Mezz Gacano

Del progetto Mezz Gacano del polivalente musicista/artista/artigiano palermitano David(e) Nino Urso Mezzatesta già parlammo nell'occasione del disco Froka, vedi: 
http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.it/2017/02/mezz-gacano_16.html.
Il 28 Novembre 2017 il funambolico ed estroso compositore siciliano, accompagnato dalla piccola orchestra Self-Standiing Ovation Boskàuz Ensemble e coadiuvato da numerosi ospiti tra cui il polistrumentista Tommaso Leddi (Stormy Six) al mandolino e Gianni Gebbia al sassofono, ha pubblicato il nuovo album dal titolo "Kinderheim" (Almendra Music-Lizard Record).
Diciasette tracce per 50 minuti di proposte musicali (con una "particolare e curiosa" ghost track inserita alla fine dell'ultima traccia) ove vengono "servite" porzioni variegate di rock, jazz, free form simil psichedelico, metal, avant rock progressivo, musica da camera e rock in opposition. 
Un lavoro multiforme, non immediato, assemblato con perizia compositiva/strumentale, creato con brani composti in vari periodi: dal 1993 con la minimale Cerchio di permità gravemente al 2017 con la corposa e notevole Apefo Pafo. 
Interessante l'artwork e il booklet con la chicca di una foto di classe virtuale ove sono ritratti tutti i partecipanti al progetto.
Link Utili: https://almendramusic.bandcamp.com/album/kinderheim
https://www.facebook.com/Mezkis/



venerdì 23 febbraio 2018

Salmagündi

Salmagundi, il cui significato è guazzabuglio e miscuglio, indica anche un tipo di insalata ricca d'ingredienti originaria dell'Inghilterra fin dal diciasettesimo secolo, vedi:
https://en.wikipedia.org/wiki/Salmagundi, ma soprattutto è il nome di un ensemble di Teramo che ha debuttato discograficamente venerdi 17 Novembre con Life of braen (Zeder dischi).
Il lavoro, disponibile in versione digitale ( https://salmagundi.bandcamp.com/releases ), è stato stampato anche in edizione limitata di 222 copie in digipack ed è composto da otto tracce per quaranta minuti di proposta sonora variegata e mai banale.
Nel disco, i cui testi sono scritti da Serrini mentre le musiche sono di Zeder già bassista/ compositore dei Kotiomkin (gruppo specializzato in colonne sonore per film immaginari), s'inseriscono freneticamente un potpourri di generi che vanno dal progressive rock al punk, passando per la musica per sonorizzazioni (library music).
Line up: Franco Serrini: voce e sintetizzatore. Enzo P. Zeder: basso e cori.Mattia Maiorani: batteria e Gianluigi Di Giacomo: basso
Link utile: https://www.facebook.com/SalmagundiEnsemble/


giovedì 22 febbraio 2018

AElementi

Gli AElementi sono una band romana che, dopo dieci anni di esistenza, è riuscita a coronare il sogno della prima uscita discografica alla fine del 2017 con "Una questione di principio" per Andromeda Relix in collaborazione con Lizard Records.
Il disco, otto tracce (tra cui il breve intro "Principio" meramente strumentale) per tre quarti d'ora di genuino rock progressive d'autore, pone molta attenzione ai testi, composti -come la musica- da Daniele Lulli, che affrontano tematiche non fantasy ma reali come amori terminati, lontananze fisiche e spirituali, sprazzi di vita vissuta con sensi di estraneità e vacuità: "vuoto non mi ricarico/ so che non spetta più a me deciderlo/vuoto in cuore e nella mente", dalla terza traccia intitolata "Vuoto" . 
Il lavoro dell'ensemble capitolino è intriso di melodie sopraffine con la decorazione  suadente della vocalist Francesca Piazza, notevoli sono anche le virate più heavy, con un eccellente chitarrismo di Lulli, il tutto per arrichire una proposta sonora estremamente gradevole che non presenta cadute di qualità.
Line up: Francesca Piazza: voce. Daniele Lulli: chitarre. Manuele D'Anastasio: batteria. Dario Pierini: tastiere e synth. Hanno collaborato attivamente al disco le coriste Giordana e Carlotta Sanfilippo e il bassiststa Angelo Celani.
Sito ufficiale: http://www.aelementi.com
Link utile: https://www.facebook.com/aelementi



lunedì 19 febbraio 2018

Sintesi del viaggio di Es

Quando il melomane progressivo -diversamente giovane- legge che nella line up del disco-che si accinge ad ascoltare- ci sono tre membri di una delle band culto del decennio conclusivo del novecento: i Sithonia (vedi: http://www.sithoniamusic.it/sithonia/storia.html), è già predisposto positivamente alla fruizione, se poi il prodotto conclusivo è di grande portata artistica, allora il sollazzo cognitivo-emozionale è consistente. 
I riferimenti sono per l'opera prima dell'ensemble emiliano Sintesi del viaggio di Es dal titolo "Il sole alle spalle" rilasciato da Lizard Records nel declinare del 2017.  
L'album, che si struttura in otto tracce per 53 minuti di musica tra cui una pregnante suite conclusiva di quasi 16 minuti, ha un intensità narrativa di spessore sia per i testi  (storie di vita vissuta, di conflitti risolti, di patti non mantenuti etc..), sia per il tappeto sonoro che veleggia tra ammalianti melodie sinfoniche, afflati folkeggianti  con un flauto memorabile e momenti più briosi con l' impeccabile performance vocale di Marco Giovannini, già apprezzato recentemente con i Meseglise (vedi https://www.facebook.com/meseglise/ ).
Una nota di merito anche per la scelta del nome della band, estremamente intrigante per il "vostro" blogger la cui professione è quella di Psicologo, l'Es -infatti- secondo la teoria psicoanalitica Freudiana è uno dei tre luoghi (topoi) psichici del soggetto (assieme all'IO e al Super Io) e designa la parte oscura,inaccessibile e totalmente inconscia della personalità. 
Testi e musiche sono di Valerio Roda ad eccezione dei brevi strumentali acustici "intro (Noi) e coda (Lei)" che sono di Sauro Musi.
Line up: i tre ex Sithonia: Marco Giovannini: voce/cori, Valerio Roda: basso 4/6 corde/ fretless e il chitarrista Sauro Musi sono affiancati da Nicola Alberghini: batteria/ percussioni. Maurizio Pezzoli:tastiere ed Eleonora Montenegro: flauto traverso/tin whistle.
Link utile: https://www.facebook.com/sintesi.es/
Il promo del disco:


venerdì 16 febbraio 2018

Parafulmini

Apoteosi psicosonora di oltre cinquanta minuti per venti tracce senza soluzione di continuità per i Parafulmini, un duo di "maturi" strumentisti pisani dediti a progetti discografici arditi.
 Il loro primo full length dal titolo emblematico "Tenere fuori dalla portata dei bambini" rilasciato da Lizard Records nel Dicembre 2017 è sicuramente tra le più ghiottose proposte che ho avuto la sorte di ascoltare nell'ultimo periodo.
La coppia ben assortita, che suona "musichetta propria"avversando la concezione di tribute e cover band, è composta dal "parafulmine percussore" Marco Bigliazzi: tamburi, piatti & campanacci e dal "parafulmine elettrocordaio" Stefano Masoni: elettrochitarre e basso, ha realizzato un autentico gioellino di disco di PRURF (Progressive Surf) con incursioni simil punkettare, free form, jazzistiche, alternative rock ed etniche. 
Per questa fantasmagorica e Zappiana (nel senso di Frank, uno degli artisti amati dal duo alla stregua di John Zorn, XTC e Wall of Wodoo) impresa si sono fatti aiutare da ospiti di gran lignaggio artistico, definiti " parafulmini onorari", come il mitico Patrizio Fariselli (Area) agli elettrotasti in due tracce: l'ammaliante Stati di alimentazione progressiva  e Pedale ad acqua.Luca Cantasano (Diaframma) e Alfonso Capasso (Aliante) all'elettrobasso, Fabrizio "Tossic Asmagheddon" Bondi:elettrometalchitarra & aggeggi spaventosi, Filippo Brilli:sax basso e al sax baritono Riccardo Zini, divenuto-dopo la pubblicazione del "manufatto sonoro"- parafulmine titolare, imbracciando anche il basso.
Il disco, praticamente tutto strumentale a parte la telefonata nell'intro e un coro di bambini nella title track, di fatto è un concept album che racconta, in immagini sonore (si consiglia di leggere la interessanti liner notes del libretto del cd), la fantascientifica  e "sghemba" storia del Professor Magnifizio, etnologo dello spazio interpretato da Sergio Taglioni guru del missaggio e dell'elettronica scomparso per choc anafilattico a soli 42 anni, e della sua ultima invenzione "i robottini parafulmini". La missione è salvaguardare la metropoli da un arma letale rappresentata da una gigantesca mano di neonato, ci riusciranno o falliranno? se acquisterete il disco lo saprete...
Sito ufficiale: https://parafulmini.wordpress.com
Link utile:
https://www.facebook.com/Parafulmini/photos/pb.674449055930574.-2207520000.1482275368./1283726021669538/?type=3





mercoledì 7 febbraio 2018

Persona

I Persona sono una prog-metal band di Tunisi formatasi nel 2012 grazie al chitarrista Melik Melek Khelifa e alla cantante / pianista Jelena Dobric Khalifa.
Il gruppo ha attraversato diverse fasi e generi musicali, esplorando vari ambiti sempre molto “heavy”,  ricercando un modo di espressione distintivo. Dopo diversi cambiamenti anche di line up, la band ha pubblicato in modo indipendente un album di debutto "Elusive Reflections" nel febbraio 2016 ottenendo riscontri positivi in termini di pubblico. Nel settembre 2017 è uscito il loro secondo full lenght “Metamorphosis”. Il loro sound è caratterizzato da riff pesanti ma anche da effetti synth e orchestrazione classica, con l’intento di creare una eccellente fusione  impreziosita da linee vocali intense e accattivanti di Jelena (classe 1982), serba di nascita ma dal 2011 tunisina d’adozione.  Da sottolineare che la front woman dei Persona , incoraggiata dal padre musicista professionista, ha iniziato a cantare e suonare il piano fin dall'età di 4 anni.
Line up: Jelena Dobric Khalifa: voce e piano. Melik Melek Khelifa: chitarra solistica. Yosri Ouada: chitarra ritmica. Youssef Aouadi: batteria. Walid Bessadok: tastiera e Nesrine Mahbouli: basso.
Sito ufficiale: https://www.persona.tn

Album consigliato:  Elusive Reflections (2016)

domenica 4 febbraio 2018

Ursula Minor

Gli Ursula Minor sono un ensemble composto ai primordi del terzo millennio da immigrati tunisini in Francia. Gli ideatori del progetto sono i due fratelli Omar (basso) e Sami (voce) Aloulou che, in precedenza, militavano nella punk-band Stavka. La coppia è stata ben presto affiancata dal  cugino Ali Aloulou (tastiere, chitarre), dal batterista Selim Zaoui e da un’altro un ex membro degli Stavka ossia Moshen Ben Shaikh (chitarra, programmazione).
Dopo una serie di cambiamenti di strumentisti, con punti fermi i tre Aloulou, la band è riuscita a rilasciare il loro primo (e unico) disco nel 2007 dal titolo Andalib Sukut (Fable d’omerta Bucco). Il lavoro, che è in pratica un unico brano continuato di 32 minuti e 46 secondi diviso in sei capitoli, doveva rappresentare il primo atto di una trilogia. Il breve album racchiude un'esperienza di ascolto psyco-space progressivo molto ben articolato, con virate jazzistiche, avant rock e sprizzate canterburiane, ed è un peccato che non ci siano stati seguiti discografici.
Line up: Sami Aloulou: voce, vocoder, percussioni. Ali Aloulou: chitarre. Omar Aloulou: basso. Elly Farhat: organo, pianoforte.
Ospiti: Hatem Bejar: percussioni, tamburino, armonica, darbouka. Mohamed Ben Said: tromba. Pierre Valero: sassofono, percussioni. Nefaa Allam / batteria
Qua in versione live nel 2008


Album consigliato: Andalib Sukut (Fable d’omerta Bucco) (2007)

giovedì 1 febbraio 2018

Vielikan

Considerato un pioniere nella scena prog-metal tunisina, Fedor Souissi Kovalevsky ha creato i Vielikan nel 2002, dapprima con nomi diversi ("Death Awakening", "Ethereal Travel"), poi dal 2008 con il nome attuale.
La band ha rilasciato un solo full lenght autoprodotto nel 2010 dal titolo “A Trapped Way for Wisdom”, un E.P. “Emotional Void” nel 2009 e due singoli “Corpses and Still no Life” nel 2010 e nel 2016 “Everlasting Smile”.
Il loro suono è estremamente “virulento”, un prog death metal che nel lungo tempo può essere poco incisivo e fine a se stesso a parere del curatore di questo blog ma è considerato , soprattutto in patria, un fulgido esempio di arcigne sonorità. 
In Tunisia è un gruppo molto apprezzato e seguito. Le liriche, a detta del leader Souissi, sono interpretabili dando libertà alla dimensione individuale.
Line up: Fedor Souissi: voce, chitarre. Mehdi Aouini: basso. Haythem Ben Attia: batteria e Yassine Boudaya: chitarre


Album consigliato: A Trapped Way for Wisdom (2010)


Myrath

I Myrath (in italiano Eredità) sono originari di Ez-Zahra, città costiera alla periferia di Tunisi, situata a Sud della capitale. Il gruppo si è formato nel 2001 grazie all’intraprendenza giovanile del chitarrista Malek Ben Arbia all’epoca tredicenne!!
Dopo un inizio da cover band dedita al blues, heavy metal e death metal e numerosi cambi di formazione, i Myrath a metà della prima decade del 2000 si sono orientati verso composizioni originali di matrice metal-prog e hanno rilasciato il primo demo autoprodotto dal titolo “Double face” nel Marzo del 2005.
Dopo aver aperto il concerto di Robert Plant nel marzo 2006 nell’ambito del Festival della chitarra mediterranea, la band entra in studio per il loro primo , invero acerbo, full lenght dal titolo “Hope” che vedrà la luce nel 2007 per l’etichetta francese Brennus Music. Dopo l’esordio e un periodo di maturazione artistica, i Myrath hanno pubblicato tre interessanti album: Desert Call (2010), Tales of the Sands (2011) e Legacy (2016).  
Il loro è un Progressive Metal innovativo e pregevole per la ricerca di fondere sonorità più dure ai tappeti musicali un po’ sognanti tipici della musica araba.  Da sottolineare la personalissima vocalità di Zaher Zorgatti, capace di mescolare il Tarab (l’interpretazione musicale del testo) alle melodie occidentali sia nel canto in lingua araba, sia in quella inglese e la sapiente produzione del parigino  Kevin Codfert, tastierista della prog-metal band francese degli Adagio.
Line up attuale: Zaher Zorgatti: voce. Malek Ben Arbia: chitarre. Elyes Bouchoucha: tastiere. Anis Jouini: basso elettrico e Morgan Bethet: batteria.
Sito ufficiale: https://www.myrath.com

Album consigliato: Tales of Sands (2011)