venerdì 30 settembre 2016

Samurai of Prog

I Samurai of Prog sono un progetto multinazionale  estremamente ambizioso che, in soli quattro album (Undercover (2011), Secret of disguise (2013), The imperial hote (2014) e Lost and found (2016), hanno già lasciato un segno rilevante nella sfera progressiva del nuovo millennio.
I componenti "fissi" della superband sono nomi  conosciuti dai progfans: l'italiano ma finlandese di residenza Marco "Colossus" Bernard (basso) il finnico Kimmo Porsti dei Mist Season (batteria e percussioni) e lo statunitense Steve Unruh dei Resistor (voce, chitarra, violino e flauto).
In tutti i dischi il magnifico trio è stato affiancato da numerosi ospiti tra cui il mitico chitarrista Roine Stolt, Linus Kase (Anglagard), Robert Webb (England), Kamran Alan Shikoh (Glass Hammer) David Myers (The Musical Box), Ken DeLoria (Quill), Jonas Reingold (Flowers Kings) e la voce "Yes" Jon Davison.
Il loro sound ha afflati vintage di un prog sinfonico seducente ma tutto viene consolidato da una capacità di armonizzazione e di arrangiamento di eccelso livello.
Sito ufficiale: http://www.thesamuraiofprog.com/home.0.html
Link utili: http://athosenrile.blogspot.it/2015/02/the-samurai-of-prog-imperial-hotel.html
http://athosenrile.blogspot.it/2016/04/the-samurai-of-prog-lost-and-found.html

Album consigliato: The imperial hotel (2014)

mercoledì 28 settembre 2016

Resistor

I Resistor, entità progressiva statunitense di ottimo livello, prendono forma nel 2008 allorquando il talentuoso polistrumentista/compositore Steve Unruh  decise di creare parallelamente alla sua "formidabile" carriera solistica 
(vedi: http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.it/2016/09/steve-unruh.html ) un gruppo che potesse  emozionare con una ricerca vintage della creazione sonora.
Unruh  scelse di chiamare il gruppo Resistor (Resistenza in italiano) in quanto ensamble formato da "tre ingegneri elettronici e un elettricista" e anche  perché il concetto della parola resistenza ha connotazioni di fedeltà e lotta per le proprie radici e idee.
Quattro album in studio e un live per questa band capace di trasportare il fruitore in lande progressive dall' heavy al folk con la voce di Steve Unruh sempre evocativa e suadente.
Line up:  Steve Unruh (voce, violino, flauto e chitarra), Fran Turner (chitarra), Barry Farrands (percussioni, batteria,voce) e Rob Winslow (basso)
Sito ufficiale: http://www.steveunruh.com/resistor.html

Album consigliato: Rise (2010)

martedì 27 settembre 2016

Steve Unruh

Steve Unruh, poliedrico e virtuoso polistrumentista statunitense, come one man band ha rilasciato dal 1997 al 2014 nove album di cui sette nel nuovo millennio.
La sua particolare versatilità musicale unita alla capacità compositiva, ha fatto sì che le produzioni di questo artista siano intrise di profonda e coinvolgente bellezza.
La base è folk progressiva di matrice cantautorale ma l'eclettico musicista residente a Providence, capitale dello stato del Rhode Island, nei suoi interessantissimi album ha allargato gli orizzonti attraverso sonorità non solo meramente acustiche.
Da ricordare le sue collaborazioni attive negli Egeria Jazz Trio, The Dayfly 4, Sign of Saturn, Willowglass, Resistor e Samurai of Prog.
Sito ufficiale: http://www.steveunruh.com

Album consigliato: Two little awakenings (2001)

lunedì 26 settembre 2016

Zenerik

Gli Zenerik sono un combo greco fondato nel 2014 dalla bassista/compositrice Lina Fontara, membro dell'ensamble sperimentale Popi's Orchestra.
L' unica uscita discografica-finora- risale al 2015, si tratta dell'album Yenesis che dura soli 35 minuti per sei tracce strumentali in cui le linee melodiche si inframezzano a momenti più cerebrali più orientati ad un jazz rock d'avanguardia passando su territori più prettamente psyco prog con notevoli incursioni fiatistiche.
Line up: Lina Fontara (basso), Tsaggali Dee (flauto, clarinetto, sassofono soprano), Zacharias Kotsikis (chitarra) Andonis Papazoglou (batteria, percussioni) e Alexandros Kritikos (tromba).
Link utile: https://soundcloud.com/zenerik-yenesis


Album consigliato: Yenesis (2015)

sabato 24 settembre 2016

Ephrat

Gli Ephrat sono stati fondati nel 2005 dal polistrumentista compositore Omer Ephrat. 
La band israeliana ha rilasciato un album nel 2008 dal titolo "No one's words" mixato dal "guru" Steve Wilson con gli interventi vocali di Petronella Nettermalm (Paatos) e Daniel Gildenglow (Pain of Salvation).
In questo unico lavoro vi sono passaggi strumentali davvero ottimi con serpentine chitarristiche di spessore, interventi flautistici calibrati, sprizzate di prog metal un pò darkeggiante e ragguardevoli special guest vocali.
Line up: Lior Seeker: voce. Omer Ephrat: chitarra, tastiere , flauto. Gili Rosenberg: basso e Tomer Z alla batteria.
Link utile:http://www.deezer.com/artist/619213?autoplay=true

Album consigliato: No one's words (2008)

venerdì 23 settembre 2016

Realeaf

I Realeaf band israeliana formatasi nel 2006 da un quartetto di giovani entusiasti polistrumentisti, ha all'attivo due album Possibly not nel 2007 e Rocket Rain nel 2009.
Sonorità ricche e varie seppur orbitanti nell'ambito dello space rock progressivo con melodie multivocali e riferimenti netti a certe partiture dei Porcupine Tree.
Line up: Yuval Goren: voce solista, chitarra, charango, flauto. Omri Azaria: synth, piano,voce. Gal Hochberg: batteria, percussioni, pianoforte, voce e Shay Basan: basso, voce.
Link utile: https://myspace.com/realeaf

Album consigliato: Possibly not (2007)

giovedì 22 settembre 2016

Tatran

I Tatran di Tel Aviv si sono formati nel 2011 grazie a Offir Benjaminov (basso), Tamuz Dekel (chitarra) e Dan Mayo (batteria).
Il trio ha rilasciato "Shvat" il primo e-finora- unico disco in studio nel 2014, lavoro totalmente strumentale con dieci tracce inedite e una elegante cover beatlesiana di Strawberry fields forever.
Nel Novembre 2015 è uscito un eccellente live dal titolo "Soul ghosts" che ha aperto la via per un mini tour negli Stati Uniti tra Maggio e Giugno di quest'anno.
Il sound del giovane trio è corposo, spaziando dal jazz/rock/fusion al post rock d'avanguardia, sempre con tecnica e "anima".
Sito ufficiale: http://www.tatranmusic.com

Album consigliato: Shvat (2014)

Kruzenshtern & Parohod

Kruzenshtern & Parohod è un ensamble musicale sorto a Tel Aviv nel 2002 dalla mente di Igor Krutogolov, compositore/bassista/fisarmonicista/cantante/produttore israeliano.
L'eclettico Igor, affiancato da due ottimi strumentisti quali Ruslan Gross (clarinetto) e Guy Shechter (batteria), ha dato vita ad un progetto estremamente interessante con tre album ufficiali in studio e due live, a volte accompagnati da musicisti ospiti.
I booklet sono spesso realizzati con disegni originali dello stesso Igor.
Il trio è divenuto-nel tempo- un fenomeno di primo piano sulle scene alternative d'avanguardia, grazie alle loro ispiratissime composizioni inedite ricche di energia poliedrica seppur molto lontane da un ottica commerciale.
Una proposta artistica che si evolve dinamicamente dal valzer/polka al punk rock, dal klezmer di tradizione ebraica al grindcore più death metal, dal rock progressive al free jazz.
Sito ufficiale:http://www.parohod.net
Eccoli live nel 2004.

Album consigliato: The craft of primitive klezmer (2003)

mercoledì 21 settembre 2016

Zlye Kukly

Gli Zlye Kukly sono un progetto musicale dello scrittore/drammaturgo/musicista Fred Adra nato nel 1972 a Tbilisi in Georgia (ex Unione Sovietica) ma da anni cittadino israeliano.
Adra, studioso di Storia dell’arte e archeologia presso l’Università ebraica di Gerusalemme, è anche un valente polistrumentista/cantante/compositore.
Il poliedrico artista ha rilasciato quattro dischi nel terzo millennio con una propensione al versante folk progressivo con accenni di musica ebraica tradizionale e occasionali momenti di musica più hard rock.
Link utile: https://myspace.com/zllyekukly


Album consigliato: At the end of days (2006)

Aviv Geffen

Aviv Geffen nato a Tel Aviv il 10 Maggio 1973 è un’ icona imprescindibile della musica (non solo prog) israeliana con migliaia di concerti alle spalle e un impegno sociale spesso presente nei suoi testi.
Avevamo già approfondito la sua collaborazione con Steve Wilson attraverso il progetto Blackfield http://progressivedelnuovomillennio.blogspot.it/2012/02/i-blackfield-progetto-parallelo-del.html, qua focalizziamo l’attenzione sulla sua carriera solistica.
Il polistrumentista e cantante israeliano  ha rilasciato- a proprio nome- tredici album tra il 1991 e il 2014, di cui cinque nel terzo millennio, più un live del 2008. I suoi lavori, praticamente  tutti in madre lingua e suonati con svariati ospiti e session man, si basano su raffinati aspetti compositivi tra cantautorato e prog melodico.
Sito ufficiale: http://avivarchive.co.il/engindex1.html
In visione/ascolto Machar (Tomorrow) la seconda traccia del doppio cd "White the time" del 2006
  Album consigliato: Memento Mori (2002)

giovedì 15 settembre 2016

Quilt

I Quilt, da non confondersi con l'omonimo gruppo indie-rock di Boston, sono un sestetto canadese proveniente da St John's - conosciuta in italiano come San Giovanni di Terranova per l'esperimento nel 1901 di Guglielmo Marconi ( invio di messaggi oltre l'Oceano senza l'ausilio di cavi)- capitale della provincia di Terranova e Labrador, situata nella penisola di Avalon che fa parte dell'isola di Terranova.
Nel loro unico disco + 5 to strenght del 2012, i musicisti (Nathan Day, Chris Kennedy, Matthew English,Allison Parrill, Josh e Jordon Walsh) s'inoltrano con perizia in un terreno folklorico con passaggi rock sinfonici.
Link utile: https://quilt.bandcamp.com/album/5-to-strength


Album consigliato: + 5 to strenght (2012)

mercoledì 14 settembre 2016

Stefano Testa

Prog d’autore quello di Stefano Testa, romano classe 1949 ma ormai da decenni emiliano di Porretta Terme. 
Il progger diversamente giovane ricorda ancora l’uscita nel 1977 (in sole 1000 copie e fuori tempo massimo con il punk imperante) de “Una vita,una balena bianca e altre cose”,  quello meno antico ha potuto assaporarne la ristampa del 1994 grazie all’acutezza progpassionale della Mellow Records. 
Dopo un lavoro nel 2012, l’interlocutorio “il Silenzio del mondo” , il cantaprogautore fuoriesce quest’anno con “Andrea il traditore”, concept album riferito ad un progetto del 1979 ampiamente rivisto e riarrangiato che vede luce discografica grazie alla consueta lungimiranza dell’executive production Mauro “Faraone” Moroni della Mellow Records. 
Il disco che ha come copertina l’opera “Acquaforte” di Mauro Milani (già autore di quella del '77) si suddivide -a mò di suite- in sedici tracce nelle quali trovano spazio espressivo il virtuoso flautista (anche lui già presente nel ‘77) Marco Coppi, il fisarmonicista/poeta Walter Chiappelli, il chitarrista Gianni Landroni e Damiano Puliti al cello.
 La storia, sempre in bilico tra dimensione onirica e cruda realtà con il protagonista Andrea che tenta di rientrare nel grembo materno- “alcova” sicura per le sue incertezze di fronte alle pressioni della vita-, ci evidenzia un Stefano Testa elegante e profondo compositore nonchè cantante dalla voce calda ed emozionale. 
I 51,10 minuti del disco scorrono fluentemente, lasciando, fin dal primo ascolto, un senso di prelibatezza sonora/testuale attraverso anche la citazione diretta della Contessa di Paolo Pietrangeli nel brano Valzer del ritorno e quella indiretta di Piero Ciampi de Andare, camminare, lavorare che Stefano Testa   arricchisce con “mangiare,lavorare,dormire, eiaculare, consumare, parlare, vomitare, respirare” nella seconda traccia Il senso del reale.
Assolutamente consigliato!